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Terra, Fuoco, Acqua, Aria: LA CALCE A cura di Alessandro Battaglia ...

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Capitolo V<br />

Mettere assieme calce e cocciopesto significa conferire alle malte,<br />

composte con questi due materiali, un carattere <strong>di</strong> idraulicità che altrimenti<br />

non si avrebbe usando le comuni sabbie. Tra le due materie<br />

amiche vi è, infatti, un‟affinità chimica, che è, peraltro, la stessa affinità<br />

che il materiale fittile, che costituisce le murature, ha con le malte<br />

<strong>di</strong> calce. L‟antica regola insegnata, per far penetrare la calce nei più<br />

profon<strong>di</strong> meandri e le porosità dei mattoni, consisteva nel bagnare fino<br />

a saturazione il muro, in modo che la calce ad esso sovrapposto si veicolasse<br />

il più possibile ra<strong>di</strong>calmente all‟interno del cotto per reagire<br />

idraulicamente con gli strati più intimi della materia. Da ciò la ragione<br />

della reiterata battitura delle malte fresche. Battere la malta significava<br />

anche spingere i granuli <strong>di</strong> calce all‟interno delle porosità, vuotando<br />

queste dall‟acqua contenuta. Su questa pratica <strong>di</strong>scutono i progettisti<br />

<strong>di</strong> tutti i tempi e ne fanno espresso riferimento nelle loro pubblicazioni.<br />

Lo Juvara, per esempio, con esasperato puntiglio insiste che i suoi<br />

mastri tuffino i mattoni in un “cebro” d‟acqua prima <strong>di</strong> servirsene. Il<br />

minuzioso Viola Zanini raccomanda: “Devono anco le muraglie esser<br />

ben bagnate fino a tanto che gettandovi l‟acqua va<strong>di</strong> a basso senza<br />

fermarsi sopra il muro, lasciando nel bagnar qualche volta impassire il<br />

muro, e se posta ancor l‟orechia al muro, finito <strong>di</strong> bagnare, non si senta<br />

rumor <strong>di</strong> friggere, dar segno <strong>di</strong> essere bagnato a sufficienza” .<br />

Sugli spessi strati <strong>di</strong> malta <strong>di</strong> cocciopesto, i romani applicavano un<br />

Opus Marmoratum temperato con oli ed altre materie organiche, steso<br />

a più strati e levigato alla perfezione; e quando l‟intonaco si era perfettamente<br />

asciugato, su <strong>di</strong> esso veniva soffregato altro olio o grasso<br />

animale al fine <strong>di</strong> garantire l‟impermeabilità e la durabilità delle materie.<br />

Parlando della lavorazione del cocciopesto non si può, però, tralasciare<br />

una delle più peculiari pratiche <strong>di</strong> finitura superficiale che in<br />

passato hanno mirabilmente sfruttano le caratteristiche della reazione<br />

<strong>di</strong> presa idraulica fra calce e polvere <strong>di</strong> mattone: la sagramatura.

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