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<strong>Capitolo</strong> <strong>1°</strong> - <strong>Storia</strong><br />
Il percorso comincia illustrando alcuni momenti importanti nella storia della definizione dei<br />
meccanismi logici che sottendono al pensiero umano prima e penso a Turing, a Minsky, a<br />
von Neumann e della progettazione e costruzione dei personal computer poi e penso a<br />
Wozniak, a Gates, a Jobs.<br />
Macchine intelligenti<br />
“Il cervello è una macchina di carne” dichiarò Marvin Minsky alcuni anni or sono e<br />
molti, specialmente quelli che ritengono che l'intelligenza non potrà mai essere<br />
meccanizzata, rimasero estremamente turbati.<br />
Parto dall'affermazione di Minsky perché condivisa e perché credo serva a far<br />
compiere un salto concettuale, se non lo si è già fatto, molto importante per meglio<br />
comprendere la struttura logica alla base.<br />
<strong>Capitolo</strong> <strong>1°</strong> - <strong>Storia</strong><br />
“Minsky è poco tollerante nei confronti di ciò che considera insensato, come ad<br />
esempio l'idea che sia impossibile comprendere la mente. Ma non crede neppure che la<br />
comprenderemo semplicemente catalogando le parti che la compongono”. Così Jeremy<br />
Bernstein in Uomini e macchine intelligenti e continua citando Minsky da una delle numerose<br />
interviste fatte sulla sua vita e sul suo lavoro: “Credo che l'intelligenza non emerga da un<br />
piccolo numero di principi potenti e ben definiti, come la fisica, ma piuttosto da un centinaio<br />
di tipi di meccanismi fondamentalmente diversi, che devono interaggire nel modo giusto.<br />
Quindi, anche se per comprendere ciascun meccanismo ci volessero solo quattro anni, per<br />
sbrogliare tutta la matassa ci vorrebbero quattrocento anni”.<br />
Più cauto del grande Gottfried Wilhelm Leibniz che riteneva, trecento anni fa, di<br />
riuscire, con un drappello di uomini scelti e in soli cinque anni, a formalizzare tutto il<br />
pensiero e a rendere tutti i ragionamenti esatti. Jeremy Bernstein continua citando George<br />
Boole nel celebre Indagine sulle leggi del pensiero quale inventore di un nuovo tipo di algebra<br />
per arrivare a costruire il suo sistema di calcolo logico. Interessante poi è che verso il 1880 si<br />
tradusse il suddetto calcolo logico in circuiti elettrici, come descritto da Arthur W. Burks in<br />
Logic, Biology and Automata - Some Historical Reflections. Nel 1886 Charles Sanders Peirce in<br />
una lettera ad Alan Marquand: “Io credo che l'elettricità sia il mezzo migliore di cui servirsi.<br />
Siano A, B e C tre interruttori o comunque punti in cui il circuito può essere aperto o chiuso.<br />
Il circuito della figura 1 è chiuso solo se tutti gli interruttori sono chiusi; per quello della<br />
figura 2 basta che uno qualunque sia chiuso. Ciò corrisponde alla moltiplicazione e<br />
all'addizione della logica”.<br />
Marquand progettò una macchina logica in cui relè telefonici facevano da interruttori.<br />
“Burks avanza la congettura, senz'altro corretta, che Peirce si fosse ispirato al lavoro di<br />
Charles Babbage; e questi è davvero una delle più singolari della scienza moderna. Nato nel<br />
1792 in Inghilterra, nel Devonshire, ereditò dal padre banchiere un patrimonio<br />
considerevole, che spese tutto per finanziare i propri esperimenti scientifici. […] Fin da<br />
giovane, Babbage decise di dedicare la propria vita a costruire macchine che potessero<br />
sollevare gli uomini dall'ingrata fatica dei calcoli” continua Bernstein e ancora “Babbage era<br />
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