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Capitolo 1° - Storia - FedOA

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prima mano, lanciò il chip, il primo pezzo di tecnologia<br />

delle dimensioni di un'unghia che poteva procurare una<br />

buona percentuale della potenza multimilionaria del Tx-<br />

0.<br />

Più di quaranta persone vennero al secondo meeting,<br />

che si tenne allo Stanford Ai lab ai piedi delle<br />

montagne, la tana degli hacker tolkieniani di Zio John<br />

Mc-Carthy. Gran parte della riunione trascorse con una<br />

discussione su quale nome si sarebbe dato il gruppo.<br />

I suggerimenti erano Infinitesimal computer club,<br />

Midget brains, Steem beer computer club, People's<br />

computer club, Eight-bit byte bangers, Bay area's<br />

computer experimenters' group e Amateur computer<br />

club of America. Alla fine rimasero Bay area amateur<br />

computer club e Homebrew computer club. Le ultime<br />

tre parole diventarono di fatto la denominazione. Nel<br />

pieno spirito hacker il club non richiedeva una tessera,<br />

non occorrevano pagamenti neanche minimi (ma il<br />

suggerimento di French di dare un dollaro per coprire le<br />

spese del volantino per la convocazione delle riunioni e<br />

la newsletter aveva fruttato al terzo incontro 52 dollari e<br />

63), e non c'erano cariche elettive.<br />

Già al quarto incontro, divenne evidente che<br />

l'Homebrew computer club sarebbe stato il paradiso<br />

degli hacker. Ben più di un centinaio di persone<br />

ricevettero per posta l'avviso che il meeting si sarebbe<br />

tenuto quella settimana alla Peninsula School,<br />

un'isolata scuola privata rannicchiata in un'area<br />

boschiva di Menlo park.<br />

Steve Dompier aveva nel frattempo finito di costruire<br />

il suo Altair: aveva ricevuto l'ultima spedizione di pezzi<br />

una mattina alle dieci e aveva passato le successive<br />

trenta ore a montarlo, solo per scoprire che la memoria<br />

di 256 byte non funzionava. Sei ore dopo scopriva che<br />

l'errore era stato causato da un solco sul circuito<br />

stampato. Lo riparò e cercò di capire cosa farci.<br />

Sembra che l'unica proposta della Mits per quelli che<br />

riuscivano a finire davvero la costruzione del computer<br />

fosse un programma in linguaggio macchina che si<br />

poteva inserire solo usando la fila di piccoli interruttori<br />

sul pannello frontale. Era un programma che utilizzava<br />

le istruzioni del chip 8080: LDA, MOV, ADD, STA e JMP.<br />

Se tutto andava bene, il computer avrebbe fatto la<br />

somma di due numeri. L'utente dal canto suo doveva<br />

tradurre il codice dei led lampeggianti e convertirli<br />

mentalmente dalla loro forma ottale in numero<br />

decimale. Era la stessa sensazione del primo uomo che<br />

mise il piede sulla Luna, una pietra miliare nella storia -<br />

la risposta alla domanda che sconcertava l'umanità da<br />

secoli: cosa accade quando sommi sei e due? Otto!<br />

"Per un ingegnere a cui piacevano i computer quello<br />

era un evento esaltante", dice oggi Harry Garland,<br />

proprietario di uno dei primi Altair e membro<br />

dell'Homebrew computer club, ammettendo però che<br />

"sarebbe stato difficile spiegare a un estraneo perché<br />

era così esaltante".<br />

Per Steve Dompier era una situazione incredibile che<br />

non si fermò lì. Fece piccoli programmi in linguaggio<br />

macchina per testare tutte le funzioni dei chip<br />

(dovevano essere programmi piccoli, dato che la<br />

memoria dell'Altair era minuscola). Andò avanti così<br />

finché i suoi dieci "dispositivi di input" - le sue dita -<br />

ebbero i calli. Il chip 8080 aveva un set d'istruzioni con<br />

ben 72 tipi fondamentali di funzioni, e quindi il lavoro si<br />

prevedeva lungo.<br />

Da pilota dilettante, Dompier ascoltava normalmente<br />

mentre lavorava una stazione sulle onde corte che<br />

mandava le previsioni del tempo. Un giorno dopo aver<br />

esaminato un programma per ordinare dei numeri, gli<br />

accadde una cosa molto strana quando iniziò a far<br />

"girare" il programma: la radio cominciò a emettere dei<br />

rumori: zipppp! ziiip! ziiiiiiipppp! Apparentemente<br />

sembrava la reazione all'interferenza in radio frequenza<br />

causata dallo spostamento dei bit da una locazione a<br />

un'altra all'interno dell'Altair. Portò la radio più vicino e<br />

lanciò nuovamente il programma. Questa volta gli "zip"<br />

erano più forti. Dompier era raggiante: aveva scoperto il<br />

primo dispositivo input/output per l'Altair 8800.<br />

Ora il punto era controllare il congegno. Dompier<br />

prese la sua chitarra e stabilì che uno dei disturbi che<br />

emetteva il computer fosse (all'indirizzo di memoria<br />

075) l'equivalente di un accordo di Fa. Così fece<br />

hackeraggio sul programma finché trovò nella memoria<br />

