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fatti & commenti<br />

Etichettatura:<br />

Marini (Coldiretti): “gravi giochetti di palazzo”<br />

U<br />

na norma, quella dell'etichettatura<br />

dei prodotti alimentari,<br />

fortemente voluta da tutti<br />

gli italiani e nei dichiarata, fino a<br />

prova contraria, sostenuta da tutti i<br />

gruppi parlamentari non è riuscita<br />

a ottenere la deliberante in Commissione<br />

Agricoltura del Senato<br />

per una serie impressionante di<br />

rimpalli di responsabilità e giochetti<br />

di Palazzo che fanno capire<br />

quanto ormai sia siderale la distanza<br />

tra politica e interessi della<br />

gente. Una occasione persa che va<br />

a ritardare l'emanazione di un<br />

provvedimento urgente e per la<br />

quale non mancheremo, al<br />

momento opportuno, di declinare<br />

le dovute responsabilità. E' quanto<br />

ha affermato il presidente della<br />

Coldiretti Sergio Marini nel commentare<br />

la mancata concessione<br />

della sede deliberante presso la<br />

Commissione Agricoltura del Senato<br />

per l'esame del ddl etichettatura,<br />

che ne avrebbe fortemente<br />

accelerato l'iter di approvazione.<br />

Il ddl etichettatura<br />

in dirittura d'arrivo<br />

al Parlamento<br />

Il Senato ha dato la seconda approvazione<br />

al ddl sull'etichettatura, che<br />

rende obbligatorio indicare, sull'etichetta<br />

dei prodotti alimentari, la provenienza d'origine.<br />

Ora il testo torna alla Camera per<br />

l'approvazione definitiva, che - a detta del<br />

Ministro delle Politiche Agricole, Giancarlo<br />

Galan - dovrebbe arrivare entro pochi giorni.<br />

Vittoria. Per chi, non è dato sapere. Contro<br />

chi, non è dato sapere. Già, perché il<br />

Consiglio Europeo va in tutt'altra direzione,<br />

come peraltro aveva previsto da tempo il<br />

presidente della Commissione Agricoltura<br />

dell'Europarlamento, Paolo De Castro. Proprio<br />

mentre, in patria, si festeggiava la suddetta<br />

vittoria, quale scudo invincibile a<br />

difesa dei prodotti italiani, il Consiglio dell'Ue<br />

gettava acqua gelata sugli italici entusiasmi.<br />

Se infatti l'organismo legislativo ha<br />

confermato la linea del Parlamento Europeo<br />

sull'etichettatura nutrizionale delle<br />

bevande alcoliche, incluso il vino, e sui sistemi<br />

cromatici di etichettatura, per i prodotti<br />

agricoli mono ingrediente, carne e pesce,<br />

ha dato il via libera all'etichettatura volontaria.<br />

Significa che la grande distribuzione<br />

potrà continuare a dare il proprio marchio<br />

ai prodotti acquistati, senza indicarne la<br />

provenienza. È vero, non si tratta della<br />

legge definitiva, che dovrà essere promulgata<br />

definitivamente dal Parlamento, ma<br />

l'indicazione è chiara. E la norma approvata<br />

in Italia, allora? Di fatto non ha valore<br />

giuridico, perché la legge europea travalica<br />

quella nazionale: l'unica possibilità è quella<br />

di presentare all'Ue, prodotto per prodotto,<br />

la domanda per ammettere l'etichettatura<br />

d'origine. Allora di che vittoria stiamo<br />

parlando? Anzi, di che battaglia stiamo<br />

parlando, se poi il Ministro della Salute, Ferruccio<br />

Fazio, fa approvare, in sede Ue, l'esenzione<br />

dall'obbligo di indicare sulle etichette<br />

di vini e bevande alcoliche non gassate<br />

la lista degli ingredienti?<br />

Ritorno al “Brutto ma Buono”<br />

Negli ultimi anni l'agricoltura sembra aver ripreso la<br />

propria forma e sostanza. La super-frutta, lucida e<br />

perfetta, ha confuso per diverso tempo la forma dalla sostanza.<br />

Un agricoltura spinta verso la selezione di ibridi sempre<br />

più resistenti a insetti, insetticidi e lunghi viaggi in nome di<br />

una standardizzazione funzionale al packaging e agli stivaggi<br />

nei magazzini. Oggi questa tendenza sembra cambiare direzione.<br />

La diffusione dell'agricoltura biologica che ha aumentato<br />

la superficie coltivata, senza fitofarmaci e l'utilizzo di pratiche<br />

di bio-agricoltura più avanzate. In altre parole un ritorno<br />

alla coltivazione di frutta e verdura alla “vecchia maniera”,<br />

meno curata esteticamente ma più condita di sapori. Non solo<br />

le nuove normative vanno in questa direzione, ma anche una<br />

tendenza culturale diretta a riscoprire il prodotto genuino e<br />

locale. Una testimonianza a conferma di questa teoria è la diffusione<br />

sempre maggiore dell'agricoltura a chilometri zero.<br />

VIII GiG

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