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La diagnosi<br />
La diagnosi di sindrome mobbing-correlata si basa sull’impiego di <strong>un</strong> protocollo<br />
consolidato che comprende <strong>un</strong>a particolareggiata indagine anamnestica occupazionale e <strong>per</strong>sonale,<br />
accertamenti di carattere internistico, neurologico, psichiatrico, psicologico e psicodiagnostico,<br />
ottenendo così <strong>un</strong> quadro complessivo clinico e della struttura di <strong>per</strong>sonalità oltre che <strong>un</strong>a<br />
<strong>valutazione</strong> dell’attendibilità della <strong>per</strong>sona. Sono inoltre raccolti altri elementi importanti circa lo<br />
stile di vita, le relazioni famigliari e sociali, tutti rilevanti ai fini delle conclusioni eziologiche<br />
La complessità e multidisciplinarietà dell'esame è richiesta dalla delicatezza della diagnosi e<br />
dalla difficoltà di verifica dell’anamnesi che poggia essenzialmente <strong>sulla</strong> storia lavorativa raccolta<br />
dal paziente. Ove possibile, sono anche utilizzati dati des<strong>un</strong>ti da documenti prodotti, mentre è raro<br />
disporre di testimonianze dirette o indirette.<br />
Infine, con la somministrazione di <strong>un</strong>a complessa batteria di tests psicodiagnostici, sono<br />
verificati gli aspetti psicopatologici cognitivi, la stabilità e la capacità di coping della <strong>per</strong>sona ed il<br />
suo profilo di <strong>per</strong>sonalità anche negli aspetti motivazionali e progettuali, così da ottenere <strong>un</strong> quadro<br />
complessivo del paziente. Questi elementi concorrono ulteriormente a verificare l’attendibilità della<br />
<strong>per</strong>sona. Per non ripetere quanto già discusso in altre parti della stessa pubblicazione da M. G.<br />
Cassitto, si rimanda alla sua relazione sugli strumenti psicodiagnostici.<br />
Infine, <strong>per</strong> stabilire la compatibilità tra situazioni di lavoro e conseguenze <strong>sulla</strong> salute,<br />
s’impiegano i com<strong>un</strong>i criteri di compatibilità clinica e cronologica, adeguatezza della causa lesiva<br />
ed esclusione di altre patologie. .<br />
L’anamnesi<br />
L’indagine anamnestica occupazionale, nel caso del mobbing, riveste <strong>un</strong>’importanza del<br />
tutto particolare e richiede l’intervento e la collaborazione interdisciplinare del medico del lavoro,<br />
dello psichiatra e dello psicologo. Pertanto i tempi di raccolta sono molto l<strong>un</strong>ghi, dell’ordine di ore,<br />
e con ripetute verifiche e confronti da parte degli specialisti. Questo argomento esige di essere<br />
esposto con maggior dettaglio poiché rappresenta l’aspetto innovativo del protocollo stesso.<br />
L’anamnesi occupazionale comprende <strong>un</strong>a raccolta di dati tramite colloquio diretto con il<br />
paziente e mediante somministrazione di <strong>un</strong> questionario ad hoc. Tra quelli disponibili in lingua<br />
italiana, alc<strong>un</strong>i Centri Clinici hanno adottato il questionario CDL/CDL, la cui predisposizione si<br />
presentò particolarmente complessa data la varietà e la molteplicità delle situazioni di mobbing. Per<br />
l’impiego di questo questionario valgano le considerazioni espresse nel capitolo riguardante la<br />
<strong>valutazione</strong> del rischio.<br />
L’anamnesi prende in considerazione <strong>un</strong>a serie di importanti elementi che riguardano:<br />
• curriculum lavorativo pregresso, con particolare riferimento ai cambiamenti del posto di<br />
lavoro, loro frequenza e motivazione, nonché al grado di soddisfazione lavorativa<br />
• raccolta di informazioni riguardanti il livello di integrazione nell’ambiente di lavoro e<br />
p<strong>un</strong>tualizzazione del momento in cui si sono sviluppate situazioni lavorative meno favorevoli o<br />
negative<br />
• <strong>valutazione</strong> delle modalità con cui le azioni negative sono esercitate e da chi provengono<br />
• reazioni e/o tentativi di risposta del soggetto.<br />
Naturalmente tutte queste informazioni devono essere vagliate con molto senso critico, in<br />
quanto alc<strong>un</strong>i comportamenti del datore di lavoro che il lavoratore potrebbe intendere come<br />
vessatori, possono invece rappresentare il legittimo esercizio dell’azione direttiva di coordinamento<br />
e disciplinare e non <strong>un</strong>’intenzionale volontà di mettere in difficoltà il lavoratore stesso.<br />
È inoltre fondamentale distinguere le situazioni di mobbing che nascono da <strong>un</strong> esercizio<br />
abusivo di potere, da quelle che invece riflettono <strong>un</strong>a normale conflittualità tra colleghi e talora <strong>un</strong>a<br />
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