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poteva minimamente immaginare come quel giorno avrebbe cambiato<br />
la sua vita.<br />
L’eccitazione era palpabile. Joey era entusiasta di quelle rime. La<br />
scena attrasse l’interesse di numerose persone che si radunarono intorno<br />
alla macchina per godersi quello spettacolo improvvisato. Il<br />
caso volle che in quel momento un amico di Joey stesse camminando<br />
proprio per Palisades Avenue con Guy O’Brien, Master Gee, MC di<br />
una crew chiamata Phase 2. Sentendo lo stile di Hank, l’amico si affrettò<br />
a parlare con Joey, totalmente preso da quel flow, e lo sfidò dicendogli<br />
che il suo amico Master Gee era decisamente meglio di<br />
quell’MC amatoriale. Incuriosito da quel mondo che stava iniziando<br />
a dischiudersi davanti ai suoi occhi, Joey decise di far accomodare<br />
anche Guy O’Brien nella sua macchina per metterlo alla prova e capire<br />
che cosa sapesse effettivamente fare.<br />
Ora nella macchina c’erano due MC. Master Gee improvvisò alcune<br />
rime del suo repertorio e Hank rispose sfoggiando il proprio.<br />
Joey Robinson era ormai convinto d’aver trovato le persone adatte al<br />
sogno di sua madre quando Wonder Mike, che stava suonando la<br />
chitarra dall’altra parte della strada, si avvicinò al finestrino e disse a<br />
Joey di essere anche lui un MC e di far parte della crew Sound on<br />
Sound. A quel punto, Joey fece salire in macchina Wonder Mike e<br />
partì in direzione di casa propria. Non stava più nella pelle dall’eccitazione,<br />
non vedeva l’ora di far sentire il rap di quei tre ragazzi a sua<br />
madre Sylvia. E in effetti aveva fatto centro. Sylvia Robinson era entusiasta<br />
della musicalità di quelle tre voci e delle rime improvvisate e<br />
capì di avere trovato le persone con cui realizzare il suo progetto di<br />
incidere un disco rap. Aveva quell’idea fissa dalla sera in cui Lovebug<br />
Starski aveva suonato per il suo compleanno all’Harlem World.<br />
Quei tre giovani sarebbero diventati la Sugarhill Gang, primo gruppo<br />
della neonata etichetta Sugar Hill Records.<br />
L’incontro avvenne di venerdì e il lunedì successivo erano già tutti<br />
in studio pronti per incidere il pezzo. Rapper’s Delight, questo il<br />
nome del singolo, fu completato in un solo giorno: in poche ore venne<br />
registrata la base, sulle note di Good Times degli Chic, e il rap fu<br />
realizzato in un’unica incisione. L’unica frase scritta di un pezzo che<br />
dura sedici minuti è l’intro in cui Wonder Mike recita: “Quello che<br />
stai ascoltando non è un test, stiamo rappando su un beat...” anticipando<br />
al mondo quella rivoluzione musicale che l’avrebbe investito<br />
da lì a breve. L’intuizione di Sylvia Robinson si rivelò vincente. Rap-<br />
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