Macroarea Appennino meridionale - Regione Piemonte
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• la catena delle Serre, separata dalla Sila dalla depressione di Marcellinara (251 m), che si<br />
estendono con un doppio allineamento montuoso fino al passo del Mercante e da qui, con<br />
una breve e sottile cresta, si collegano con l’Aspromonte; la vetta più elevata è il Monte<br />
Pecoraro (1.420 m) che sovrasta le sponde ioniche;<br />
• il Massiccio dell’Aspromonte vasto ammasso conico di granito coperto di boschi dalla cui<br />
vetta più elevata, il Montalto (1.956 m), l’occhio spazia sul Tirreno e sullo Jonio.<br />
Ad affiancare i monti dell’<strong>Appennino</strong> Meridionale, ci sono quelli del Subappennino che si<br />
dividono in:<br />
• Subappennino Lucano: ne fanno parte i Monti del Cilento, con la catena dei Monti Alburni<br />
(1.741 m), il gruppo montuoso del Monte Cervati (1.899 m), del Monte Sacro (1.705 m) e<br />
del Monte Motola (1.700 m); anche i fianchi di queste montagne, cosí come quelle<br />
dell’<strong>Appennino</strong> Lucano, sono ricoperti da estese foreste di faggio;<br />
• Subappennino Dauno: è una catena montuosa che costituisce il prolungamento orientale<br />
dell’<strong>Appennino</strong> Campano; essa occupa la parte occidentale della Capitanata e corre lungo il<br />
confine della Puglia con il Molise e la Campania; il Subappennino Dauno è delimitato a<br />
nord dalla valle del Fortore, a est dal Tavoliere delle Puglie, a ovest dallo spartiacque appenninico<br />
e a sud dall’alta valle dall’Ofanto; le vette più importanti sono il Monte Cornacchia<br />
(1.152 m), il Monte Saraceno (1.145 m) e il Monte Crispignano (1.105 m).<br />
L’Italia Meridionale è caratterizzata, anche, dalla presenza dei cosiddetti ‘Antiappennini’, cioè<br />
quelle serie di gruppi e di catene totalmente indipendenti dalla principale, da cui sono separati<br />
da larghi e profondi avvallamenti. L’Antiappennino è costituito da un complesso piuttosto<br />
irregolare di sollevamenti montuosi, che s’incontrano più vicino alle coste, ai bordi esterni<br />
della zona subappenninica. In particolare, si distinguono due catene montuose di questo tipo:<br />
• Antiappennino Campano: dalla foce del Garigliano a quella del Sele, sempre lungo le rive<br />
del Tirreno, s’innalzano molti gruppi di montagne di origine vulcanica; tra il Garigliano e il<br />
Volturno, a nord di Sessa Aurunca, sorge il gruppo vulcanico di Roccamonfina e tra questo<br />
e il mare la breve catena calcarea di Monte Massico, famosa per la produzione del vino di<br />
Falerno molto apprezzato dagli antichi romani; tra il Matese e il Vulcano di Roccamonfina,<br />
nascono i Monti Trebulani e nel Sud della Provincia di Caserta, i Monti Tifatini; sul mare,<br />
nella zona retrostante Pozzuoli, sorge la zona vulcanica dei Campi Flegrei e più a sud, tra<br />
Napoli e Castellammare di Stabia, sorge il cono isolato del Vesuvio (1.281 m); infine, nella<br />
Penisola Sorrentina i Monti Lattari;<br />
• Antiappennino Apulo-Garganico: il Gargano, le Murge e le alture della penisola Salentina<br />
vanno considerate come un sottosistema distinto dall’<strong>Appennino</strong>, essendo di natura totalmente<br />
diversa:<br />
•<br />
il Promontorio del Gargano è separato dagli Appennini dalla depressione di San Severo;<br />
esso è formato da un altopiano di altezza media di 800 m che si estende dal Lago di Lesina<br />
a Manfredonia con monti isolati che sorgono sparsi, fra questi i più alti sono il Monte<br />
Calvo (1.056 m) e il Monte Spigno (1.010 m); la parte orientale forma il vero e proprio<br />
promontorio ed è coperta da ampie foreste che prendono il nome di Foresta Umbra;<br />
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