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Terra, Fuoco, Acqua, Aria: LA CALCE A cura di Alessandro Battaglia ...

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5.7 Il cocciopesto<br />

<strong>Terra</strong>, <strong>Fuoco</strong>, <strong>Acqua</strong>, <strong>Aria</strong>: La Calce<br />

A prescindere dalle mo<strong>di</strong>fiche locali e dalle varianti artistiche dei<br />

singoli, i mastici preparati con l‟intento <strong>di</strong> farli durare nel tempo, derivano<br />

tutti dall‟antico uso dei mastici inventati per tonacare le superfici<br />

interne delle cisterne per l‟approvvigionamento idrico. La loro funzione<br />

e la conoscenza della loro preparazione risalgono probabilmente ai<br />

perio<strong>di</strong> in cui si costruirono le prime riserve d‟acqua.<br />

Il perfezionamento <strong>di</strong> tale pratica ha dato nei secoli un carattere <strong>di</strong> uniformità<br />

a tutta la cultura del costruire dei popoli civilizzati, con mo<strong>di</strong>,<br />

gesti e conoscenze da sempre tramandate e ripetute.<br />

I lacerti <strong>di</strong> spessi strati <strong>di</strong> Opus Signinum, che ricoprono l‟interno delle<br />

cisterne del periodo <strong>di</strong> Salomone, in Israele (IX sec a.C.), le soli<strong>di</strong>ssime<br />

croste <strong>di</strong> Qadad, il tipico intonaco che ricopriva le pietre squadrate<br />

dell‟antica <strong>di</strong>ga <strong>di</strong> Maribi, nello Yemen, le impermeabili intonacature<br />

<strong>di</strong> Tabbì che <strong>di</strong>fendevano le mura degli e<strong>di</strong>fici della Numi<strong>di</strong>a,<br />

sono ben descritti nell‟aurea opera <strong>di</strong> Vitruvio.<br />

Impastare la calcina viva con olio, ed ad<strong>di</strong>tivarne la mestica con albume<br />

d‟uovo, sembra fosse stata la pratica più <strong>di</strong>ffusa. Al legante così<br />

preparato venivano aggiunte sabbie e scaglie <strong>di</strong> marmo per confezionare<br />

malte, che sovente venivano applicate su spessi strati <strong>di</strong> cocciopesto.<br />

Gli smalti così preparati ed applicati, venivano ripetutamente<br />

battuti e costipati me<strong>di</strong>ante l‟uso <strong>di</strong> speciali mazzeranghe e pestelli,<br />

detti baculus, ed altri simili strumenti. L‟operazione <strong>di</strong> battitura degli<br />

intonaci freschi sembra essere stata l‟inderogabile regola che gli artigiani<br />

dovevano scrupolosamente osservare per ottenere degli smalti <strong>di</strong><br />

eccezionale qualità <strong>di</strong> durezza ed impermeabilità.<br />

Vitruvio così suggerisce: “Etiam i fluviatica aut in marina si qui testam<br />

tunsam et succretam ex tertia parte a<strong>di</strong>ecerit, efficiet materiae<br />

temperaturam ad usum meliorem” e come tradotto dall‟Amati, nel<br />

1829, il consiglio recita: “se nell‟arena, <strong>di</strong> fiume o <strong>di</strong> mare, vi si aggiunger<br />

una terza parte <strong>di</strong> matton pesto, e passato pel vaglio, <strong>di</strong>verr la<br />

calce <strong>di</strong> miglior riuscita e forza”.<br />

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