3. Obiettivi istituzionali e strategie aziendali - Azienda Ospedaliera ...
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<strong>3.</strong> <strong>Obiettivi</strong> <strong>istituzionali</strong> e <strong>strategie</strong> <strong>aziendali</strong><br />
Un secondo orientamento, rivolto principalmente a soggetti e professionisti non operanti all’interno delle<br />
Aziende, ha invece favorito la libera scelta partecipativa ad uno o più gruppi di lavoro desunti dallo<br />
schema elaborativo generale.<br />
Il risultato di questa associazione di professionisti ai gruppi di lavoro è stata notevole. Ai gruppi di lavoro<br />
hanno complessivamente aderito 332 professionisti.<br />
Afferenti per il 56% (186) all’<strong>Azienda</strong> USL, per il 28,6% (95) all’<strong>Azienda</strong> <strong>Ospedaliera</strong>-Universitaria, per il<br />
15,4% (51) a professionisti di Istituzioni, Organizzazioni ed Associazioni della comunità.<br />
Coordinati da un professionista e in stretto rapporto con il coordinamento tecnico del PAL, i gruppi hanno<br />
svolto l’attività elaborativa ricercando anche raccordi trasversali fra tematiche correlate. Con tempi<br />
differenziati di elaborazione, in gran parte motivati dalla maggior ampiezza del mandato e altre volte<br />
dalla complessità di temi trattati.<br />
Le priorità strategiche<br />
In questo quadro le priorità strategiche per le scelte programmatiche del PAL sono: l’equità e la<br />
qualità. L’equità rappresenta il consolidamento di un diritto per la comunità rispetto alle opportunità di<br />
cura disponibili, la valorizzazione di due ambiti specifici: l’accessibilità ai servizi (di prevenzione, di<br />
diagnosi, di cura, di riabilitazione, territoriali ed ospedalieri), che rappresenta un impegno comune a tutto<br />
il sistema sanitario e socio-sanitario provinciale, e la continuità assistenziale (ospedale-territorio e<br />
viceversa) che assume un carattere di trasversalità rispetto al sistema di cura in quanto coinvolge una<br />
pluralità di professionisti che devono operare in forma sempre più integrata.<br />
La qualità delle cure deve rappresentare un terreno di continuo miglioramento delle modalità di<br />
erogazione, di presa in carico e di sviluppo dei servizi e delle professioni. Essa trova riscontro nei<br />
seguenti ambiti: innovazione tecnologica intesa come strutture all’avanguardia che valorizzino il<br />
contesto di ricerca e innovazione, sia nell’ambito tecnologico che nei percorsi assistenziali (coniugando lo<br />
sviluppo tecnologico con e competenze dei professionisti), e risorse organizzative e professionali -il<br />
cosiddetto sviluppo del capitale intellettuale - che implica uno sforzo nuovo e profondo di rivisitazione dei<br />
diversi ruoli dell’organizzazione sanitaria, di formazione continua e aggiornamento, di rapporti più<br />
integrati con l’Università, di ricerca di professionisti ad elevato curriculum tecnico-professionale.<br />
Sul fronte della continuità assistenziale gli sforzi della comunità delle due Aziende sono potenziati per<br />
investire in profondità, al fine di raggiungere livelli sempre più elevati di equità. La continuità non<br />
afferisce infatti ad una parte o all’altra dell’organizzazione sanitaria. È da intendersi trasversale a tutto il<br />
sistema sociale, sociosanitario e sanitario provinciale. Si fonda sul coinvolgimento coordinato ed integrato<br />
di una pluralità di operatori e necessita di un programma speciale, articolato, partecipato e condiviso.<br />
Continuità, nel contesto del Pal, vuol dire, la linea strategica che emerge, la linea del prendersi cura della<br />
persona nel contesto di relazioni in cui vive e non solo della sua malattia, coordinare le relazioni tra i<br />
servizi, qualificare i processi assistenziali in percorsi fortemente integrati.<br />
La seconda scelta strategica dell’Atto di Indirizzo e che ha trovato sviluppo nella nuova programmazione<br />
triennale è quella della qualità: livelli sempre più significativi di qualità, tecnico-professionale e percepita<br />
dal cittadino, costituiscono un obiettivo di sistema irrinunciabile. Per questo è necessario investire, per<br />
consentire alla comunità provinciale di trovare sul territorio livelli di intervento al passo con le evidenze di<br />
efficacia e appropriatezza oggi disponibili in area sanitaria, socio-sanitaria, sociale (tratto da La scelta<br />
strategica dell’equità e della qualità, Il piano attuativo locale).<br />
Macro-area dell’accessibilità<br />
Sono quattro i gruppi di lavoro di questa macro-area, denominata accessibilità, con componenti di grande<br />
rilievo.<br />
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