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Rassegna Storica Crevalcorese - Comune di Crevalcore

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in<strong>di</strong>viduare e far emergere i giovani talenti locali. I cantanti erano per l’occasione<br />

accompagnati dal gruppo musicale “Cunetta e i suoi Boys”.<br />

Il concorso metteva in risalto le qualità canore della crevalcorese Mirna Chelli e<br />

decretò vincitrice Carmen Villani che sarà famosa a livello nazionale come cantante, così<br />

come Gianfranco Chelli come conduttore <strong>di</strong> spettacoli televisivi e opinionista tv.<br />

Altra scoperta <strong>di</strong> quella manifestazione era stata il cinema Teatro Ver<strong>di</strong>, una<br />

struttura moderna, spaziosa che, spuntata quasi per miracolo sul suolo <strong><strong>Crevalcore</strong>se</strong>,<br />

si <strong>di</strong>mostrava estremamente <strong>di</strong>sponibile alle iniziative della gioventù locale.<br />

La situazione era colta al volo da Gianfranco Chelli che, trasformatosi in<br />

impresario teatrale, iniziava la produzione <strong>di</strong> spettacoli che avrebbero finito col<br />

coinvolgere tutto il paese, in parte sul palco come attori o collaboratori, in parte<br />

in platea come spettatori. Tutto quanto faceva spettacolo, musica, canzoni, balli,<br />

recitazioni <strong>di</strong> brani teatrali e poesie; il varietà <strong>di</strong> Chelli si adattava alle doti degli<br />

artisti <strong>di</strong>lettanti. Collaboravano cucendo trame, sceneggiature ed effetti speciali<br />

Carlo Zucchini, Silvano Albertini e Gigi Suffriti, mentre l’autore delle scenografie<br />

era il pittore Giuseppe Can<strong>di</strong>ni. Attorno al Ver<strong>di</strong> si formava un gruppo <strong>di</strong> <strong>di</strong>lettanti<br />

che sulle locan<strong>di</strong>ne si definiva “Compagnia Instabile del teatro <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong>”. Le<br />

prove si svolgevano <strong>di</strong> notte all’interno della biblioteca, che allora si trovava in<br />

Via Roma nel palazzo comunale e dove stranamente esisteva una macchina da<br />

cucire, con la quale gli attori, aiutati dal bibliotecario particolarmente creativo,<br />

confezionavano con stracci e cartoni abiti <strong>di</strong> scena all’apparenza perfetti.<br />

Sul palco del Cinema Teatro Ver<strong>di</strong> erano così rappresentati “Vento d’Estate” nel<br />

1959, “Missile d’argento” e “Autunno d’amore” nel 1960, “Crevalcorissimo” nel<br />

1961, spettacolo che prendeva spunti dalle vicende storiche del nostro paese.<br />

Fra il 1959 e il 1960, la scena dell’informazione <strong><strong>Crevalcore</strong>se</strong> era ravvivata dalla<br />

comparsa <strong>di</strong> due nuovi giornali: Il Castello, mensile della Democrazia Cristiana, e Il<br />

Ranocchio, perio<strong>di</strong>co locale in<strong>di</strong>pendente sostenuto dai partiti <strong>di</strong> sinistra.<br />

Si fossero chiamati Don Camillo e Peppone avrebbero imme<strong>di</strong>atamente<br />

reso finalità e modalità dell’informazione che intendevano fornire, il principale<br />

argomento trattato dai due perio<strong>di</strong>ci era, infatti, la politica; non mancavano<br />

comunque notizie <strong>di</strong> cronaca, costume, sport e spettacolo.<br />

A testimonianza del <strong>di</strong>ffuso interesse per il cinema, trovava spazio, in entrambi<br />

i giornali, una rubrica <strong>di</strong> critica cinematografica.<br />

Lo pseudonimo “Cineasta” celava l’identità dell’autore della “Cronaca del<br />

cinema” che appariva sul Castello. “Cineforum” era invece il titolo della rubrica<br />

tenuta sulle pagine del Ranocchio dal poliedrico Gianfranco Chelli.<br />

Un articolo del Ranocchio dell’aprile 1960, ci riporta all’atmosfera dell’epoca,<br />

raccontando <strong>di</strong> uno spettacolo musicale che aveva avuto luogo al Cinema Ver<strong>di</strong>:<br />

Serata della canzone al “Ver<strong>di</strong>”<br />

Sull’Italia <strong>di</strong> Riva, <strong>di</strong> Tortora e <strong>di</strong> Bongiorno, sull’Italia del «Musichiere» e <strong>di</strong> «Campanile

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