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Shoe People vs Sneaker People<br />

Mark Skillz<br />

Citando Grandmaster Flash posso dirti che all’epoca la gioventù di colore<br />

si divideva tra shoe people e sneaker people – chi preferiva le scarpe eleganti<br />

e chi quelle da ginnastica, in pratica tra fichetti e b-boy. I b-boy hardcore<br />

erano i fan di DJ Kool Herc; normalmente avevano meno di ventun anni e<br />

quando andavano a una festa non erano mai soli, li accompagnava sempre<br />

la loro crew come protezione per via della situazione del Bronx dell’epoca.<br />

Erano giovani, grezzi e casinisti e volevano spassarsela ascoltando i breakbeat<br />

di pezzi come Give It To Me, Pussy Foot, Give It Up and Turn It Loose,<br />

Apache e Bongo Rock, tutta roba che non ascoltavi sulle frequenze della<br />

Wbls o della Ktu. Volevano ascoltare Ufo, The Mexican, Keep Your Distance,<br />

Frisco Disco, Phenomenal, God Made Me Funky. Volevano quelle chicche<br />

funk, quei break e quelle percussioni. Coke La Rock e Timmy Tim incitavano<br />

la folla parlando in un microfono collegato a una eco chamber. Questi<br />

giovani erano i prototipi dei fan della cultura hip hop di oggi. Spendevano<br />

i soldi della scuola per il loro stile, avevano un certo modo di parlare, di<br />

camminare e di vestirsi: uno stile di strada che non aveva ancora un nome<br />

ma che rappresentava una certa area della città. Per comprendere questa<br />

Super Pro Keds, le sneaker più in voga nel Bronx degli anni settanta<br />

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