Terra, Fuoco, Acqua, Aria: LA CALCE A cura di Alessandro Battaglia ...
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Capitolo IV<br />
possono essere parte dell’aggregato dei campioni indagati. Si è trovato<br />
nelle malte dell’Ultima Cena <strong>di</strong> Leonardo, della brucite; così come si è<br />
trovato dell’idrossido <strong>di</strong> magnesio amorfo nelle malte <strong>di</strong> importanti<br />
vestigia <strong>di</strong> varia architettura storica.<br />
Il magnesio carbonato si converte in ossido <strong>di</strong> magnesio (magnesia o<br />
periclasio, l’equivalente della calce viva) ad una temperatura decisamente<br />
più bassa <strong>di</strong> quella necessaria per convertire il calcio carbonato<br />
in calce viva. Quando la calce è ben cotta la magnesia tende ad essere<br />
stracotta e può essere origine <strong>di</strong> tutti i problemi normalmente associati<br />
ad una lenta idratazione. Pertanto, speciale <strong>cura</strong> è richiesta per spegnere<br />
questo tipo <strong>di</strong> calce. Un metodo è <strong>di</strong> estinguerla sotto pressione in<br />
un’autoclave; un altro è <strong>di</strong> lasciarne macerare il grassello per lungo<br />
tempo. Il solito consiglio è <strong>di</strong> seguire le tra<strong>di</strong>zioni locali ed essere coscienti<br />
dei rischi; ma deve essere sottolineato che, laddove vengono<br />
usate calci magnesiache, queste godono <strong>di</strong> ottima reputazione, dato<br />
che la loro presa è più veloce e sviluppano una maggiore resistenza.<br />
E’ <strong>di</strong>mostrato che le mitiche “malte porcellane”, composte da calce<br />
magnesiaca e caolino calcinato, che hanno fatto la storia delle resistentissime<br />
strutture genovesi, non sarebbero così tenaci se non fossero<br />
state confezionate con calci ottenute da calcari magnesiaci. Dai <strong>di</strong>aloghi<br />
intercorsi con i vecchi depositari della secolare pratica della preparazione<br />
delle malte porcellane emerge un dato che sembra determinante<br />
ai fini della scelta dei materiali per la preparazione del legante storico:<br />
la calce magnesiaca, facilmente reperibile in suolo ligure, dà i migliori<br />
risultati se calcinata a bassa temperatura (730-750°C). Orbene, il<br />
caolino della Tolfa, usato dai vecchi genovesi come elemento pozzolanico,<br />
risulta essere fortemente reattivo se calcinato alla stessa temperatura.<br />
C’è da chiedersi se originariamente la scelta, più o meno cosciente,<br />
dell’uso delle calci magnesiache non fosse dettata più dalla<br />
necessità <strong>di</strong> sfruttare materie locali, piuttosto che per rendere le malte<br />
qualitativamente migliori. Sta <strong>di</strong> fatto, però, che i risultati scientifici<br />
non possono che mettere in forte evidenza la capacità, la consapevolezza<br />
e la perfezione raggiunta dai nostri predecessori, con una raffinatissima<br />
conoscenza, consacrata da secoli <strong>di</strong> esperienza.<br />
Cuocere il caolino a dolcissima temperatura doveva essere una tecnica<br />
acquisita con secoli <strong>di</strong> ripetute esperienze. Se la temperatura <strong>di</strong> calcinazione<br />
del caolino eccede gli 850°C vi è una trasformazione della<br />
materia in mullite, che rende il composto scarsamente reattivo con