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Terra, Fuoco, Acqua, Aria: LA CALCE A cura di Alessandro Battaglia ...

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2.4 Romani<br />

Immagine 2.4 Acquedotto lungo la Via Appia<br />

<strong>Terra</strong>, <strong>Fuoco</strong>, <strong>Acqua</strong>, <strong>Aria</strong>: La Calce<br />

A Roma l’impiego <strong>di</strong> un conglomerato calce-pietre trova prima<br />

documentazione nel 300 a.C. con le opere <strong>di</strong> Appio Clau<strong>di</strong>o Cieco:<br />

l’acquedotto Appio e la Via Appia, immagine 2.4. I Romani migliorarono<br />

notevolmente la tecnologia <strong>di</strong> produzione della calce aerea, cocendo<br />

calcari <strong>di</strong> buona qualità e spegnendo ac<strong>cura</strong>tamente la calce viva<br />

risultante che, successivamente, veniva mescolata con sabbia pulita.<br />

Essi conoscevano solo la calce aerea, cioè quella capace <strong>di</strong> fare<br />

presa a contatto con l’aria, mentre era sconosciuta la calce idraulica, in<br />

grado <strong>di</strong> fare presa anche sott’acqua. I Romani erano tuttavia in grado<br />

<strong>di</strong> ottenere malte idrauliche aggiungendo all’impasto la pozzolana.<br />

Come i Greci e i Fenici prima <strong>di</strong> loro, anch’essi non ignoravano che<br />

alcuni depositi vulcanici, quando venivano macinati e mescolati con<br />

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