Rassegna Storica Crevalcorese - Comune di Crevalcore
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Fig.14. Luciano Poppi<br />
Il notevole impegno <strong>di</strong> risorse da destinare all’opera aveva fatto nascere<br />
all’interno della Cooperativa timori e contrasti che si risolvevano solo con l’arrivo <strong>di</strong><br />
nuovi soci: Setti Guido, Calzolari Tonino, Botti Maria, Molinari Areodante. Così il<br />
19 Aprile del 1949 la Cooperativa rinunciava alla concessione dell’area fabbricabile,<br />
ma la chiedeva il giorno seguente a proprio nome e a quello dei nuovi soci .<br />
La Giunta rinnovava il parere favorevole ribadendo incoraggiamento e appoggi.<br />
Nel Giugno del 1949 approvava in via <strong>di</strong> massima il progetto, concedendo<br />
ufficialmente l’area fabbricabile; si trattava <strong>di</strong> una superficie <strong>di</strong> circa 1650 metri<br />
quadrati, il costo era stato fissato in 366.500 lire, calcolate valutando lire 100 al<br />
metro quadro i 641 metri delle ex fosse e 300 lire il metro quadro la superficie<br />
rimanente. La progettazione dell’e<strong>di</strong>ficio era stata affidata al crevalcorese Giuseppe<br />
Malaguti, noto anche come “l’architetto <strong>di</strong> Asmara”, città dell’ex colonia africana<br />
in cui egli aveva trascorso un lungo periodo della propria attività lavorativa e<br />
dove aveva anche collaborato alla progettazione <strong>di</strong> un grande cinema. Evidenti<br />
le influenze dello stile coloniale nel progetto, tanto che i <strong>Crevalcore</strong>si avevano<br />
scherzosamente battezzato la nascente struttura “il Fortino <strong>di</strong> Makkalè” .<br />
Ricomposti gli aspetti societari, i lavori riprendevano sotto la <strong>di</strong>rezione dello<br />
stesso Malaguti, ma si arrestavano <strong>di</strong> nuovo con i muri che arrivavano ai tre<br />
metri d’altezza. A bloccare le attività erano questa volta le osservazioni della<br />
Giunta Provinciale che, ritenendo il prezzo del terreno notevolmente inferiore a<br />
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