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Rassegna Storica Crevalcorese - Comune di Crevalcore

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a pagamento della pesca nel canale che circondava il castello, dei gelsi per nutrire i<br />

bachi da seta, <strong>di</strong> alcuni locali interni alla porta <strong>di</strong> sopra; la sud<strong>di</strong>visione delle “Parti”<br />

era senza dubbio l’entrata principale.<br />

Una grossa lite (la Magna Lite) interessò a lungo la Comunità e l’Università<br />

Partecipante contro la nobile famiglia dei Caprara, in merito ad un fondo<br />

particolarmente importante. Si concluse nel 1679, anche grazie al <strong>di</strong>retto<br />

interessamento del Papa, dopo vicende complesse e lungaggini che possono solo<br />

essere intuite dal manoscritto <strong>di</strong> cui ci occupiamo. Proprio nel 1679 è nuovamente<br />

possibile riprendere il normale ciclo dell’assegnazione delle <strong>di</strong>visioni novennali<br />

dei “beni comunali”.<br />

A chiusura del secolo, proprio per sottolineare come la grande Storia entri a<br />

sconvolgere la vita quoti<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> un paese agricolo che chiedeva solo <strong>di</strong> essere<br />

<strong>di</strong>menticato dai potenti per vivere un po’ in pace, si ha notizia <strong>di</strong> santagatesi<br />

arruolati per far parte dell’esercito che <strong>di</strong>fende la cristianità (Vienna è asse<strong>di</strong>ata)<br />

dai Turchi.<br />

Il 30 maggio, presso il teatro F. Bibiena, l’esperienza è stata presentata alle<br />

famiglie e ai citta<strong>di</strong>ni. Hanno partecipato Rolando Dondarini e Beatrice Borghi<br />

dell’Università <strong>di</strong> Bologna, il presidente della Partecipanza agraria, Rodolfo<br />

Zambelli, il sindaco Daniela Occhiali e la <strong>di</strong>rigente dell’istituto comprensivo<br />

Angela Pessina.<br />

Alla volta <strong>di</strong> Roma<br />

Giuseppe Maria Felicani rimase assente da Sant’Agata per 213 giorni; partì il 13<br />

marzo 1675 assieme ai compaesani Domenico Riva e Giovanni Battista Bonfiglioli<br />

e, per la via <strong>di</strong> Toscana, raggiunse Roma il 26 marzo; lasciò la città il 30 settembre,<br />

da solo, e fece ritorno, per la via <strong>di</strong> Loreto, l’11 ottobre. Percorse 220 miglia<br />

all’andata e 289 miglia al ritorno. La prima domanda che ci si pone, leggendo la<br />

relazione, riguarda la scelta <strong>di</strong> una via <strong>di</strong>versa e più lunga per il ritorno. Accanto alle<br />

motivazioni religiose, il 1675 era un anno santo e Loreto era una meta importante<br />

nel circuito delle reliquie, pesarono senz’altro ragioni pratiche: il secondo itinerario<br />

era interno allo Stato della chiesa, le strade erano più comode. Nel 1739 Charles<br />

De Brosses, autore del celebre Viaggio in Italia, percorse la stessa strada da Bologna<br />

a Roma 5 ; facendo seguito a svariate lamentele per i <strong>di</strong>sagi subiti, giunto quasi alla<br />

fine del percorso, racconta come non avesse mai trovato “niente <strong>di</strong> più orribile,<br />

niente <strong>di</strong> più faticoso della strada da Siena al lago <strong>di</strong> Bolsena” e pertanto avesse<br />

maturato il proposito <strong>di</strong> passare al ritorno per la Marca <strong>di</strong> Ancona, nonostante ciò<br />

5 Ch. De Brosses, Viaggio in Italia. Lettere familiari, Bari, 1973. Il viaggio fu compiuto nel 1739,<br />

il testo fu pubblicato nel 1799. Il percorso da Bologna a Roma viene documentato nelle lettere<br />

XXIII e XXVIII.

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