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Come nel caso dei manager umani, i sistemi operativi variano enormemente nel loro<br />
stile, nella gamma di risorse e di compiti che sono in grado di svolgere e nel grado in cui<br />
questi stessi compiti possono essere loro assegnali senza ricorrere a istruzioni specifiche.<br />
Alcuni di questi aspetti potranno coinvolgere casualmente gli utenti, mentre sarà bene che<br />
altri restino di competenza dell'amministratore del sistema.<br />
Un'importante distinzione dev'essere fatta tra sistemi mono- e multi-utente. I personal<br />
computer sono generalmente dotati di sistemi operativi mono-utente, mentre calcolatori di<br />
classe superiore impiegano sistemi operativi multi-utente, che cioè permettono una<br />
interazione simultanea con più utenti. I sistemi operativi più semplici possono svolgere un<br />
compito per volta, mentre i sistemi multitasking possono svolgere contemporaneamente più<br />
funzioni (l'elaborazione di un documento durante la stampa di un altro). Tra i sistemi<br />
operativi più diffusi degli anni Ottanta e Novanta, per esempio, il DOS è un sistema<br />
operativo semplice, mono-utente, in grado di svolgere un solo compito alla volta, mentre<br />
UNIX è un più complesso e sofisticato sistema multi-utente e multitasking.<br />
Generalmente un sistema operativo controlla un singolo computer, ma con<br />
l'evoluzione della tecnologia del networking si è sviluppato un interesse crescente nei<br />
confronti di sistemi più sofisticati che possono gestire in modo distribuito le risorse di<br />
un'intera rete. Un simile sistema può cioè analizzare lo stato della rete alla ricerca di un<br />
processore temporaneamente inutilizzato e attribuirgli un compito, senza che l'utente sappia<br />
o si debba preoccupare di dove il lavoro viene in effetti svolto.<br />
Lo schema di interazione con i primi sistemi operativi si basava su serie di comandi<br />
impartiti via tastiera. Questo approccio assicura potenza e flessibilità, ma può spesso<br />
risultare, agli occhi di un utente inesperto, criptico e misterioso. Con il declino dell'era in cui<br />
l'uso dei calcolatori era dominio esclusivo di una categoria di tecnici e specialisti, si è<br />
assistito a una crescente tendenza verso l'impiego di interfacce grafiche e approcci più<br />
intuitivi e comprensibili tra l'utente e il sistema operativo. II Macintosh della Apple, per<br />
esempio, ha reso popolare l'idea di impiegare un mouse per puntare e selezionare le "icone"<br />
di una "scrivania" visualizzata sullo schermo. Alcuni dei sistemi operativi testuali che lo<br />
<strong>Capitolo</strong> 2° - Strumenti e applicazioni<br />
avevano preceduto, come il DOS e lo UNIX, hanno presto adottato questo approccio,<br />
introducendo interfacce grafiche organizzate "per finestre". Questa soluzione presenta lo<br />
svantaggio di un'interfaccia che rimane separata rispetto a un sistema non inerentemente<br />
grafico; svantaggio che è parzialmente compensato dalla possibilità di input diretto da<br />
tastiera quando necessario, ad esempio per interagire con entità che non sono<br />
immediatamente utilizzabili nella limitata porzione visibile dello schermo. È possibile<br />
standardizzare le forme di interazione impiegando uno stesso sistema di interfaccia grafica,<br />
indipendente dalle diverse piattaforme, che può essere quindi adattato a una vasta gamma<br />
di sistemi operativi ospiti. Il sistema X Windows sviluppato presso il MIT e un tipico<br />
esempio di questo approccio”.<br />
<strong>Storia</strong> dei sistemi operativi<br />
In Informatica la <strong>Storia</strong> dei Sistemi Operativi descrive l'evoluzione di questi software<br />
durante tutto il periodo di sviluppo dei calcolatori elettronici. La <strong>Storia</strong> dei Sistemi Operativi<br />
procede a fianco della <strong>Storia</strong> del personal computer e, più in generale, della <strong>Storia</strong><br />
dell'informatica.<br />
<strong>Storia</strong> dei sistemi operativi<br />
da Wikipedia, novembre 2009<br />
In un periodo delimitabile tra il 1945 e il 1955 gli<br />
elaboratori elettronici erano ammassi di valvole<br />
termoioniche, occupavano intere stanze, erano<br />
lentissimi e così costosi che potevano permetterseli<br />
soltanto grossi centri di calcolo o Università. Inoltre<br />
questi calcolatori erano molto inaffidabili, in quanto le<br />
valvole che li componevano si rompevano spesso. In<br />
questo periodo non esisteva ancora il concetto di<br />
Sistema Operativo; infatti il programma da eseguire<br />
veniva inserito ad ogni esecuzione in codice binario<br />
attraverso dei primitivi lettori di schede perforate e dopo<br />
alcune ore il risultato veniva inviato ad una stampante.<br />
Tra il 1955 e il 1965, grazie alla rivoluzionaria<br />
invenzione del transistor gli elaboratori (chiamati<br />
Mainframe) divennero abbastanza affidabili da poter<br />
essere costruiti e venduti in serie, anche se erano<br />
comunque macchine grosse e costosissime tanto che<br />
gli unici acquirenti possibili erano ancora una volta i<br />
Centri di Calcolo, le Università e le banche. Per<br />
eseguire dei programmi (o come venivano chiamati,<br />
job), un programmatore doveva scrivere il proprio<br />
programma su carta, trasferirlo su schede, caricarlo nel<br />
computer, attendere il termine dell'esecuzione e la<br />
stampa del risultato. Tale operazione era molto<br />
dispendiosa in termini di tempo e non permetteva di<br />
sfruttare la macchina durante le lunghe fasi di<br />
caricamento di dati e programmi. Non essendo stata<br />
ancora introdotta la tecnologia di accesso diretto alla<br />
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