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Terra, Fuoco, Acqua, Aria: LA CALCE A cura di Alessandro Battaglia ...

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80<br />

Capitolo V<br />

ratteri <strong>di</strong> debole idraulicità. Ma in questo ed altri documenti si vedono<br />

prescrivere la moretta <strong>di</strong> Rivara, la bigia <strong>di</strong> Casale, la giallo-aranciato,<br />

con morbide sfumature, <strong>di</strong> Pontestura e quella <strong>di</strong> Lauriano dal tono più<br />

acceso; tutte calcine magre dalle pallide colorazioni, ovvero calcari<br />

con qualche parte d‟argilla, i quali, una volta calcinati, venivano dati<br />

“in pietra” da spegnersi o “in polvere” già spenta.<br />

Il campionamento delle pietre da calce è stato effettuato in cave sfruttate<br />

sino al recente passato, abbandonate o in <strong>di</strong>suso, che si trovano<br />

sparse sulle alture della zona inscritta nell‟area <strong>di</strong> cui si è detto sopra,<br />

così come descritto dagli architetti rinascimentali. I sei campioni <strong>di</strong><br />

pietra prelevati sono stati uniformemente franti e ridotti ad un‟unica<br />

granulometria <strong>di</strong> 2 centimetri circa. I campioni sono stati quin<strong>di</strong> sottoposti<br />

a cicli <strong>di</strong> cottura costanti in muffola, della durata <strong>di</strong> 18 ore ciascuno.<br />

Nel forno si sono simulate temperature <strong>di</strong> cottura raggiungibili<br />

con il tra<strong>di</strong>zionale combustibile costituito da fascine <strong>di</strong> legna. La temperatura<br />

iniziale della massa, pari a 750°C, è stata successivamente e<br />

progressivamente innalzata a 800°C, 850°C, 900°C e 950°C.<br />

Ciò che costituisce oggetto <strong>di</strong> sorpresa, è che i calcari marnosi presi in<br />

esame, che all‟aspetto si mostravano originariamente fra il liscio ed il<br />

rugoso, e che sulla superficie <strong>di</strong> taglio fresco appaiono <strong>di</strong> un colore<br />

che vira dal nocciola chiaro con patine ocracee al biancastroazzurrognolo,<br />

una volta calcinati e spenti, mostrano toni cromatici del<br />

tutto inaspettati. Le calci idrauliche naturali in polvere virano dal gialliccio<br />

spento-opaco al nocciola rosato; dal bigio al bigio-nocciola; dal<br />

bigio scuro al nocciola-rossastro; dal nocciola-ocra al nocciolino chiaro,<br />

similmente a quanto si è potuto verificare dall‟indagine cromatica<br />

già condotta sulle originarie malte impiegate nell‟architettura del nostro<br />

centro e sud d‟Italia. Conclu<strong>di</strong>amo notando che, né la frazione argillosa<br />

contenuta nelle Alberine, né il rapporto nella terna (Allumina,<br />

Silice, Ferro), che compone l‟argilla medesima, può far pre<strong>di</strong>re il colore<br />

delle marne cotte o le malte con esse confezionate. Ciò fa si<strong>cura</strong>mente<br />

ritenere che in passato, solo la specifica conoscenza dei siti <strong>di</strong><br />

approvvigionamento delle materie prime e la tra<strong>di</strong>zione, fossero gli<br />

elementi che determinavano i cromatismi derivanti dal colore delle<br />

calci usate.

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