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Capitolo 1° - Storia - FedOA

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altri, si potè accertare che nel cervello si trovano da dieci a cento miliardi di cellule nervose<br />

distinte, i neuroni. Ciascuno possiede fino a diecimila sinapsi, le porte d'entrata attraverso le<br />

quali gli arrivano i segnali inviatigli da altri neuroni. Ciascuno ha anche un assone, una fibra<br />

in grado di trasportare gli impulsi nervosi prodotti dal neurone quando scarica e può<br />

scaricare fino a un migliaio di volte al secondo. Il neurone possiede una soglia di scarica: se i<br />

segnali che riceve superano un certo valore critico, esso scarica, altrimenti no (i neuroni<br />

malati possono scaricare spontaneamente e non sono regolati dall'informazione d'ingresso).<br />

Certi segnali d'ingresso possono essere negativi, cioè inibitori, altri positivi; ma ciò che conta<br />

è se la somma di questi segnali d'ingresso supera o no la soglia critica. Se l'assone si ramifica,<br />

l'impulso emesso da un neurone può dividersi e può fornire così un segnale d'ingresso a<br />

parecchi neuroni vicini. La velocità di propagazione dell'impulso varia da 1 m/s negli assoni<br />

sottili fino a 150 m/s in quelli grossi. La domanda alla quale McCulloch e Pitts cercarono di<br />

rispondere è: che cosa è in grado di fare una rete neurale di questo genere? Per affrontare il<br />

problema, essi sostituirono alla rete reale una rete fittizia o ideale, in cui ogni neurone era<br />

una specie di scatola nera definita da cinque proprietà, o assiomi.<br />

Ecco l'elenco degli assiomi di McCulloch e Pitts:<br />

1) L'attività di un neurone è un processo tutto o niente. [Un neurone o scarica o non<br />

scarica].<br />

2) In qualunque istante, perché un neurone sia eccitato è necessario che nel periodo di<br />

addizione latente venga eccitato un numero di sinapsi ben determinato; questo numero è<br />

indipendente dall'attività precedente e dalla posizione del neurone. [Il neurone ha una soglia<br />

di scarica ben determinata, che deve essere raggiunta affinché esso scarichi].<br />

3) L'unico ritardo significativo all'interno del sistema nervoso è il ritardo sinaptico. [La<br />

velocità con cui gli impulsi si propagano lungo gli assoni è così grande che, in effetti, il<br />

tempo di ciclo della rete coincide con il tempo impiegato dal neurone a scaricare e poi a<br />

tornare allo stato normale, non eccitato, cioè circa un millesimo di secondo].<br />

4) Se una qualunque sinapsi inibitrice è attiva, l'eccitazione del neurone in quel<br />

<strong>Capitolo</strong> <strong>1°</strong> - <strong>Storia</strong><br />

momento è assolutamente impedita. [Negli anni in cui McCulloch e Pitts scrissero questo<br />

articolo, si credeva che gli impulsi inibitori esercitassero un'azione incondizionata; ora<br />

sappiamo invece che essi si sommano al resto dell'ingresso sinaptico. Questo è uno degli<br />

elementi del loro articolo che richiesero una rielaborazione].<br />

5) La struttura della rete non muta nel tempo.<br />

L'ultimo assioma significa, presumibilmente, che i componenti di questa rete ideale<br />

sono considerati immortali. In realtà, una delle caratteristiche più sorprendenti dei neuroni è<br />

che essi muoiono e non vengono sostituiti. Nel corso della propria esistenza, ogni individuo<br />

perde circa il dieci per cento dei neuroni; e tuttavia continua a operare, mentre una radio,<br />

per esempio, cessa di funzionare se le si toglie un transistore. Nel 1962, durante un convegno<br />

sul controllo neurale e la memorizzazione del l'informazione, a McCulloch venne fatta una<br />

domanda sui neuroni morti o lesi ed egli rispose:<br />

'Non ho mai visto il mio cervelietto, ma ho visto quello di molti individui della mia<br />

età. Ho più di cinquant'anni, e ritengo che a questa età nel mio cervelietto almeno il dieci per<br />

cento delle cellule di Purkinje siano state sostituite da graziosi buchini, ma riesco ancora a<br />

toccarmi il naso. È incredibile quanto è piccola la quantità di cervello che deve rimanere<br />

integra perché esso possa continuare a funzionare'.<br />

Ispirandosi all'articolo di McCulloch e Pitts, von Neumann intraprese uno studio<br />

approfondito sul modo di organizzare un automa affidabile - ad esempio una rete neurale - a<br />

partire da componenti non affidabili. Egli comprese che uno dei metodi chiave è quello di<br />

introdurre nel sistema una certa ridondanza, cioè di fare in modo che vi siano due o più<br />

componenti che possano subentrare l'uno all'altro in caso di difetto. Egli considerò anche la<br />

possibilità di agganciare i sistemi fra loro, in modo che potessero controllarsi a vicenda, e<br />

diede il seguente esempio concreto: supponiamo di avere tre macchine identiche, ciascuna in<br />

grado di eseguire un calcolo molto lungo, per esempio di un milione di passaggi, con una<br />

probabilità su cento di commettere un errore in qualche punto. Ciò sarebbe inaccettabile,<br />

poiché nessuna delle tre macchine potrebbe eseguire tutto il calcolo correttamente. Se però le<br />

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