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Anche le reazioni d’ansia insorgono frequentemente soprattutto quando il soggetto si rende conto di<br />
non essere più all’altezza delle sue responsabilità e incorre in errori, ritardi o dimenticanze<br />
significative. Tutti questi sintomi sono transitori quando la situazione stressogena si mantiene a<br />
livelli compensabili nei fine settimana o nei <strong>per</strong>iodi di vacanza, ma possono invece strutturarsi in<br />
sindromi quando il livello di stress e la sua durata non consentono recu<strong>per</strong>i. Sindromi ossessive,<br />
fobiche, disturbo da attacchi di panico possono essere, in soggetti predisposti, la naturale evoluzione<br />
di <strong>un</strong> accresciuto bisogno di controllo, di meccanismi di esitamento di situazioni disturbanti o di<br />
livelli d’ansia che su<strong>per</strong>ano le possibilità di gestione consapevole dei soggetti (29).<br />
Le modificazioni del comportamento si manifestano a vari livelli, sia dirette verso lo stesso<br />
soggetto, sia a livello del sociale. Alla base di queste differenze sta il modo in cui l’individuo si<br />
pone nei confronti di se stesso e del mondo. Queste modifiche possono essere suddivise in due<br />
filoni a seconda che l’individuo tenti di sostenere o risolvere lo stress facendo riferimento solo a se<br />
stesso o piuttosto coinvolga il tessuto sociale e/o familiare. Quali sono d<strong>un</strong>que le maggiori<br />
modifiche del comportamento osservabile? I disturbi del comportamento alimentare, in difetto o in<br />
eccesso, l’aumentato consumo di sostanze psicoattive, l’aumentato consumo di alcool e tabacco<br />
(29), la modifica del comportamento come chiusura al sociale o al contrario, in particolare se si<br />
tratta di giovani, <strong>un</strong> aumento della ricerca di stordimento nel gruppo, l’insofferenza a stimoli<br />
interferenti sino all’aggressività, le modificazioni del comportamento sessuale in difetto o in<br />
eccesso, i comportamenti di evitamento non solo delle situazioni ma anche dei luoghi vissuti come<br />
stressogeni.<br />
Queste modifiche appaiono come sostanzialmente slegate dal contesto, come se non<br />
comprendessero più <strong>un</strong>a direzionalità o fossero il risultato di <strong>un</strong>a scelta in risposta ad <strong>un</strong>a<br />
sollecitazione ma diventassero reazioni fine a se stesse o tese solo a tamponare <strong>un</strong> profondo stato di<br />
disagio.<br />
Per quanto riguarda i disturbi del comportamento alimentare (31) questi non sembrano<br />
rispondere ai requisiti riferiti in letteratura <strong>per</strong> questo tipo di disordini in cui sembrano agire diversi<br />
fattori biologici, psicologici e socio-culturali. Nei disturbi alimentari stress correlati è più frequente<br />
incontrare casi di bulimia piuttosto che l’anoressia anche se anch’essa non rara (32). Lo stress, sia<br />
esso generico o in relazione a specifici eventi, altera la normale regolazione dell’appetito i cui<br />
stimoli vengono azzerati e sostituiti da reazioni impulsive. Spesso, la modalità di questi soggetti è<br />
l’impossibilità di assumere cibo durante il giorno seguita, soprattutto la notte, dall’ingurgitare<br />
qual<strong>un</strong>que cosa pur di colmare la sensazione di angoscia/vuoto che impedisce il sonno. Tale<br />
patologia sarebbe preceduta da eventi che appartengono principalmente alla sfera della <strong>per</strong>dita e, in<br />
particolare alla categoria delle difficoltà sociali. Schimdt et al. (33) affermano che almeno <strong>un</strong><br />
evento stressante o <strong>un</strong>a marcata difficoltà, soprattutto nella sfera della difficoltà sociale, si riscontra<br />
nel 76% dei casi di bulimia.<br />
L’abnorme ass<strong>un</strong>zione fino all’abuso di sostanze psicoattive (30) è <strong>un</strong> altro aspetto dei<br />
disturbi del comportamento stress-correlati. In questa categoria rientrano sia gli psicofarmaci che il<br />
tabacco, l’alcool e le droghe. Per quanto riguarda gli psicofarmaci, bisogna purtroppo riconoscere<br />
che i medici ne sono spesso parzialmente responsabili. Certamente bisogna intervenire con <strong>un</strong> aiuto<br />
farmacologico quando <strong>un</strong> soggetto den<strong>un</strong>cia stati di insonnia prol<strong>un</strong>gata, attacchi di panico,<br />
ossessività del pensiero. Ma la facile disponibilità di sonniferi ed ansiolitici induce lo stesso tipo di<br />
risposta del disturbo alimentare e il soggetto stressato vi ricorre con lo stesso meccanismo<br />
compulsivo, questa volta <strong>per</strong>ò nell’arco delle 24 ore. Troppo spesso i soggetti diventano dipendenti<br />
da ansiolitici e sedativi che pur riducendo, e solo parzialmente, il disagio psichico, riducono anche<br />
la voglia di reagire, di comprendere e, in qualche modo risolvere la situazione.<br />
Ugualmente, il potenziamento di abitudini voluttuarie risponde al meccanismo di<br />
sedazione dell’ansia e della tensione o all’artificiale tenuta dei livelli di attivazione. Spesso tengono<br />
il posto degli psicofarmaci a seconda delle abitudini e delle tendenze dei soggetti. Alc<strong>un</strong>i non<br />
assumono psicofarmaci <strong>per</strong> paura della dipendenza ma non hanno lo stesso timore nei confronti<br />
dell’alcol e del fumo. Ciasc<strong>un</strong>o ha <strong>un</strong> suo livello di consumo, nel numero delle sigarette, del caffé,<br />
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