Scarica PDF - Turismo Itinerante
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Eeditoriale<br />
FC &<br />
fatti & commenti<br />
di Giuseppe Continolo<br />
Rubrica in collaborazione con Salvatore Longo<br />
I<br />
n Italia, nella fascia d'età tra i 18 e i 24<br />
anni, un giovane su 5 ammette di avere<br />
un comportamento a rischio con l'alcol, il che<br />
non lo scoraggia dal mettersi alla guida. Come<br />
contrastare questa pericolosa tendenza? Per<br />
avere un riposta ci siamo rivolti a una delle più<br />
autorevoli personalità in grado di soddisfare la<br />
nostra curiosità: Enrico Gelpi, presidente dell'Automobile<br />
Club Italia (ACI). Il suo pensiero<br />
sull'argomento è illustrato nell'intervista a<br />
pagina XX.<br />
Per Gelpi, le ricette sono due da utilizzare congiuntamente:<br />
«Occorre inasprire le pene per chi<br />
non rispetta le regole e formare meglio le nuove<br />
generazioni di automobilisti». Il nuovo codice<br />
della strada sembra andare in questa direzione,<br />
dal momento che ha dato un segnale di<br />
grande attenzione ad aspetti particolari dell'incidentalità<br />
stradale, come la guida in stato di<br />
ebbrezza e quella sotto effetto di droga.<br />
Quanto poi al confronto con il resto dell'Europa,<br />
Gelpi non ha dubbi e mette il dito nella<br />
piaga: non c'è una grande differenza, ma di<br />
certo all'estero i controlli sulle strade sono<br />
molto più numerosi e scrupolosi.In Italia, invece,<br />
sembra che siano una scusa per fare cassa,<br />
per lo meno da parte di molti comuni. Ovviamente<br />
viene messo in discussione anche il<br />
ruolo delle autoscuole che sarebbero lacunose<br />
nella preparazione pratica degli allievi, poiché,<br />
spesso, un neopatentato si mette in strada<br />
senza saper affrontare i pericoli.<br />
Molto opportuna sembra quindi la norma che<br />
impone ai giovani diciasettenni una “guida<br />
accompagnata”, consistente nella consegna al<br />
neopatentato, prima ancora della patente, di<br />
un nuovo “foglio rosa” per far sì che abbia un<br />
anno in più per fare esperienza al volante<br />
accanto ad un esperto.<br />
UNESCO, la dieta<br />
mediterranea vale 200 mld<br />
per il Made in Italy<br />
I<br />
prodotti della dieta mediterranea Made in Italy<br />
valgono 200 miliardi che gli italiani e gli stranieri<br />
hanno speso per acquistare pasta, olio, vino, conserve di<br />
pomodoro, formaggi e frutta e verdura italiana in un<br />
anno nel mondo, un importo destinato a crescere dopo<br />
la decisione dell'iscrizione della dieta mediterranea nella<br />
lista del patrimonio culturale immateriale dell'Umanita'<br />
dell'Unesco.<br />
“La dieta mediterranea è un insieme di competenze,<br />
conoscenze, pratiche e tradizioni che vanno dal paesaggio<br />
alla tavola, tra cui la coltivazione, la raccolta, la<br />
pesca, la conservazione, la trasformazione, la preparazione<br />
e, in particolare, il consumo di cibo”, si legge nella<br />
decisione del Comitato di valutazione per l'iscrizione<br />
dell'Unesco nella quale si sostiene peraltro che - riferisce<br />
la Coldiretti - “la dieta mediterranea (da greco diaita, o<br />
stile di vita) comprende molto più che il solo cibo. Essa<br />
promuove l'interazione sociale, dal momento che i pasti<br />
collettivi rappresentano il caposaldo di consuetudini<br />
sociali ed eventi festivi. Essa ha dato alla luce a un formidabile<br />
corpo di conoscenze, canzoni, proverbi, racconti<br />
e leggende”. La dieta mediterranea - secondo l'Unesco<br />
- è caratterizzata da un modello nutrizionale che<br />
è rimasto costante nel tempo e nello spazio, i cui ingredienti<br />
principali sono olio di oliva, cereali, frutta e verdura,<br />
fresche o secche, una parte moderata di pesce,<br />
prodotti lattiero-caseari e carne, numerosi condimenti e<br />
spezie, il tutto accompagnato da vino o infusioni, sempre<br />
nel rispetto delle convinzioni di ogni comunità. La<br />
candidatura della dieta mediterranea, presentata da Italia,<br />
Spagna, Grecia, e Marocco, oltre a “garantire la trasmissione<br />
alle generazioni più giovani e a promuovere la<br />
consapevolezza della dieta mediterranea potrebbe dare<br />
maggiore visibilità alla diversità del patrimonio culturale<br />
immateriale e favorire il dialogo interculturale a livello<br />
regionale e internazionale”. La lista Unesco del patrimonio<br />
culturale immateriale dell'umanità conta già 166<br />
elementi, tra i quali il tango argentino e la calligrafia<br />
cinese, mentre per l'Italia la dieta mediterranea è il terzo<br />
elemento della lista, dopo l'opera dei pupi siciliani e il<br />
canto a tenore sardo.<br />
GiG III