Rassegna Storica Crevalcorese - Comune di Crevalcore
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in microfilm <strong>di</strong> cui ero in possesso. Si tratta del manoscritto conservato a Mosca<br />
presso la Biblioteca Statale Russa, Collezione Guenzburg, n. 786. Il manoscritto è<br />
membranaceo, misura mm. 150 x 110 ed è composto da 35 fascicoli quinioni per<br />
complessivi 350 fogli e 700 pagine. Il campo scrittorio è <strong>di</strong> mm. 90-95 x 80-85,<br />
compreso il Targùm. Il manoscritto non presenta la masora parva e magna, e lascia<br />
da questo intendere la sua destinazione all’uso liturgico, come conferma anche<br />
l’in<strong>di</strong>cazione degli inizi delle Haftaròt – ossia dei brani profetici che nella liturgia<br />
ebraica del sabato seguono la lettura della sezione settimanale del Pentateuco<br />
– nei margini superiore e inferiore, vale a <strong>di</strong>re nel luogo solitamente destinato<br />
alla masora magna. Il co<strong>di</strong>ce si trova in cattivo stato <strong>di</strong> conservazione, con <strong>di</strong>versi<br />
fascicoli slegati per rottura delle cuciture; esso contiene il testo della Toràh, in<br />
grafia quadrata <strong>di</strong> tipo italiano con vocali e accenti, il testo del Targùm o versione<br />
aramaica del Pentateuco <strong>di</strong> Onqelos nei margini esterni <strong>di</strong> ogni pagina (a sinistra<br />
nel recto e a destra nel verso) in grafia semicorsiva italiana senza vocali; nei margini<br />
inferiore e superiore l’in<strong>di</strong>cazione dell’inizio delle Haftaròt relative al brano biblico<br />
della pagina; la Toràh si conclude al f. 327r dove il copista ha evidenziato con dei<br />
tratti <strong>di</strong> penna il suo nome עשוה (Hošea‘, in realtà il nome affine [Ye]hoshua, con<br />
obliterazione della yod iniziale tramite due punti soprascritti - Fig. 4). Al f. 327v<br />
compare il colophon, in un inchiostro sbia<strong>di</strong>to che ha assunto un colore marrone<br />
chiaro. Al f. 328r inizia il testo delle Haftaròt per le principali festività ebraiche. È<br />
presente una foliazione recente a matita da f. 1r al f. 342v. Gli incipit dei cinque libri<br />
del Pentateuco sono ornati da pregevoli fregi policromi a inchiostro azzurro, verde<br />
e ciclamino che li abbelliscono (si veda Esodo, Fig. 1; Levitico Fig. 2; Numeri Fig. 3),<br />
ma purtroppo quello del libro della Genesi, che si intravede essere stato il più bello<br />
e riccamente miniato, è stato completamente annerito dall’umi<strong>di</strong>tà, presentandosi<br />
scuro ed illeggibile. Nel testo ebraico della Toràh compaiono dei taghìn ossia le<br />
coroncine tipiche che ornano alcune lettere ebraiche come accade normalmente<br />
nel Sèfer Toràh, in particolare sulla lettera ebraica he, che ha sopra due o tre trattini,<br />
come ad esempio nella parte finale <strong>di</strong> Numeri (ve<strong>di</strong> Fig. 3).<br />
Le ultime righe del colophon, proprio quelle che contengono luogo e data in<br />
cui è stata completata la copia del manoscritto, non erano prima leggibili nelle<br />
riproduzioni fornitemi dallo Institute of Microfilmed Hebrew Manuscripts,<br />
annesso alla Jewish National and University Library <strong>di</strong> Gerusalemme; ci venivano<br />
tuttavia in aiuto le informazioni forniteci da Senior Sachs che compilò un sintetico<br />
catalogo dei co<strong>di</strong>ci della collezione Guenzburg, mentre questa si trovava ancora<br />
temporaneamente a Parigi 4 . Sachs non riporta il colophon per esteso, ma si limita<br />
a registrare che il nostro manoscritto era stato copiato: qui ad Allegralcore bolognese<br />
4 S. SACHS, Reshimat sefarim kitve-yad be-otzar ha-sefarim shel Guenzburg (Lista dei manoscritti della<br />
Biblioteca Guenzburg), manoscritta, [Parigi] 1882.