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Allegato 5<br />

Violenza fisica nei luoghi di lavoro: <strong>un</strong> rischio <strong>per</strong> la salute psichica<br />

(Renato Gilioli, Giuseppe Paolo Fichera, Silvia P<strong>un</strong>zi)<br />

Il fenomeno della violenza nei luoghi di lavoro e delle conseguenze <strong>sulla</strong> salute psichica di chi<br />

ne è vittima, sta catturando attenzione e interesse sempre maggiori da parte degli studiosi.<br />

I maggiori Istituti che se ne stanno attualmente occupando, come il National Institute for<br />

Occupational Safety and Health (NIOSH), l’International Labour Office (ILO), o la European<br />

Agency for Health and Safety at Work hanno da poco pubblicato dati allarmanti. In particolare,<br />

studi com<strong>un</strong>itari rivelano come il 4% della popolazione lavorativa riferisca di aver subito violenza<br />

fisica sul posto di lavoro (Paoli e Merlliè, 2001).<br />

Secondo <strong>un</strong>o studio del Bureau of Justice Statistics (BJS) nel <strong>per</strong>iodo dal 1993 al 1999, negli<br />

Stati Uniti, circa 1,7 milioni di <strong>per</strong>sone sono stati vittime di <strong>un</strong>’aggressione sul posto di lavoro.<br />

Nello stesso <strong>per</strong>iodo, secondo il Bureau of Labor Statistics’ Census of Fatal Occupational Injuries<br />

circa 800 <strong>per</strong>sone sono state uccise sul lavoro (www.cdc.gov/niosh/injury/traumaviolence.html).<br />

Una recente ricerca condotta in Sud Africa rivela che circa l’80% delle <strong>per</strong>sone intervistate ha<br />

subito aggressione sul lavoro; in Francia il numero di casi di violenze subite dal <strong>per</strong>sonale dei<br />

trasporti pubblici ha raggi<strong>un</strong>to la quota di 2.000 nel 1998 (Chappell e Di Martino, 2000).<br />

Di particolare interesse e rilievo è la distinzione presente in letteratura europea tra “violenza<br />

interna” e “violenza esterna”, ovvero tra le minacce e le aggressioni fisiche praticate sul lavoro da<br />

soggetti appartenenti all’organizzazione, o esterni ad essa.<br />

Secondo European Fo<strong>un</strong>dation for Improvement of Living and Working Condition (Paoli e<br />

Merlliè, 2001), l’1.9% delle donne e l’1.2% degli uomini riferiscono di essere stati soggetti a<br />

violenza fisica sul luogo di lavoro da parte di <strong>per</strong>sone appartenenti alla stessa organizzazione.<br />

Sembrano essere particolarmente colpiti i settori della sanità e dei servizi sociali (5.3%),<br />

dell’educazione e dei trasporti (2%).<br />

La stessa fonte riporta tuttavia <strong>un</strong>a maggiore frequenza di episodi di violenza fisica sul luogo di<br />

lavoro da parte di soggetti esterni alle organizzazioni. Il 4.5% delle donne e il 3.5% degli uomini<br />

riferiscono di essere stati vittima di tali forme di violenza negli ultimi 12 mesi. La <strong>per</strong>centuale è<br />

sensibilmente maggiore nei settori lavorativi in cui il contatto con la clientela è più frequente: circa<br />

il 13% nel settore della sanità e dei servizi sociali, l’8% nella pubblica amministrazione, il 7% in<br />

hotel e ristoranti e il 5% nei trasporti ed educazione.<br />

Secondo European Agency for Health and Safety at Work (2002) <strong>un</strong>o degli atti di “violenza<br />

esterna” sempre più frequenti è l’aggressione a scopo di rapina, e i principali bersagli sono sportelli<br />

bancari, uffici postali, ed esercizi commerciali.<br />

La diffusione delle rapine è <strong>un</strong> problema particolarmente presente nel nostro paese; i dati forniti<br />

dall’ISTAT ci mostrano, infatti, come negli ultimi trentacinque anni si siano registrati, pur con varie<br />

oscillazioni, imponenti tassi di crescita tanto da far registrare ai giorni nostri <strong>un</strong> numero di rapine<br />

dieci volte su<strong>per</strong>iore rispetto a quello dei primi anni ’70 (Ministero dell’Interno, 2001).<br />

Per quanto riguarda l’incidenza degli sportelli bancari presi d’assalto <strong>per</strong> rapina, l’<strong>It</strong>alia è<br />

inoltre la stato europeo a più elevato rischio con <strong>un</strong>o sportello rapinato ogni 13, contro <strong>un</strong>a<br />

media europea di <strong>un</strong>o ogni 30 (Iaconis, 2002). Il tasso italiano di sportelli rapinati è ad esempio<br />

20 volte su<strong>per</strong>iore a quello della svizzera, 10 volte rispetto a quello della Grecia, 6 volte rispetto a<br />

Germania e Regno <strong>un</strong>ito, quadruplo rispetto alla Francia.<br />

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