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esperienze di avvio degli organismi di vigilanza ex d.lgs n. 231/2001

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ecc.). È chiaro che, vista la necessità che ho prospettato all’inizio<br />

<strong>di</strong> attenersi a una visione sistemica dei problemi e delle<br />

relative soluzioni, la pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> certi protocolli ben<br />

concepiti, strutturati e attuati, potrebbe sopperire a caratteristiche<br />

attinenti alla composizione dell’organismo <strong>di</strong> <strong>vigilanza</strong><br />

non totalmente sod<strong>di</strong>sfacenti: nel momento in cui l’impresa<br />

desse segno <strong>di</strong> aver <strong>di</strong>sciplinato, proceduralizzato, i meccanismi<br />

<strong>di</strong> controllo, forse questo consentirebbe <strong>di</strong> sorvolare almeno<br />

in parte sul fatto che i soggetti che fanno parte dell’organismo<br />

<strong>di</strong> <strong>vigilanza</strong> non esprimano eccellenza sul piano professionale<br />

o siano perfettamente a conoscenza delle logiche<br />

aziendali. La prospettiva “<strong>di</strong>namica”, funzionale, deve avere il<br />

sopravvento sulla considerazione della “statica” organizzativa.<br />

E credo che una tale prospettiva non debba esimersi dal trarre<br />

elementi anche da una “visione d’insieme” dell’organizzazione<br />

aziendale legata a quella che potremmo chiamare una <strong>di</strong>ffusa<br />

“cultura della legalità”, una “cultura etica” d’impresa, che<br />

può essere ricostruita all’interno dell’azienda attraverso mille<br />

in<strong>di</strong>catori e richiede soprattutto una particolare sensibilità e<br />

attenzione al modo in cui si svolgono concretamente i rapporti<br />

tra le persone. Tutto ciò, mi rendo conto, nella prospettiva <strong>di</strong><br />

chi si trova ad accertare fatti <strong>di</strong> reato e responsabilità personali,<br />

può andare perso o comunque passare in secondo piano.<br />

Eppure ritengo che questa “atmosfera” <strong>di</strong> significati “relazionali”<br />

possa offrire una importante chiave <strong>di</strong> lettura e interpretazione<br />

per ponderare la reale sostanza preventiva delle scelte<br />

tecnico-organizzative adottate e praticate in azienda.<br />

EPIDENDIO: Vorrei trarre spunto da queste osservazioni,<br />

anche per riallacciarmi all’intervento del dott. Cascini, con<br />

il quale concordo circa le con<strong>di</strong>zioni che permettono la reale<br />

emersione dell’illecito dell’ente. Effettivamente, uno dei problemi<br />

maggiori è quello della concentrazione dei poteri e quello<br />

dei reati commessi dal vertice. Il che è anche, a mio avviso,<br />

uno dei punti critici del d.<strong>lgs</strong>. <strong>231</strong>/01. L’esistenza <strong>di</strong> un modello<br />

organizzativo idoneo e che effettivamente prevenga i reati,<br />

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