Torino è la mia città 2008-2009: Figomania - Ferrarotti, Maurizio
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Posted 19/02/<strong>2009</strong> h 05.40 p.m., CET. Torno a martoriare questo foglio elettronico dopo vari<br />
impegni personali e un trip gripedelico bisettimanale per uscire dal quale ho dovuto fare ricorso a<br />
una santabarbara di medicinali: Grindtus, Drosetux, Levoxacin e Cardiazol-Paracodina. Grindtus e<br />
Drosetux sono due sciroppi, il secondo dei quali omeopatico, e non mi hanno fatto un kaiser Franz.<br />
Il Levoxacin, compresse da 500 mg rivestite con film, principio attivo levofloxacina con una ridda<br />
d’eccipienti tra i quali il diossido di titanio a.k.a. E 171, <strong>è</strong> un antibatterico appartenente al gruppo<br />
dei fluorochinolonici, in parole potabili un’arma antibiologica – <strong>è</strong> bastato un blister da cinque<br />
bombardoni a ridurmi un ghoul. La Cardiazol-Paracodina, anche questo un bellissimo nome da libro<br />
di Chuck Pa<strong>la</strong>hniuk, gocce orali, soluzione, <strong>è</strong> un sedativo del<strong>la</strong> tosse composto di pentetrazolo,<br />
diidrocodeina modanato (le modanature del<strong>la</strong> nuova Cinquecento…), menta e polisorbato 80: roba<br />
per tossici a rota o sotto metadone – ne prendevo venti gocce prima di coricarmi e in un paio di<br />
minuti ero bell’e che partito! Ci credo che nelle precauzioni d’impiego <strong>è</strong> fortemente sconsigliata<br />
l’assunzione contemporanea d’alcol.<br />
I primi sei giorni d’influenza, afflitto da una tosse squassante, gli orifizi nasali più intasati delle<br />
strade attigue all’Oval all’uscita da una manifestazione e una temperatura media interna intorno ai<br />
38°, mi sono attaccato al<strong>la</strong> televisione mattino pomeriggio e sera come neanche quand’ero piccolo<br />
(erano venticinque anni e rotti che non mi amma<strong>la</strong>vo così), sorbendomi puttanate che normalmente<br />
sorvolerei olimpicamente col telecomando tipo Everwood, Veronica Mars o Una mamma per<br />
amica. Nondimeno The Great Mediaset Digital Swindle sta attualmente replicando sul canale Steel<br />
U.F.O., <strong>la</strong> <strong>mia</strong> serie feticcio, e allora ’fanculo ai batteri, <strong>è</strong> tutta vita rock’n’roll e Base Luna!<br />
Negli episodi sono state reintegrate tutte le scene sforbiciate 38 anni fa dai censori del Vaticano<br />
(Mammina RAI mandava in onda U.F.O. nell’ambito del<strong>la</strong> “TV dei ragazzi”…), in versione<br />
originale con sottotitoli in italiano. Superfluo commentare quanto oggigiorno appaia pateticamente<br />
anacronistica siffatta premura catonica, al<strong>la</strong> luce di quanto ci viene correntemente propinato dai<br />
canali pubblici e privati (ma dov’e più <strong>la</strong> differenza? Il canone? Permettetemi di ridere!) perfino<br />
nel<strong>la</strong> fascia cosiddetta ‘protetta’: cose da un altro mondo democristiano. Che diamine, veramente un<br />
bambino rischiava di rimanere traumatizzato a vita guardando lo ‘spogliarello’ del Tenente Ellis,<br />
l’asfissia di Straker nello Skydiver naufragato, <strong>la</strong> rimozione delle lenti protettive dagli occhi<br />
dell’alieno con <strong>la</strong> pelle verde per il liquido antiaccelerazione, gli sguardi allupati <strong>la</strong>nciati da Alec<br />
Freeman ai bei fondoschiena delle assistenti S.H.A.D.O.?<br />
In una delle puntate che ho rivisto sotto antibiotico, Il posto delle decisioni, il Comandante deve<br />
fare i conti con una fascinosa spia industriale, tal Josephine Fraser; per comprenderne le intenzioni<br />
criminose a salvaguardia del<strong>la</strong> segretezza dell’organizzazione anti-alieni, egli decide d’invitar<strong>la</strong> a<br />
cena nel<strong>la</strong> sua confortevole dimora postmoderna. La ragazza <strong>è</strong> provocante e il granitico Straker non<br />
puccia il biscotto dai tempi del divorzio: pertanto, quando sono entrambi seduti sul divano, non<br />
resiste al<strong>la</strong> tentazione di baciar<strong>la</strong>. Dopodiché Miss Spy s’introduce nel<strong>la</strong> camera da letto <strong>la</strong>sciandosi<br />
dietro uno sguardo assassino. Straker <strong>la</strong> raggiunge e se <strong>la</strong> ritrova mezza nuda accanto all’alcova…<br />
per meglio dire, in reggiseno e mutandine e stivaloni, pronta a farsi sbattere fino all’alba; qua tutt’a<br />
un tratto spunta fuori il tagliente accento newyorkese – di Brooklyn – di Ed Bishop. Questa scena<br />
‘spinta’ fu rispar<strong>mia</strong>ta a centinaia di migliaia di bambini nel 1971 (io allora avevo sei anni) in una<br />
ridente domenica all’ora del<strong>la</strong> merenda, per non guastar loro lo sviluppo. Dio, fa quasi tenerezza.<br />
In ogni modo, <strong>la</strong> prossima volta che mi verrà l’influenza – scusate, ma mi tocco – voglio provare a<br />
strafarmi di Cardiazol appena sveglio e in quello stato simil-stupefatto saltabeccare per tutta una<br />
giornata da un programma trash all’altro: Grande Fratello, Uomini e donne, Verissimo, Amici…<br />
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