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Pensieri intorno a un tavolo - Provincia di Piacenza

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significativo riferimento educativo; il bambino vive in <strong>un</strong> sistema costituito<br />

dai genit ori, la famiglia, i nonni, gli insegnanti, gli amici, il paese o la<br />

città. Il c oncetto <strong>di</strong> r elazione deriv a dall’appr occio sist emico alla c onoscenza<br />

che non isola il bambino ma lo v aluta contestualizzandolo in <strong>un</strong>a<br />

complessità.<br />

Quale consapevolezza appartiene all’adulto rispetto alla c ostruzione del<br />

Sé c ome identità personale? “I neonati non nasc ono c on <strong>un</strong> Sé” scrive<br />

Kenneth Kaje, devono svilupparlo. Il Sé, infatti, è <strong>un</strong>a forma <strong>di</strong> consapevolezza<br />

che richiede gr an<strong>di</strong> capacità c ognitive, per imparare a dec o<strong>di</strong>ficare<br />

gesti e linguaggi degli altri. Non è v ero, come sosteneva J. Piaget, che la<br />

costruzione del Sé avviene dall’interno all’esterno; avviene il contrario. La<br />

costruzione è <strong>un</strong> appren<strong>di</strong>stato in <strong>un</strong> ambiente in cui i genitori danno dei<br />

riferimenti, al <strong>di</strong> là delle capacità del bambino . Il bambino è l’appren<strong>di</strong>sta<br />

dell’adulto, in quanto apprende e sviluppa <strong>un</strong> Sé sociale. Alla fine dell’appren<strong>di</strong>stato,<br />

il bambino ha acquisito <strong>un</strong>a <strong>di</strong>mensione sociale, in <strong>un</strong>a ricerca<br />

<strong>di</strong> equilibrio tra i suoi bisogni e le richiest e socioculturali.<br />

Il Sé è dentr o <strong>un</strong> pr ocesso interattivo. Erik Erikson sostiene che la fiducia<br />

in sè st esso <strong>di</strong>pende dal ric evere <strong>un</strong>a v alutazione positiv a da qualc<strong>un</strong>o<br />

che sostiene, quando non si è in grado <strong>di</strong> fare da soli.<br />

Lev Vygostkij parla <strong>di</strong> “zona dello sviluppo pr ossimale”, nel senso che l’adulto<br />

sposta in avanti e anticipa gli appren<strong>di</strong>menti con <strong>un</strong> atteggiamento<br />

<strong>di</strong>alogante con il bambino; l’ambiente <strong>di</strong>venta facilitante.<br />

Il bambino entr a al nido c on <strong>un</strong>a st oria personale c ostituita da inc ontri,<br />

passaggi, situazioni. E’ <strong>un</strong> in<strong>di</strong>viduo c o-costruttore nel senso che si c ostruisce<br />

insieme agli altri attr averso lo scambio , la t enerezza, il litigio, la<br />

scoperta, la c om<strong>un</strong>icazione e l’asc olto r eciproco. Il bambino del nuo vo<br />

millennio è portatore <strong>di</strong> idee e <strong>di</strong> c ognizioni, ma è anche ricco <strong>di</strong> domande<br />

e <strong>di</strong> perché che si complicano, a mano a mano che cresce. L’adulto che<br />

gli è vicino ha il c ompito <strong>di</strong> sollecitare domande come strumenti utili alla<br />

conoscenza. La pedagogia della domanda generativa e non della risposta<br />

facilitatoria è <strong>un</strong>a <strong>di</strong>mensione utile anche quando si parla c on i genit ori.<br />

RIFLESSIONI<br />

Io sono <strong>un</strong> uomo e trovo che<br />

il mio p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista <strong>di</strong>verga<br />

da quello delle mie<br />

educatrici. Il mondo della<br />

scuola è in mano alle donne,<br />

spesso passa l’idea che il<br />

maschio debba sempre<br />

essere forte, non piangere<br />

mai.<br />

Ma allora <strong>di</strong> fronte a questa<br />

grande capacità del<br />

bambino <strong>un</strong> adulto si chiede:<br />

“Qual è il mio ruolo? Che<br />

cosa devo fare <strong>di</strong> fronte a<br />

questo bambino così<br />

competente?”<br />

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