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anche standardizzato, in quanto – costituendo frequentemente l’indagine dell’idoneità lavorativa <strong>un</strong><br />
parere con valore medico legale – è opport<strong>un</strong>o che tale parere venga dato in termini verificabili e<br />
ripetibili.<br />
Presso l’ambulatorio “stress” del Centro Studi Patologia Cronico Degenerativa<br />
dell’Università di Milano, viene utilizzato da tempo l’ultima edizione della Minnesota Multiphasic<br />
Personality Inventory (MMPI), costituito da oltre seicento domande, <strong>per</strong> <strong>un</strong>a compilazione<br />
aggirantesi mediamente intorno ai novanta minuti. E’ stata s<strong>per</strong>imentalmente messa a p<strong>un</strong>to anche<br />
<strong>un</strong>a edizione informatizzata dell’inventario con calcolo automatico dei p<strong>un</strong>teggi. L’esecuzione e<br />
l’analisi del test è seguita da colloquio con lo psicologo, il quale stende infine <strong>un</strong>a diagnosi della<br />
<strong>per</strong>sonalità che contribuisce, con tutti gli altri accertamenti, alla <strong>valutazione</strong> finale da parte del<br />
medico del lavoro. Vengono utilizzati anche altri strumenti, meno rilevanti da <strong>un</strong> p<strong>un</strong>to di vista<br />
psico-diagnostico, ma utili <strong>per</strong> inserire il paziente in gruppi con differenti livelli di <strong>per</strong>cezione dello<br />
stress lavorativo (Questionario di Karasek, versione intermedia; Screener della OMS; Questionario<br />
ERI, Effort-Reward Inbalance). Il medico del lavoro, <strong>per</strong> parte sua, procede alla raccolta dettagliata<br />
dell’anamnesi patologica lavorativa; all’esame della documentazione presentata dal paziente; ai<br />
nuovi accertamenti specialistici che ritiene opport<strong>un</strong>i sul paziente stesso.<br />
Il tutto, come accennato, finisce nella <strong>valutazione</strong> del medico del lavoro con il giudizio<br />
conclusivo di abilità, inabilità - temporanea, o <strong>per</strong>manente; parziale, o totale.<br />
Le richieste di idoneità lavorativa <strong>per</strong> esposizioni abnormi a stress sono effettivamente rare<br />
e, come mostrato, articolate nel procedimento di <strong>valutazione</strong>. Sarebbe opport<strong>un</strong>o concentrare il<br />
riferimento di tali richieste a pochi istituti che, a livello nazionale, lavorino con metodo uguale. Ciò<br />
<strong>per</strong>metterebbe, da <strong>un</strong>a parte lo sviluppo di es<strong>per</strong>ienze significative nella <strong>valutazione</strong> clinica dello<br />
stress; dall’altra, la raccolta di dati utili ad indagini epidemiologiche di vario tipo, ma soprattutto<br />
caso-controllo. Non ultima, sarebbe interessante anche l’analisi dei costi del problema clinico dello<br />
stress <strong>per</strong> le aziende e <strong>per</strong> le compagnie di assicurazione.<br />
5.2.2. La sorveglianza sanitaria<br />
Sempre dal <strong>documento</strong> qui presentato emerge che non esiste alc<strong>un</strong> indicatore biologico,<br />
adeguatamente semplice e affidabile, utile alla misura degli effetti fisio-patologici dello stress in<br />
collettività lavorative. La pressione arteriosa, ritenuta da molti il miglior parametro <strong>per</strong> la misura<br />
“obiettiva” dello stress <strong>per</strong>cepito, f<strong>un</strong>ziona apparentemente solo <strong>per</strong> i maschi e solo <strong>per</strong> valutazioni<br />
complesse ambulatoriali su 24 ore. Gli altri indicatori “fisiologici” – frequenza cardiaca, cortisolo,<br />
catecolamine, etc. – presentano <strong>un</strong>a variabilità anche maggiore. Sensibilità e specificità ancora più<br />
scarse presentano indicatori “epidemiologici”, come i lipidi plasmatici, l’emoglobina glicosilata,<br />
l’attività insulinica e quant’altro.<br />
Un indicatore significativo, non strettamente biologico, ma socio-biologico, connesso con<br />
situazione di disagio, disadattamento lavorativo, ovvero stress, è l’entità delle assenze <strong>per</strong> malattia.<br />
Già il loro numero assoluto è importante, in quanto le assenze costituiscono <strong>per</strong> l’app<strong>un</strong>to <strong>un</strong><br />
fenomeno socio-sanitario, molto legato anche alla sensibilità del medico e del lavoratore. Tuttavia,<br />
sarebbe opport<strong>un</strong>o ripristinare anche la loro registrazione diagnostica, che potrebbe mettere in<br />
evidenza dove nel tempo si indirizzano le sindromi di disadattamento, con le ovvie conseguenze di<br />
carattere sanitario e sociale.<br />
Così, il modo migliore <strong>per</strong> affrontare il problema dello stress dal p<strong>un</strong>to di vista della<br />
sorveglianza sanitaria, è la considerazione del rischio di malattia lavoro-associata. Le malattie<br />
cardiovascolari sono il modello ideale di malattia lavoro-associata da studiare in relazione allo<br />
stress. Altre meno diffuse e più complesse da accertare, sono, come rilevato, le gastro-enteriche,<br />
imm<strong>un</strong>ologiche, dermatologiche, etc.<br />
Contrariamente all’articolazione tradizionale della pratica del medico competente, che va<br />
dalla <strong>valutazione</strong> del rischio al programma di sorveglianza sanitaria, quest’ultima, nel caso dei<br />
disordini da stress, può essere fondamentale proprio <strong>per</strong> la <strong>valutazione</strong> del rischio. D’altra parte, a<br />
livello internazionale, la <strong>valutazione</strong> del rischio, quando finalizzata alla protezione o promozione<br />
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