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Approccio “soggettivo”.<br />
Secondo tale approccio vengono prese in considerazione le reazioni soggettive dei<br />
lavoratori alle condizioni proprie del loro luogo di lavoro e delle caratteristiche dello stesso,<br />
richiedendo la loro <strong>valutazione</strong>, riferita, ad esempio: all’organizzazione del lavoro, alle<br />
relazioni sociali, alle richieste poste dai compiti da svolgere, al sostegno offerto da<br />
su<strong>per</strong>iori e colleghi, alla possibilità di esercitare <strong>un</strong> controllo sulle proprie attività di lavoro.<br />
Solitamente a queste domande riferite al lavoro ne vengono affiancate anche altre<br />
concernenti lo stato di salute psicofisica dei singoli lavoratori, ad esempio in relazione a:<br />
disturbi del sonno, alimentari, fisici, dell’umore.<br />
Il metodo di rilevazione è costituito generalmente da questionari anonimi somministrati alla<br />
popolazione presa in esame, o ad <strong>un</strong> campione significativo di soggetti. In ogni caso si<br />
richiede la partecipazione diretta di <strong>un</strong>a notevole <strong>per</strong>centuale di lavoratori, al fine di<br />
evidenziare risultati statisticamente significativi.<br />
Sono disponibili nella letteratura internazionale diversi strumenti destinati alla <strong>valutazione</strong><br />
soggettiva dei fattori di stress lavorativo. Si citano di seguito alc<strong>un</strong>i fra i più noti.<br />
Job Diagnostic Survey (JDS) (Hackman, 1971, 1975)<br />
Job Characteristics Index (JCI) (Sims, 1976)<br />
Work Environment Scale (WES) (Moos, 1981)<br />
Job Content Questionnaire (JCQ) (Karasek RA, 1985)<br />
Occupational Stress Inventory (OSInv) (Osipow, 1988)<br />
Occupational Stress Indicator (OSInd) (Coo<strong>per</strong> CL, 1988)<br />
Generic Job Stress Questionnaire (GJSQ) (Hurrel, 1988)<br />
Job Stress Survey (JSS) (Spielberger, 1994)<br />
Gli strumenti descritti sono in lingua inglese, sono costruiti sui presupposti di <strong>un</strong> contesto<br />
socio-economico anglosassone o scandinavo, sono spesso difficilmente re<strong>per</strong>ibili.<br />
Sono disponibili le versioni italiane validate solo di alc<strong>un</strong>i di tali questionari (JCQ, OSInd).<br />
È da segnalare che praticamente tutti i questionari citati nascono con finalità<br />
epidemiologiche, piuttosto che con lo scopo di fornire elementi di <strong>valutazione</strong> mirati alla<br />
correzione dei fattori critici o alla attribuzione causale in casi individuali di manifestazioni di<br />
strain alle specifiche caratteristiche del contesto o del contenuto lavorativo.<br />
I vari strumenti descritti presentano le seguenti caratteristiche:<br />
• alc<strong>un</strong>i ma non tutti forniscono anche <strong>un</strong>a misura dello strain<br />
• la quantità e qualità delle informazioni raccolte è assai variabile<br />
• <strong>per</strong> lo più tendono a focalizzarsi su <strong>un</strong>a sola dimensione dei fattori stressanti<br />
• evidenziano sostanzialmente la presenza di fattori negativi, non l’assenza di fattori<br />
positivi (che a sua volta può essere causa di strain)<br />
• sono stati creati in relazione ad <strong>un</strong>a realtà del mondo del lavoro che ha subito negli<br />
ultimi 20-30 anni notevoli cambiamenti (ad esempio: l’aumento delle attività del settore<br />
terziario; la globalizzazione; l’aumento della popolazione occupata di sesso femminile,<br />
di età avanzata, di origine etnica diversa) e potrebbero quindi non essere in grado di<br />
fornire indicazioni affidabili in relazione a queste nuove realtà<br />
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