Rassegna Storica Crevalcorese - Comune di Crevalcore
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nel compimento <strong>di</strong> una vera e propria impresa 9 . Ad eccezione della <strong>di</strong>stanza da<br />
Sant’Agata a Bologna, percorsa con due cavalli, e del tratto Monterosi - La Storta,<br />
percorso in <strong>di</strong>ligenza, marciarono a pie<strong>di</strong>, a una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> quasi 39 Km al giorno,<br />
in una stagione poco favorevole, a volte sotto la pioggia e la neve. Seguendo<br />
le in<strong>di</strong>cazioni della relazione si può in<strong>di</strong>viduare sulla carta attuale l’itinerario<br />
del viaggio 10 . Esso si articola lungo strade che mantengono ancora una grande<br />
importanza, come la Via Cassia, e altre strade, <strong>di</strong>ventate col tempo secondarie;<br />
il tracciato <strong>di</strong> alcune vie, e <strong>di</strong> nuovo si potrebbe portare la Cassia come esempio,<br />
è stato mo<strong>di</strong>ficato successivamente. La quasi totalità dei centri abitati è ancora<br />
esistente 11 , così come le chiese citate. Le osterie dove la delegazione alloggiò o si<br />
fermò per pranzare hanno a volte nomi suggestivi, il Pavone, il Giglio... spesso<br />
il loro nome coincide con quello <strong>di</strong> una località attualmente segnalata dalla carta<br />
stradale, Pietramala osteria, Giogo osteria, Bargino osteria; del servizio da esse<br />
fornito si dà spesso una efficace valutazione 12 ; quando la località raggiunta è un<br />
castello, molte volte viene preferita un’osteria fuori mura, probabilmente per non<br />
essere vincolati agli orari <strong>di</strong> apertura delle porte.<br />
Un’ ultima considerazione a proposito della misura del tempo. Spesso si trovano<br />
annotazioni sulle ore, ad esempio l’ora <strong>di</strong> arrivo in una località : “…giungessimo<br />
a Viterbo Città a hore 23”; essendo che il calcolo delle ore, in Italia, fino all’Età<br />
napoleonica, era effettuato a partire dal calar del sole 13 , si può presumere che l’arrivo<br />
in città fosse avvenuto verso le 18, così come intorno alle 9 è da collocare l’arrivo<br />
a Roma: “Adì 26 detto giorno <strong>di</strong> martedì entrassimo in Roma a Dio piacendo la<br />
mattina a hore 15”.<br />
9 Un esempio simile è quello citato da G. Cherubini, Pellegrini, pellegrinaggi, giubileo nel Me<strong>di</strong>oevo,<br />
Napoli, 2005, pp. 55,56: due religiosi, nel 1504, da Bologna raggiunsero Roma per presentare<br />
una supplica al papa; impiegarono do<strong>di</strong>ci giorni; le località citate fanno pensare a un’identità <strong>di</strong><br />
percorso.<br />
10 Nel 1675 l’itinerario comportava l’attraversamento del Granducato <strong>di</strong> Toscana. Il primo confine<br />
si trovava in località Le Filigare ove si trova ancora il fabbricato della dogana pontificia; si rientrava<br />
nello Stato della chiesa a Ra<strong>di</strong>cofani.<br />
11 San Lorenzo vecchio o san Lorenzo Castello come viene denominato nella relazione fu<br />
abbandonato successivamente per malaria; San Lorenzo nuovo fu costruito per volontà <strong>di</strong> Pio VI<br />
negli anni 1775-79. Guida d’Italia del T.C.I., Lazio, 2005.<br />
12 Mi hanno incuriosito le annotazioni sull’osteria della Posta, a Ra<strong>di</strong>cofani, perché <strong>di</strong>vergono da<br />
quelle solite; ecco cosa risulta nella Guida d’Italia del T.C.I., Toscana, 1974, p. 611: “Presso l’abitato, lungo<br />
la vecchia Cassia che lo aggira a O e a S, <strong>di</strong> fronte a una fontana tardo-rinascimentale con stemma<br />
me<strong>di</strong>ceo, sorge il cosiddetto Palazzo la Posta, villa me<strong>di</strong>cea <strong>di</strong> gusto manieristico con prospetto<br />
a doppio or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> logge. Sorta come casa <strong>di</strong> caccia <strong>di</strong> Fer<strong>di</strong>nando I, fu poi da lui trasformata in<br />
albergo-dogana tra il Granducato e lo Stato pontificio. Vi sostarono, tra altri personaggi, Montaigne,<br />
Chateaubriand, Pio VI, Pio VII, e Dickens.”<br />
13 Per la misura del tempo è interessante perché riferito al nostro territorio il saggio intitolato<br />
“Amarsi al tempo che si sgarbiva la fava. Le opere e i giorni in campagna e in città”, in O. Piccoli,<br />
Storie <strong>di</strong> ogni giorno in una città del Seicento, Bari, 2000.