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Rassegna Storica Crevalcorese - Comune di Crevalcore

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convocato più volte tra i sapienti nominati dalla nuova signoria 15 . Tutto ciò sembra<br />

<strong>di</strong>mostrare che, pur nella <strong>di</strong>scontinuità tra i due regimi signorili, sia mancata la<br />

volontà, da parte dei Visconti, <strong>di</strong> procedere a una completa e totale rottura con il<br />

periodo precedente; inoltre i nuovi dominatori avevano interesse a sfruttare, per<br />

quanto possibile, la competenza <strong>di</strong> coloro che avevano già ricoperto uffici sotto<br />

il precedente regime.<br />

L’istituzione dei vicariati.<br />

Le <strong>di</strong>fficoltà economiche del contado bolognese e la necessità <strong>di</strong> alleggerire le<br />

spese a carico del comune spinsero la nuova signoria alla creazione <strong>di</strong> una nuova<br />

<strong>di</strong>strettuazione del contado, basata sui vicariati, che andavano a sostituire le vecchie<br />

podesterie <strong>di</strong> ban<strong>di</strong>era, circoscrizioni territoriali formate da più comunità, che si<br />

erano delineate fin dalla seconda metà del XIII secolo. La riforma venne preparata<br />

da una commissione <strong>di</strong> nove citta<strong>di</strong>ni, le cui deliberazioni, approvate dalla signoria,<br />

confluirono poi negli statuti del 1352 16 .<br />

Il vicario era nominato dal signore e durava in carica sei mesi; la sua familia<br />

era costituita da un notaio e quattro famuli 17 . La sua giuris<strong>di</strong>zione si estendeva alle<br />

cause <strong>di</strong> valore inferiore alle 5 lire <strong>di</strong> bolognini (pari a 100 sol<strong>di</strong>). Ogni causa non<br />

15 Ibidem, p. 208. Ad esempio Brunino Bianchi è preposto all’ufficio delle biade, continuando<br />

quin<strong>di</strong> ad occuparsi <strong>di</strong> problemi annonari come al tempo dei Pepoli (LORENZONI, cit., p. 253). Anche<br />

altre figure vicine ai Pepoli collaborano con i Visconti: Bono Magnani, cognato <strong>di</strong> Riccardo Fantuzzi,<br />

è spesso tra nominato tra i sapienti e gli anziani (LORENZONI, cit., passim); Tettalasina Flamenghi<br />

è nominato sapiente circa la <strong>di</strong>stribuzione del sale (ibidem, p. 303); Tommaso e Michele Schiasse<br />

ricoprono la carica <strong>di</strong> anziano (ibidem, p. 288); Guido e Pietro Lambertini vengono più volte chiamati<br />

a incarichi <strong>di</strong> responsabilità (ibidem, pp. 404, 406, 415). Il dottore in <strong>di</strong>ritto canonico Giovanni <strong>di</strong> S.<br />

Giorgio viene impiegato come ambasciatore (ibidem, p. 294), mentre Giacomo Mezzovillani, che era<br />

stato molto vicino ai Pepoli, è nominato sapiente (ibidem, p. 301).<br />

16 Cfr. L. CASINI, Il contado bolognese durante il periodo comunale (secoli XII-XV), Bologna 1909, pp.<br />

277-79. Per questa redazione statutaria cfr. la seguente e<strong>di</strong>zione parziale: Gli statuti del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Bologna<br />

degli anni 1352, 1357; 1376, 1389 (Libri I-III), a cura <strong>di</strong> V. Brai<strong>di</strong>, 2 voll., Bologna 2002 (= Deputazione<br />

<strong>di</strong> Storia Patria per le Province <strong>di</strong> Romagna, Monumenti istorici. Serie Prima. Statuti) (d’ora in avanti:<br />

Statuti). Le norme relative all’istituzione dei vicariati si leggono nel vol. I, pp. 98-135.<br />

17 I nuovi vicari dovranno giurare sui Vangeli “quod ipsi sunt fideles et devoti reveren<strong>di</strong>ssimi<br />

in Christo patris et domini domini nostri domini Iohannis, Dei gratia sancte ecclesie Me<strong>di</strong>olanensis<br />

<strong>di</strong>gnissimi archiepiscopi, civitatum Me<strong>di</strong>olani, Bononie et cetera domini generalis” (Statuti, vol. I, p.<br />

98). E’ evidente dunque il rapporto <strong>di</strong> fedeltà molto stretto che lega il vicario al signore, senza più<br />

alcun riferimento alle istituzioni comunali; viceversa negli Statuti del 1376, dopo la restaurazione del<br />

comune, il medesimo giuramento riesumerà – quasi in una <strong>di</strong>mensione “archeologica” – il linguaggio<br />

politico comunale <strong>di</strong> inizio secolo, usato ancora negli anni 1334-1337, dopo la cacciata <strong>di</strong> Bertrando:<br />

i vicari dovranno infatti giurare “quod ipsi sunt veri amatores comunis et populi Bononie et presentis<br />

status libertatis” (Statuti, vol. II, p. 793).<br />

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