Macroarea Appennino meridionale - Regione Piemonte
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La realizzazione di questi documenti ha favorito sia un rapporto costruttivo tra Regioni e<br />
Ministeri nazionali competenti nella programmazione nazionale della ricerca, sia un confronto<br />
tra le Regioni che stanno progressivamente armonizzando metodologie e criteri di gestione<br />
e valutazione della ricerca svolta a livello regionale.<br />
Questo percorso interregionale di riflessione ed elaborazione ha condotto le Regioni a proporre<br />
al MIPAAF – limitatamente alle iniziative di innovazione e ricerca - una nuova forma di<br />
gestione dei Progetti Interregionali. Questo al fine di sviluppare una programmazione della<br />
ricerca in ambito sovra-regionale che integri le iniziative nazionali e regionali, laddove per<br />
alcuni temi di ricerca risulti più economico ed efficace agire in forma coordinata.<br />
I PROGETTI INTERREGIONALI DI RICERCA<br />
I progetti interregionali (P.I.) di ricerca nascono nel 2004 in applicazione della Legge 23 dicembre<br />
1999 n. 499, nella quale il Ministero per le politiche agricole e forestali, di concerto con le<br />
Regioni, individuava un nuovo intervento finalizzato al sostegno alla ricerca svolta con approccio<br />
interregionale (Programma Sviluppo Rurale, Sottoprogramma Innovazione e ricerca).<br />
I P.I. avviati sono stati 11 con una risorsa finanziaria pubblica complessiva di a 9.187.414,<br />
messa a disposizione dal Ministero, alla quale va aggiunta la quota di cofinanziamento dei<br />
beneficiari che ha condotto ad un investimento complessivo di oltre 12 milioni di euro.<br />
Ogni progetto interregionale è stato coordinato da una <strong>Regione</strong> capofila che è stata affiancata<br />
da un “Comitato di progetto” di cui facevano parte i rappresentanti delle Regioni e Province<br />
autonome aderenti al progetto stesso.<br />
Gli elementi essenziali della gestione dei P.I. sono stati:<br />
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l’utilizzo del bando pubblico per l’affidamento;<br />
la valutazione condotta utilizzando esperti tratti da elenchi pubblici riconosciuti;<br />
il cofinanziamento dei partecipanti;<br />
l’approccio multidisciplinare;<br />
l’attività realizzata per aree interregionali o macro-aree (insieme di più regioni con caratteristiche<br />
ambientali e socio-economiche sufficientemente omogenee);<br />
l’individuazione di obbiettivi applicativi che consentissero un rapido trasferimento dei risultati<br />
alle aziende mediante i servizi di sviluppo regionali.<br />
Anche per i ricercatori i progetti interregionali sono stati un banco di prova abbastanza nuovo.<br />
Dapprima, perché l’affidamento mediante bando pubblico implica la formazione di gruppi di<br />
ricerca in concorrenza tra loro per l’ottenimento delle risorse e quindi innalza la capacità competitiva<br />
del settore. Poi, perché si favorisce l’aggregazione e lo sviluppo di percorsi di ricerca<br />
tra soggetti che, pur possedendo competenze scientifiche differenti e operando in aree territoriali<br />
diverse, utilizzano metodologie comuni e condivise.<br />
IL PROGETTO MASO-GIS<br />
Nasce da un obbiettivo di ricerca individuato come prioritario dalla Rete Interregionale nell’ambito<br />
delle linee specifiche messe a punto dal proprio gruppo di competenza (GC) per il<br />
comparto “Foraggicoltura, zootecnica e industrie di trasformazione”. Il GC è un gruppo di<br />
lavoro composto da funzionari delle diverse Regioni, competenti nella materia, che si riuniscono<br />
periodicamente per la definizione dei temi di ricerca (vedi punto a) precedente). Il tema è<br />
stato ulteriormente affinato in sede di Comitato di Progetto, attraverso un’approfondita ricognizione<br />
dei progetti esistenti (conclusi e in corso).