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con la mente umana divennero uno dei temi dominanti del lavoro di von Neumann.<br />
Pubblicò una serie di rapporti monumentali, scritti in collaborazione con Burks, Goldstine e<br />
altri. Nel 1952 le loro idee furono messe in pratica in un calcolatore costruito presso<br />
l'Institute for Advanced Study di Princeton. Von Neumann ravvisava un legame tra quelle<br />
ricerche e ciò che oggi si chiama intelligenza artificiale. Com'è confermato da Goldstine, von<br />
Neumann subì profondamente l'influenza di un articolo scritto nel 1943 da Warren<br />
McCulloch e Walter Pitts A Logical Calculus of the Ideas Immanent in Nervous Activity in cui<br />
venivano poste le basi dell'IA. Quest'articolo divenne notissimo grazie all'interesse provato e<br />
provocato da von Neumann che, dopo averlo letto, ne adottò le notazioni in gran parte dei<br />
lavori scritti in seguito sulla teoria degli automi.<br />
Figura eccentrica e originalissima continua Bernstein: “McCulloch passò certo il resto<br />
della vita curandosi di se stesso. Non era un matematico, e questo è sicuramente il motivo<br />
per cui si associò a Walter Pitts, che lo era; quando pubblicarono il loro primo articolo, Pitts<br />
aveva diciassette anni. Costretto ad abbandonare le scuole superiori dal padre, che voleva<br />
farlo lavorare, Pitts scappò di casa e alla fine si ritrovò a Chicago. Qui, secondo un aneddoto<br />
che McCulloch amava ricordare, il giovane Pitts passava lunghe ore, nel parco vicino<br />
<strong>Capitolo</strong> <strong>1°</strong> - <strong>Storia</strong><br />
all'università, conversando di filosofia con un uomo che conosceva solo come Bert, e che poi<br />
era Bertrand Russell, professore ospite alla University of Chicago nell'anno accademico 1938-<br />
39. Sempre secondo McCulloch, Russell consigliò a Pitts di leggere un libro di Rudolf<br />
Carnap, il grande logico e filosofo della scienza che stava a Chicago e che frequentava il<br />
seminario di Russell. Pitts lesse il libro e poi andò a trovare Carnap per dirgli che aveva<br />
scoperto un errore. Non sono riuscito a trovare questo episodio nella minuziosa biografia di<br />
Russell scritta da Ronald Clark, benché le date corrispondano. Fu a Chicago che McCulloch<br />
cominciò a lavorare con Pitts, che poi fu suo studente alla University of Illinois. Il loro<br />
articolo del 1943 è di ardua lettura; e il paragrafo intitolato Nets with Circles (un tentativo di<br />
spiegare come le reti neurali apprendano e si evolvano) è sicuramente errato”.<br />
Minsky ricorda di averlo letto quando era ancora studente: “Mi capitò di leggere<br />
piuttosto presto il loro articolo e ne capii quanto potevo capirne. George Miller, che allora era<br />
assistente alla Harvard e s'interessava di psicologia matematica, non riusciva a comprendere<br />
la seconda parte, mentre non aveva avuto alcun problema con la prima. Allora mi ci misi<br />
d'impegno e alla fine potei tranquillizzarlo, dicendogli che secondo me la notazione non era<br />
coerente e le definizioni erano sbagliate. Penso che McCulloch fosse rimasto abbagliato da<br />
Pitts, che allora, adolescente, era già un matematico prodigio. In seguito cercai di discutere<br />
l'articolo con Pitts, che era venuto al MIT con McCulloch, ma egli si rifiutò sempre di<br />
parlarne. Ne trassi la conclusione che Pitts, che morì nel 1960, avesse in mente una teoria che<br />
non riuscì mai ad elaborare compiutamente. Forse stava barando e McCulloch ci era in<br />
qualche modo cascato. Rassicurai Miller dicendogli che se non riusciva a capirlo non era<br />
colpa sua: c'era qualcosa che non andava. Ma mi ci volle un bel coraggio, per arrivare a<br />
questa conclusione”.<br />
Continua Bernstein: “nondimeno rimane da spiegare perché il saggio di McCulloch e<br />
Pitts e quelli che seguirono abbiano esercitato un'influenza tanto importante su Minsky e sui<br />
suoi contemporanei nel momento in cui tentavano di cominciare a comprendere<br />
l'intelligenza. Per rispondere è necessaria qualche nozione sulla fisiologia del sistema<br />
nervoso. Agli inizi del secolo, grazie alle ricerche avviate da Santiago Ramón y Cajal e da<br />
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