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generi di conforto, utilizzo del tempo libero e animali domestici. Tutti questi aspetti, che<br />

caratterizzano la vita di ogni giorno, insieme alle risposte emotive che producono nelle <strong>per</strong>sone,<br />

determinano app<strong>un</strong>to quella tensione adattativa, che anche scientificamente è studiata come<br />

fenomeno dello stress.<br />

1.2. Il concetto di stress<br />

Con <strong>un</strong> brillante gioco di parole è stato ironicamente affermato che "lo stesso termine stress<br />

è <strong>un</strong>o degli aspetti più stressanti della ricerca sullo stress" (7). Hans Selye, che è <strong>un</strong>animemente<br />

considerato il padre di questo tipo di indagini, facendo il p<strong>un</strong>to di quarant'anni di attività, rilevò nel<br />

1976 che dalla sua prima lettera a Nature, intitolata "Una sindrome prodotta da diversi agenti<br />

nocivi", 110.000 articoli erano stati pubblicati sul cosiddetto "concetto di stress" (8). Egli stesso si<br />

prese la briga di curare <strong>un</strong>a specie di enciclopedia in cui erano riportate e commentate 7518 voci<br />

bibliografiche fondamentali (9). Queste erano, ormai trenta anni fa, le dimensioni di <strong>un</strong>a ricerca,<br />

che pur alimentando discussioni spesso accese, è andata avanti informando la medicina di <strong>un</strong><br />

approccio innovativo che sta faticosamente trovando concrete possibilità di applicazione.<br />

La parola stress nel linguaggio anglosassone ha <strong>un</strong>a origine tecnologica: essa descrive<br />

l'azione di <strong>un</strong>a forza che deforma <strong>un</strong> corpo. Il concetto di stress è stato introdotto in biologia<br />

pressochè indipendentemente dalle scienze comportamentali e dalla fisiologia.<br />

Secondo il primo indirizzo, le ricerche sullo stress sono fondamentalmente riconducibili agli<br />

studi sulle conseguenze disadattative dei traumi psicologici nella genesi dei disordini mentali,<br />

soprattutto a sfondo neurotico.<br />

In fisiologia le ricerche sullo stress sono sorte sul terreno preparato dagli studi di C.<br />

Bernard, W. Cannon e soprattutto del già citato Selye. Mentre i primi due Autori hanno posto in<br />

rilievo rispettivamente l'importanza vitale dell'omeostasi e del ruolo di emergenza dell'adrenalina,<br />

il terzo ha individuato il corticosurrene quale sistema biologico reagente, in senso almeno<br />

inizialmente adattativo, a fronte di <strong>un</strong> larghissimo spettro di stimoli. Nella ricerca fisiologicamente<br />

orientata, l'attivazione del sistema simpatico neurovegetativo e dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene<br />

ha costituito <strong>per</strong> l<strong>un</strong>go tempo (e ancora oggi costituisce in gran parte) la definizione o<strong>per</strong>azionistica<br />

della reazione di stress. Con "definizione o<strong>per</strong>azionistica" si è inteso specificare che, secondo i<br />

principi di <strong>un</strong> certo "fisicalismo" biologico (movimento culturale positivista tendente a spiegare i<br />

fenomeni biologici attraverso leggi che riproducessero l'esattezza di quelle fisiche), l'<strong>un</strong>ica<br />

comprensione possibile del fenomeno in oggetto è attraverso la descrizione degli eventi organici -<br />

"o<strong>per</strong>azioni"- osservati.<br />

Originalmente i due approcci scientifici sono sorti in termini del tutto separati. Nel primo<br />

caso lo stress o trauma ha <strong>un</strong>a connotazione <strong>per</strong> lo più negativa e soggettivamente definita. Nel<br />

secondo caso la reazione di stress segue fondamentalmente <strong>un</strong> determinismo genetico: è aspecifica,<br />

può essere avversiva o appetitiva, ovvero rispettivamente causata da stimoli spiacevoli o piacevoli,<br />

e, come accennato, ha almeno inizialmente <strong>un</strong>a f<strong>un</strong>zione adattativa e ristorativa.<br />

Molti passi sono stati compiuti nel tentativo di formulare <strong>un</strong>a teoria <strong>un</strong>ificata, soddisfacente<br />

sia dal p<strong>un</strong>to di vista di <strong>un</strong>a interpretazione psicofisiologica del fenomeno dello stress, sia dal p<strong>un</strong>to<br />

di vista della sua misura (10). A ciò ha notevolmente contribuito l'introduzione di <strong>un</strong> ulteriore<br />

concetto, legato a <strong>un</strong>'altra parola intraducibile derivata dalla psicologia: coping (11). Con "coping"<br />

si intendono le risorse cognitive e comportamentali messe in gioco <strong>per</strong> controllare le domande<br />

interne o esterne create dalla situazione stressante, rispetto alla quale il soggetto non semplicemente<br />

"reagisce", ma "interagisce". Anche nell'ambito di <strong>un</strong>a visione schematicamente comportamentista,<br />

la <strong>per</strong>sonalità non è il semplice contenitore di meccanismi di risposta o <strong>un</strong> recipiente di stimoli, ma<br />

<strong>un</strong> agente interattivo con la realtà. Nella <strong>per</strong>sonalità i fattori genetici e quelli appresi lavorano<br />

insieme, dando luogo a tratti <strong>per</strong>manenti (es. il tem<strong>per</strong>amento) e a stati transitori (es. attacco di<br />

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