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Pensieri intorno a un tavolo - Provincia di Piacenza

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RIFLESSIONI<br />

18<br />

sguardo; la meraviglia sollecita fr enesie corporee). E’ all’altezza <strong>di</strong> incantarsi<br />

al suono <strong>di</strong> <strong>un</strong> flautino o <strong>di</strong> <strong>un</strong> pianof orte.<br />

Verso gli otto mesi, rivela <strong>un</strong> tempo <strong>di</strong> attenzione sorprendente per l’età,<br />

soprattutto se è stat o stimolato in pr ecedenza, ad esempio, all’ascolto <strong>di</strong><br />

<strong>un</strong>a musica. Cerca con lo sguardo la madre per essere incoraggiato e sostenuto<br />

e si r apporta c on ser enità alle persone del suo c ontesto. E’ <strong>un</strong><br />

bambino osser vatore, curioso rispett o agli oggetti, ai c omportamenti<br />

umani; scopre gradualmente i fenomeni naturali (si meraviglia del buio e<br />

delle luci, della l<strong>un</strong>a, del volo degli uccelli, del linguaggio degli animali.)<br />

I bambini cr escono e c osì aumentano le abilità. Dai tre ai cinque anni, in<br />

possesso <strong>di</strong> <strong>un</strong> linguaggio verbale in evoluzione, si fanno capire: i bambini<br />

comprendono il mondo, pongono domande e att endono risposte. Nel<br />

manifestare emozioni il bambino mett e in atto competenze e metacompetenze,<br />

in quanto è partecipante e non spettatore.<br />

Il controllo emozionale è quasi <strong>un</strong>’arte e così la capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>strarsi e <strong>di</strong> <strong>di</strong>strarre,<br />

la capacità <strong>di</strong> far finta, <strong>di</strong> deco<strong>di</strong>ficare, <strong>di</strong> sottacere, <strong>di</strong> amplificare e<br />

sminuire, <strong>di</strong> occultar e e rit occare le emo zioni. Le sue metac onoscenze<br />

stanno nell’autoconsapevolezza, in quanto il bambino è <strong>un</strong> teorico e non<br />

<strong>un</strong> empirista;non imita,ma costruisce <strong>un</strong>a teoria della mente a partire dalla<br />

propria esperienza.<br />

Il bambino del nido, non possedendo ancora <strong>un</strong> linguaggio verbale comprensibile,<br />

si esprime con il pianto, il sorriso, con le mani e c on particolari<br />

posture del corpo; usa linguaggi non v erbali con i quali riv ela gioie, paure,<br />

tristezze; la sua perizia è pr ecostituita in minima par te dalla nascita e ,<br />

grazie a <strong>un</strong>a buona relazione con l’adulto, si proietta nel futuro (al contrario<br />

si impoverisce e non si evolve). I bambini sanno vivere <strong>un</strong>a pluralità <strong>di</strong><br />

relazioni, fin da piccoli (promiscuità relazionale).<br />

Il nuovo bambino e l’adult o si pongono in r elazione, in <strong>un</strong> luogo che dovrebbe<br />

esser e sollecitat ore delle pot enzialità infantili: <strong>un</strong>o spazio che si<br />

trasforma in ambiente espressivo (la casa, il nido, la scuola, il paese). La relazione<br />

come connessione, generatrice <strong>di</strong> legami e <strong>di</strong> nessi, costituisce <strong>un</strong>

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