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Torino è la mia città 2008-2009: Figomania - Ferrarotti, Maurizio

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inglobando ogni cosa nel mix nel suo felice ruggito, e pulsando come il corpo di un amante. (Doug<strong>la</strong>s Wolk,<br />

Amazon.com.)<br />

Lo shoegaze si era estinto ormai. In Inghilterra i gruppi che ne avevano fatto parte o si erano sciolti<br />

o, come i Lush e i Ride ma anche i Blur di She’s So High, erano saliti sul carrozzone variopinto del<br />

Britpop – i sottovalutati Catherine Wheel si erano dati invece a un sound più sguaiato e ormonale,<br />

quasi grindcore, i Curve all’industrial. I Radiohead avevano metabolizzato alcuni dei precetti dello<br />

shoegaze e li riproponevano alle masse in forma angst-pop. Mogwai e Sigur Rós erano ancora<br />

un’idea. In America gli Smashing Pumpkins e i Dandy Warhols, due band assai influenzate agli<br />

esordi dal sound ‘guardascarpe’, se n’erano decisamente affrancate. Io facevo scorrere lo sguardo su<br />

e giù per le scansie del negozio di dischi senza un’idea precisa. Finché non incontrai Loveless. “Ora<br />

o mai più”, mi dissi. “È delittuoso continuare a ignorarti, senza neppure una ragione precisa.” Al<strong>la</strong><br />

cassa poco mancò che l’effeminato commesso coi capelli rosa venisse a darmi un bacio sul<strong>la</strong> bocca:<br />

“Dopo una sfilza di sorcini e vascomani, tu sei come un raggio di sole che squarcia un cielo pieno di<br />

nuvole.” Be’, fossi stato gay anch’io, l’avrei invitato a cena.<br />

Così come i Lush, anche <strong>la</strong> line-up originale dei MBV comprendeva due donne: Bilinda Butcher e<br />

Debbie Googe. A cavallo tra gli Ottanta e i Novanta, Butcher e Kevin Shields ebbero una re<strong>la</strong>zione;<br />

Butcher ora ha tre bambini e una cintura verde in taekwondo. Dopo aver <strong>la</strong>sciato i MBV nel 1995<br />

per sopravvenuta mancanza di stimoli artistici, Googe per un breve periodo guidò un taxi, poi tornò<br />

al<strong>la</strong> musica formando gli Snowpony con l’allora sua ragazza, l’ex Stereo<strong>la</strong>b Katharine Gifford. Nel<br />

2007 i My Bloody Valentine si sono ricostituiti. Nel <strong>2008</strong> hanno suonato in vari festival in giro per<br />

il mondo, e al presente stanno progettando di completare il terzo album: con comodo, neh, metteteci<br />

pure altri quattro o cinque anni!<br />

(Per ingannare l’attesa, qualche foto: http://www.<strong>la</strong>stfm.it/music/My+Bloody+Valentine/+images.)<br />

Marzullianamente (ah ah ah): ma siamo noi che guardiamo le scarpe o sono le scarpe che guardano<br />

noi? <strong>Ferrarotti</strong>anamente: chi sono le shoegazing o, per dir<strong>la</strong> al<strong>la</strong> maniera del NME, le nu-gazing<br />

chicks del terzo millennio? Hai voglia. Io evidenzierei soprattutto Ritzy Bryan, Lie<strong>la</strong> Moss e Juanita<br />

Stein, rispettivamente front women di The Joy Formidabile, The Duke Spirit e Howling Bells, tre<br />

band molto diverse tra loro ma che condividono una malce<strong>la</strong>ta passione sonora per quell’era fatata.<br />

E tre fanciulle carinissime che faranno battere all’impazzata i vostri cuori. Giovanissimi o stagionati<br />

musicomani che siate.<br />

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