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dell'informazione e della discriminazione dei segnali ("signal detection theory"), prende in<br />

considerazione i p<strong>un</strong>teggi derivati dall'aumento degli errori e dei tempi di latenza nelle diverse<br />

situazioni stimolo. Il secondo p<strong>un</strong>to di riferimento, che origina invece dal concetto di "effort"<br />

("sforzo"), con le sue caratteristiche soggettive ed energetiche, valuta la <strong>per</strong>formance più in termini<br />

dinamici di "capacità di processo" che in termini strutturali di "capacità di canale". Questo secondo<br />

approccio si appoggia anche sullo studio di variabili fisiologiche che esprimono l'intesità di<br />

coinvolgimento soggettivo (frequenza cardiaca, ventilazione, sudorazione eccetera).<br />

4.3.2. Misure "fisiologiche"<br />

Le virgolette nel titolo sono giustificate dal fatto che alc<strong>un</strong>i indicatori, definiti come<br />

fisiologici, non sono in effetti f<strong>un</strong>zioni, ma "sostanze". La distinzione è importante <strong>per</strong> tre motivi:<br />

- l'attivazione delle f<strong>un</strong>zioni è generalmente conseguenza della mobilizzazione di sostanze;<br />

- il rischio connesso con le f<strong>un</strong>zioni è la mancanza di coordinamento o l'esaurimento. Quello<br />

connesso con le sostanze è <strong>un</strong>a forma di "autointossicazione";<br />

- i <strong>per</strong>icoli <strong>per</strong> la salute, provenienti dalla reazione di stress, possono essere in relazione alla<br />

dissociazione delle f<strong>un</strong>zioni dalle sostanze.<br />

I tre p<strong>un</strong>ti riportati sono stati chiaramente documentati <strong>per</strong> l'apparato cardiovascolare. Nella<br />

risposta di "coping", i mediatori prodotti dalla attivazione dei sistemi neurovegetativo e surrenocorticale<br />

-prevalentemente catecolamine e cortisolo- modificano la pressione e la frequenza<br />

cardiaca con lo scopo di preparare o sostenere la prestazione motoria. Le modificazioni vascolari,<br />

cronicamente ripetute e combinate con disordini dei lipidi e delle piastrine (anch'essi influenzati da<br />

catecolamine e cortisolo), appaiono essere la base di processi degenerativi quali l'i<strong>per</strong>tensione e<br />

l'arteriosclerosi. Le abitudini di vita e la predisposizione costituzionale sono fattori aggravanti,<br />

particolarmente quando l'espressione motoria è volontariamente inibita, <strong>per</strong>chè non necessaria,<br />

impossibile o inaccettabile, come è spesso il caso nelle condizioni di sedentarismo, così diffuse<br />

nella nostra società.<br />

La frequenza cardiaca, la pressione arteriosa, le catecolamine e il cortisolo sono i parametri<br />

"fisiologici" più largamente accettati e utilizzati nelle ricerche sullo stress, in laboratorio e nel<br />

campo reale. Ogn<strong>un</strong>o dei parametri citati ha fornito risultati positivi e sp<strong>un</strong>ti di discussione circa i<br />

problemi di interpretazione e di misura.<br />

Frequenza cardiaca. Questo è l'indicatore più antico e più conosciuto, molto sensibile alla<br />

stimolazione psicofisiologica. Sfort<strong>un</strong>atamente è affetto da <strong>un</strong>a enorme variabilità interindividuale:<br />

in <strong>un</strong>'ampia indagine di lavoratori, la frequenza cardiaca è stata osservata variare tra 38 e 110 bpm a<br />

riposo. Per questa ragione, la <strong>valutazione</strong> delle differenze tra frequenza di base e frequenza in corso<br />

di stress è obbligatoria. In tal modo si accerta sia l'intensità della domanda esterna, sia la reazione<br />

soggettiva ad essa. Quest'ultima è <strong>un</strong>a caratteristica individuale, apparentemente stabile nel tempo,<br />

anche se potentemente influenzata dall'abitudine, dalle condizioni fisiche e della <strong>per</strong>sonalità, nonchè<br />

dal tipo di compito e dalla situazione.<br />

I coefficienti di affidabilità "test-retest" (ripetizione della misura) delle valutazioni della<br />

frequenza di base sono generalmente minori di 0,75, essendo l'ottimale su<strong>per</strong>iore a 0,8. Gli stessi<br />

coefficienti, <strong>per</strong> la differenza aritmetica tra i livelli di base e i livelli durante la prestazione, sono<br />

risultati tra 0,67 e 0,91. La maggior parte dei test di affidabilità sono stati eseguiti entro <strong>per</strong>iodi di<br />

tempo relativamente brevi, settimane o pochi mesi al massimo. Studi eseguiti su intervalli più<br />

l<strong>un</strong>ghi, <strong>un</strong> anno o più, dimostrano <strong>un</strong>a riproducibilità molto scarsa. Tali risultati, osservati anche <strong>per</strong><br />

altri parametri fisiologici, hanno condotto all'ipotesi che la stabilità temporale delle reazioni<br />

psicofisiologiche, costituisca in se stessa <strong>un</strong>a dimensione significativa delle differenze individuali.<br />

Gli es<strong>per</strong>imenti di laboratorio hanno dimostrato che la risposta della frequenza cardiaca è<br />

assai variabile a seconda della prestazione richiesta e della situazione imposta. Essa aumenta più<br />

consistentemente quando è possibile il controllo della situazione – coping attivo – e/o è esigita<br />

concentrazione – autoisolamento sensoriale. Essa aumenta meno durante il coping passivo -<br />

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