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- è a<strong>per</strong>to ad <strong>un</strong>a più profonda considerazione della "soggettività" e cioè delle concomitanti<br />

psicologiche degli eventi biologici, secondo quanto richiesto dalla crescente domanda di<br />

partecipazione alla progettazione e realizzazione degli interventi socio-sanitari.<br />

1.2.1. Il rischio da stress<br />

Gli sforzi intesi a costruire <strong>un</strong> modello integrato, socio-psico-biologico, dell'adattamento<br />

umano sono spesso caduti in <strong>un</strong> meccanicismo, la cui debolezza interpretativa diventa paradossalmente<br />

più evidente quanto più sono le variabili introdotte. D'altra parte è stato fondatamente<br />

richiamato che <strong>un</strong>a teoria "totale" ("umbrella theory") dell'adattamento non esiste, nè forse esisterà<br />

mai. Se il problema di queste ricerche fosse la vecchia pretesa positivistica di produrre <strong>un</strong> modello<br />

"scientificamente" onnicomprensivo del rapporto uomo-ambiente, il loro esito sarebbe dis<strong>per</strong>ato e<br />

avrebbero ragione coloro (e non sono pochi) che ne chiedono la sospensione. Gli scopi della<br />

medicina sono eminentemente utilitaristici e riguardano non tanto <strong>un</strong>a fredda e asettica "vittoria del<br />

vero", quanto la cura e la prevenzione delle sofferenze, siano esse mentali o fisiche. Il compito<br />

principale della ricerca sullo stress è introdurre, negli scopi fondamentali della medicina, la<br />

considerazione dei disordini dell'adattamento e l'applicazione delle conoscenze, <strong>per</strong> quanto parziali,<br />

a tale proposito. Il rifiuto di questo contributo significherebbe la ricaduta, della medicina, del lavoro<br />

in particolare, in <strong>un</strong>a nozione meccanicistica e individualistica di malattia che, già nel XIX secolo e<br />

nella prima parte dell'attuale, ha assolto <strong>un</strong> oppressivo mondo industriale da qualsiasi responsabilità<br />

di danno alla salute.<br />

Secondo l'approccio utilitaristico indicato, definire situazioni rischio da stress significa<br />

rispondere alla domanda su dove e quando <strong>un</strong>a serie di meccanismi biologici "normali", aspecifici e<br />

generali di adattamento all'ambiente possano diventare dannosi fino a condurre ad esaurimento e<br />

malattia. Più in particolare si debbono risolvere i seguenti problemi:<br />

- come <strong>un</strong> dato insieme di variabili ambientali -chimiche, fisiche e psicosociali- promuova o<br />

non promuova la salute dell'uomo;<br />

- come soluzioni biologiche (reazioni dell'organismo), adattative oggi, possano diventare<br />

dannose domani;<br />

- come infine la constatata maggior diffusione di patologie cronico-degenerative possa essere<br />

legata al cronicizzarsi di processi psicofisiologici, attraverso cui l'organismo si adegua<br />

all'attuale organizzazione della vita e del lavoro.<br />

Certamente non si tratta di questioni semplici: esse contengono implicazioni filosofiche,<br />

sociali e culturali, oltre che mediche. Forse <strong>per</strong> questo sono continuamente soggette a risposte<br />

riduttive del tipo "tutto è stress", oppure "non è tanto importante ciò che accade, ma ciò che si pensa<br />

sia accaduto". Sebbene <strong>un</strong> simile relativismo non sia privo di ragioni, che anche in questa sede sono<br />

considerate, vi sono alc<strong>un</strong>i contributi della ricerca sui rischi da stress, che sono <strong>un</strong>animenete<br />

riconosciuti <strong>per</strong> il loro valore pratico-applicativo:<br />

- nelle code della curva gaussiana di normalità sono collocati soggetti maggiormente a<br />

rischio, in quanto caratterizzati da "ipo-" o "i<strong>per</strong>-" normalità, o com<strong>un</strong>que da <strong>un</strong>a maggior<br />

predisposizione di carattere genetico e costituzionale agli scompensi adattativi;<br />

- alc<strong>un</strong>e condizioni ambientali (es., basso stato socio-economico) sono associate con <strong>un</strong><br />

rischio epidemiologico più consistente, in grado di produrre accelerazioni del "normale"<br />

processo di "usura" psicofisica;<br />

- le malattie più diffuse sono causate o aggravate da fattori multipli, i cui effetti possono<br />

essere indipendenti o interattivi in vario modo.<br />

La relazione tra fattori stressanti e processi di affaticamento non è di tipo rettilineo, ma<br />

curvilineo e, più precisamente, con l' andamento ad "U" descritto dalla Figura 2. L'individuo appare<br />

sottoposto a stress eccessivo tanto in condizioni di sopra-, che di sotto-stimolazione. Uno stress<br />

minimo si ha in condizioni di stimolazione moderata, la quale deve ritenersi necessaria <strong>per</strong> il<br />

benessere fisico e psicologico (il già citato effetto “salutogenico” delo stress). La curva riportata è<br />

stata ricavata attraverso es<strong>per</strong>imenti di laboratorio che hanno utilizzato varie misure<br />

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