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Macroarea Appennino meridionale - Regione Piemonte

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Il 2006 ha mostrato un rallentamento del ritmo di incremento della popolazione (Svimez,<br />

2007): nel corso dell’anno la popolazione italiana è, infatti, aumentata di circa 233 mila unità<br />

pari al 4,0 per mille abitanti; nel 2005 l’incremento era stato di 289 mila unità (4,9 per mille),<br />

nel 2004, anno di picco, il tasso di accrescimento della popolazione aveva raggiunto il 9,9‰.<br />

Con riferimento alle due grandi macroaree del Paese, i dati evidenziano come Mezzogiorno e<br />

Centro-Nord continuino a far registrare andamenti opposti delle singole voci del bilancio<br />

demografico. Il Mezzogiorno nel 2006 ha fatto registrare un calo di circa 12 mila residenti<br />

(Tabella 2), scendendo sotto i 20,750 milioni di residenti. Dopo una fase di sia pur moderata<br />

ripresa, tra il 2003 e il 2005, che aveva invertito il trend negativo dei primi anni del 2000, la<br />

popolazione del Sud ha ricominciato a diminuire. Anche nel precedente triennio di crescita<br />

demografica, la popolazione <strong>meridionale</strong> era aumentata a ritmi assai inferiori a quelli del<br />

Centro-Nord. Le ragioni di ciò sono imputabili, in primo luogo, alla dinamica migratoria <strong>meridionale</strong><br />

che continua a essere negativa, a causa di un saldo migratorio interno che si mantiene<br />

stabilmente superiore a quello estero.<br />

E in secondo luogo, alla flebile dinamica naturale, condizionata da una decrescente natalità e<br />

da una mortalità tendenzialmente stabile. Si consideri che circa il 70 % dell’aumento di popolazione<br />

(pari a circa 200 mila persone), fatto registrare dalle regioni meridionali tra il 2002 e il<br />

2005, è imputabile a operazioni di rettifica anagrafica, mentre alla dinamica naturale è attribuibile<br />

soltanto una piccola parte dell’incremento. Nel Mezzogiorno, la natalità continua a calare<br />

ed è ormai prossima a eguagliare i livelli medi del Paese nel suo insieme, mentre la mortalità<br />

risulta ancora un pò più bassa della media nazionale a causa del minore invecchiamento della<br />

popolazione. Nel 2006, il saldo naturale del Meridione è stato positivo e pari all’1‰ grazie a<br />

una natalità leggermente superiore alla mortalità: rispettivamente il 9,7‰ contro l’8,7‰. Tra<br />

le regioni con saldi naturali positivi e superiori alla media <strong>meridionale</strong> si segnalano soltanto<br />

Campania e Puglia, con valori pari, rispettivamente al 2,7‰ e all’1,3‰, mentre Sicilia e<br />

Calabria, pur esibendo saldi positivi, si collocano al di sotto del livello medio del Sud (0,8‰<br />

e 0,3‰). Tutte le altre regioni, invece, evidenziano saldi negativi superiori a quelli medi del<br />

Centro-Nord e di molte regioni centro-settentrionali. Nel Centro-Nord la tendenziale ripresa<br />

delle nascite ha invertito il trend della natalità in atto fino a metà degli anni ’90. Il processo di<br />

recupero ha fatto sí che oggi, in termini assoluti, nascano più bambini al Nord che al Sud e ciò<br />

anche al netto delle nascite di bambini stranieri.<br />

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