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esperienze di avvio degli organismi di vigilanza ex d.lgs n. 231/2001

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Personalmente, eviterei invece commistioni con il collegio<br />

sindacale, tenuto conto dei conflitti d’interesse potenziali<br />

che <strong>di</strong>scendono dalle ipotesi <strong>di</strong> corresponsabilità tra organo <strong>di</strong><br />

gestione e collegio sindacale contemplate dall’art. 2407 del<br />

co<strong>di</strong>ce civile. E resterei cauto sulla partecipazione alle riunioni<br />

<strong>degli</strong> organi gestori, per evitare commistioni tra il momento<br />

della <strong>vigilanza</strong> sul modello e quello delle scelte <strong>di</strong> amministrazione.<br />

Mi sembrano preferibili le soluzioni secondo cui<br />

l’organismo <strong>di</strong> <strong>vigilanza</strong> riferisce <strong>di</strong>rettamente al consiglio <strong>di</strong><br />

amministrazione, a garanzia dei necessari profili <strong>di</strong> autonomia<br />

e <strong>di</strong> capacità <strong>di</strong> iniziativa, che a mio parere meno si armonizzano<br />

con l’ipotesi <strong>di</strong> riferimenti <strong>di</strong>versi all’interno dell’ente.<br />

Continuando il <strong>di</strong>scorso, requisiti rilevanti per realizzare<br />

questo livello necessario <strong>di</strong> autonomia mi sembrano essere<br />

anche quelli <strong>di</strong> onorabilità e professionalità dei componenti<br />

dell’organismo e quello, già ricordato nella sua introduzione<br />

dal prof. Forti, della adeguatezza della dotazione finanziaria.<br />

Un organismo <strong>di</strong> <strong>vigilanza</strong> privo <strong>di</strong> budget o limitato da<br />

risorse incongrue coi compiti da espletare, già solo per questo<br />

risulterebbe privo <strong>di</strong> operatività in termini apprezzabili; e ciò<br />

in un contesto in cui autonomia e poteri <strong>di</strong> controllo adeguati<br />

rappresentano un in<strong>di</strong>ce assai significativo dell’effettività<br />

della funzione <strong>di</strong> <strong>vigilanza</strong>, specie nella parte che riguarda la<br />

prevenzione dei reati commessi dagli apicali, con un risvolto<br />

ulteriore nei profili della durata e delle modalità <strong>di</strong> revoca o <strong>di</strong><br />

rinnovo dell’incarico <strong>di</strong> componente dell’organismo <strong>di</strong> <strong>vigilanza</strong>.<br />

Questo vale sia per il professionista esterno sia per l’eventuale<br />

soggetto interno incaricato della funzione. Chiarisco<br />

che, dal mio punto <strong>di</strong> vista, l’autonomia nell’esercizio delle<br />

attività <strong>di</strong> controllo non costituisce uno status, una sorta <strong>di</strong><br />

“posizione” riconosciuta nell’organigramma aziendale: l’autonomia<br />

è requisito “funzionale”, da riscontrare e da confermarsi<br />

attraverso le connotazioni strutturali dell’organismo <strong>di</strong><br />

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