le corrispondenti locazioni per le altre note. Dopo circa<br />

otto ore aveva completato la mappa della scala<br />

musicale e creato un programma per scrivere la<br />

musica. Sebbene si trattasse di un programma<br />

semplice, niente a che vedere con il raffinato<br />

programma musicale di Peter Samson per il Pdp-1, il<br />

suo caricamento attraverso quegli interruttori aveva<br />

sottratto a Dompier un mucchio di tempo. Ma alla fine<br />

approntò la sua interpretazione di Pool on thè Hill dei<br />

Beatles (il primo pezzo su spartito che aveva trovato) in<br />

tempo per il meeting delPHome-brew alla Peninsula<br />

School.<br />

L'incontro si teneva in una stanza al secondo piano<br />

della scuola, un enorme, vecchio edificio in legno che<br />

sembrava uscito da un episodio della Famiglia Addams.<br />

L'Altair di Dompier, ovviamente, era oggetto di<br />

venerazione e lui moriva dalla voglia di far vedere a tutti<br />

la prima applicazione documentabile per l'Altair. Ma<br />

quando Dompier cercò di accendere l'Altair, si accorse<br />

che non funzionava. La presa elettrica non dava segni<br />

di vita. La più vicina presa funzionante era al primo<br />

piano dell'edificio e, dopo essersi procurato una<br />

prolunga della lunghezza sufficiente, Dompier poté<br />

attaccare il suo Altair, nonostante il filo fosse appena<br />

sufficiente, e la macchina dovesse sporgere un poco<br />

fuori dalla porta. Dompier cominciò allora il lungo<br />

procedimento di battitura dei bottoni giusti per<br />

immettere la canzone in codice ottale, e stava per finire<br />

quando due bambini, che stavano giocando nel<br />

corridoio, incespicarono nella prolunga elettrica,<br />

facendola uscire dalla presa. Ciò provocò la<br />

cancellazione di quanto contenuto dalla memoria del<br />

computer che Dompier aveva riempito bit dopo bit.<br />

Ripeté l'operazione e, alla fine, fu pronto per la prima<br />

dimostrazione pubblica di un'applicazione per Altair.<br />

Battè il tasto RUN.<br />

La piccola radio sulla sommità del grosso e<br />

minaccioso altoparlante del computer cominciò a<br />

gracchiare e a stridere. Era più o meno della musica, e<br />

quando si diffusero le prime lamentose battute della<br />

ballata di Paul McCartney, la stanza degli hacker -<br />

normalmente brulicante di chiacchiere sull'ultimo chip -<br />

<strong>Capitolo</strong> <strong>1°</strong> - <strong>Storia</strong><br />

cadde in un riverente silenzio. Il computer di Steve<br />

Dompier, con la pura, tremolante innocenza della prima<br />

recita di scuola, stava suonando una canzone. Come<br />

finì l'ultima nota, ci fu un assoluto e stupefatto silenzio.<br />

Avevano appena avuto la conferma che il sogno<br />

condiviso da tutti era una realtà. Un sogno che solo<br />

poche settimane prima sembrava vago e lontano.<br />

Bene, prima che potessero riprendersi... l'Altair<br />

riprese a suonare. Nessuno (eccetto Dompier) era<br />

preparato a questo evento, un'interpretazione di Daisy,<br />

che alcuni di loro sapevano essere stata la prima<br />

canzone suonata da un computer, presso i laboratori<br />

Bell nel 1957; quell'importante evento della storia del<br />

computer stava giungendo per la prima volta alle loro<br />

orecchie. Era un bis così inaspettato che sembrava<br />

provenisse da una qualche connessione genetica della<br />

macchina ai suoi antenati "bestioni" (una nozione<br />

evidentemente implicita in 2001 di Kubrick quando il<br />

computer Hal, una volta smantellato, regredito allo<br />

stadio infantile si mette a "cantare" proprio Daisy).<br />

Quando l'Altair ebbe finito, il silenzio non durò a<br />

lungo. La stanza si riempì di applausi e congratulazioni,<br />

tutti gli hacker saltavano e battevano le mani. La gente<br />

dell'Homebrew era un mélange di professionisti, troppo<br />

appassionati per considerare l'informatica solo un<br />

mestiere, di dilettanti folgorati dalle possibilità della<br />

tecnologia e di combattenti tecnoculturali votati al<br />

rovesciamento di una società oppressiva in cui<br />

governo, business e specialmente l'IBM avevano<br />

riservato i computer a una casta disprezzata. Lee<br />

Felsenstein ricorda quello come "un gruppo di<br />

fuggiaschi, evasi dall'industria, almeno<br />

temporaneamente, che per qualche ragione i boss non<br />

stavano controllando. Ci mettemmo insieme e<br />

cominciammo a sperimentare cose che non facevano<br />

scalpore perché non era ciò che stavano facendo le<br />

grandi aziende. Ma noi sapevamo che proprio questa<br />

era la nostra grande possibilità per realizzarle nel modo<br />

in cui noi pensavamo andassero fatte". Per ottenere<br />

questo obiettivo ci voleva nientemeno che una<br />

completa riscrittura della storia del computer e, in<br />

qualche modo, il semplice recital musicale dell'Altair di<br />

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