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psicofisiologiche di cui si parlerà più avanti. In tali es<strong>per</strong>imenti è stato anche posto in evidenza che<br />

l'interpretazione soggettiva, fattore determinante la es<strong>per</strong>ienza dello stress e la modulazione delle<br />

risposte conseguenti, è in relazione al controllo <strong>per</strong>sonale della situazione stimolo. Questo è tanto<br />

più efficace quanto più diminuisce il grado di incongruenza tra individuo ed entità della<br />

stimolazione cui è sottoposto.<br />

Una classificazione efficace del rischio da stress nella attuale organizzazione del lavoro può<br />

essere la seguente, valida proprio <strong>per</strong> la sua estrema semplicità:<br />

- troppo o troppo poco da fare;<br />

- estrema rigidità o ambiguità dei compiti;<br />

- assenza od esas<strong>per</strong>azione dei conflitti di ruolo;<br />

- responsabilità nulla od eccessiva;<br />

- ovviamente valgono anche le combinazioni.<br />

Le forme di organizzazione del lavoro più studiate in relazione alla classificazione<br />

precedente sono quelle comportanti:<br />

- ripetitività e monotonia (esempio lavoro a catena, ma anche molte mansioni del terziario);<br />

- monotonia associata alla necessità di <strong>un</strong> elevato livello di vigilanza (esempio guida<br />

prol<strong>un</strong>gata);<br />

- elevato carico psicofisiologico (esempio turni e lavoro a ore irregolari, rumore, sforzo fisico,<br />

<strong>per</strong>icolosità);<br />

- alta responsabilità, anche nei confronti di terzi (esempio managers, controllori del traffico<br />

aereo, autisti).<br />

Molte altre situazioni lavorative possono essere fonte di stress o affaticamento eccessivo:<br />

l'elencazione fornita non vuole essere completa ma app<strong>un</strong>to esemplificativa. Nella Tabella 1 è<br />

riportato <strong>un</strong> quadro abbastanza completo di comportamenti "sintomatici" di situazioni di stress (14).<br />

La presenza di tali comportamenti deve essere intesa sia come indicazione di alterazioni in atto, sia<br />

come manifestazione di <strong>un</strong>a condizione di rischio che deve essere approfondita e compresa nelle<br />

sue cause.<br />

1.2.2. Il problema delle malattie lavoro associate<br />

È ormai concetto acquisito da parte delle autorità sanitarie internazionali che lo sviluppo<br />

della patologia cronico-degenerativa più diffusa – <strong>per</strong> esempio le malattie cardiovascolari e i tumori<br />

– sia influenzato da <strong>un</strong>a serie di cofattori etiologici che fanno capo all’impatto tra individuo e<br />

ambiente globalmente inteso. In <strong>un</strong>a serie di raccomandazioni - espresse dall’ILO (International<br />

Labour Office ) e dalla CEE (15), già vent’anni fa - riguardanti i compiti dei servizi di medicina del<br />

lavoro, vengono indicati sette obiettivi, di cui solo due concernono le attività tradizionali della<br />

medicina e dell’igiene del lavoro. Cinque obiettivi esigono interventi di tipo nuovo, di cui <strong>un</strong>o<br />

dedicato all’ergonomia e quattro alla sorveglianza sanitaria di patologie non specificamente<br />

professionali. L’ambiente lavorativo con le sue caratteristiche sociali e culturali, oltre che fisicochimiche,<br />

costituisce <strong>un</strong>o degli elementi più significativi nella configurazione qualitativa e<br />

quantitativa della condizione umana. Come già accennato, tralasciare la considerazione dell’insieme<br />

di questi fattori significa cadere in <strong>un</strong>a concezione organicista e monofattoriale della malattia, ormai<br />

obsoleta in medicina. È inoltre riconosciuto che non solo la prevenzione, ma lo stesso trattamento<br />

delle malattie, deve tenere in considerazione la pluralità e le interazioni dei contesti ambientali in<br />

cui le <strong>per</strong>sone vivono ed o<strong>per</strong>ano.<br />

Le valutazioni esposte fanno sì che, dal p<strong>un</strong>to di vista della medicina del lavoro, la patologia<br />

cronico-degenerativa sopra menzionata costituisca <strong>un</strong> nuovo campo di attenzione, quello delle<br />

cosiddette job related diseases o malattie lavoro-associate , o malattie che pur essendo diffuse in<br />

tutta la popolazione possono trovare nel lavoro <strong>un</strong> fattore aggravante (16). Pertanto è necessario<br />

promuovere la ricerca e l’intervento sui fattori ipoteticamente nocivi – e lo stress è certamente <strong>un</strong>o<br />

dei principali – che, presenti nel luogo di lavoro, possono insieme ad altri contribuire all’instaurarsi<br />

di malattie tradizionalmente non professionali, quali disordini mentali e degli apparati<br />

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