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Con un sistema esteso di realtà amplificata è possibile ipotizzare che la materialità<br />
degli oggetti architettonici si possa fermare a struttura e soluzioni tecnologiche sostenibili<br />
delegando l'apparenza totalmente, o quasi, al digitale. Si rende necessario un medium atto<br />
allo scopo. Un esempio, anche se banale come delle note di testo poste di volta in volta sul<br />
frigorifero o sulla cucina o altro, può rendere meglio l'idea.<br />
Mi viene in mente un classico esercizio, di modellazione e resa, per sovrapporre un<br />
disco volante ad un qualsivoglia paesaggio, con tanto di ombre.<br />
Occhiali prima e brain chip dopo et voilà il gioco è fatto. È un percorso, è una<br />
possibilità che è venuta a palesarsi con l'era digitale, una fra un'infinità.<br />
Ma a questo punto ognuno potrebbe scegliersi la città dove vivere, una città su<br />
misura, una città personalizzata.<br />
La città personalizzata<br />
Brain chip e oltre. Oltre l'abbigliamento la mattina potremmo scegliere dove vivere o<br />
quando vivere. Come? Semplicemente upgradando il nostro cervello con un bel brain chip<br />
nuovo di zecca. Ultimo modello, manco a dirlo.<br />
“Oggi mi va di vivere in Cina nel '500 a. C.” Tutto georeferenziato, tutto sotto<br />
controllo, tutto gestito dal sistemone centrale e me ne vado dove mi pare.<br />
Un'altra eventualità, sicuramente estrema ma tipi di cose con cui il pensare o il fare<br />
architettura potrebbe, in futuro, trattare.<br />
Fantasticando per questa strada mi vengono alla mente i disegni di Piranesi e alla<br />
possibilità di immaginare un software che valga una prigione. Opprimente ma efficace. Ho<br />
la possibilità di immaginare, in tanti lo si è fatto in questi anni, tutte le eventuali applicazioni<br />
ludiche. Si riesce ad intravedere la fusione fra cinema e videogiochi in immersione totale.<br />
Tante, troppe cose. Vengono le vertigini. Dalle dimore celesti agli incubi più<br />
<strong>Capitolo</strong> 4° - Scenari diversi<br />
angosciosi. Senza perdersi oltre e ritornando sul pianeta terra proviamo ad affrontare un<br />
concreto esempio di realtà amplificata dato dalle ricostruzioni in tempo reale.<br />
Ricostruzioni in tempo reale<br />
Concettualmente l'idea è molto semplice. Si utilizza un sistema di realtà amplificata<br />
per sovrapporre la ricostruzione di un reperto archeologico al reperto stesso.<br />
Il tutto avverrebbe, ovviamente, in tempo reale sfruttando georeferenziazione, occhiali<br />
virtuali e resa avanzata.<br />
Immaginiamo, per esempio, la città di Pompei e di fornire all'ingresso, al turista o<br />
altro, due apparentemente semplici occhiali con cui visualizzare di volta in volta il com'era e<br />
il com'è. È evidente la discrezionalità come è evidente la possibilità di uso e sviluppo della<br />
faccenda.<br />
Con la tecnologia attuale abbiamo la possibilità di realizzare un sistema fruibile per<br />
movimenti limitati, causa le interferenze con altre persone, ma è ipotizzabile, in un<br />
immediato futuro, la possibilità di integrare, nel sistema di gestione, la presenza degli altri,<br />
addirittura sostituendoli con personaggi dell'epoca. A dire la verità riesco a pensare che sia<br />
più semplice, per il momento, utilizzare dei proxies con personaggi d'epoca piuttosto che le<br />
persone reali.<br />
In un paese come il nostro, ricco di testimonianze storiche, la cosa potrebbe avere<br />
anche interessanti risvolti economici, in Italia come nel resto del mondo.<br />
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