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Scarica l'Allegato - Associazione Italiana Sommelier

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GocceUn sorsodi culturadi Salvatore Giannella■■■ Una storia piccanteC’è una pietanza popolare collegatadai più all’eros, in Italia e all’estero:è il peperoncino, con cui Tony Renisinnaffiava salmone e frollini in vistadei baci a Marilyn Monroe nel film "Aqualcuno piace caldo". La storia secolaredi questo "viagra naturale" capacedi trasformarsi in ottime energieper scatenare performance erotiche,dall’America dove fu scoperto daCristoforo Colombo alle terre dellaCalabria e del Mediterraneo, ci vieneraccontata da Vito Teti in un librointrigante: "Storia del peperoncino. Unprotagonista delle culture mediterranee",Donzelli editore, Roma. Lo scrittoreci accompagna in questo itinerariogastronomico dai sapori variegati,che fondono le vicende del piccantePiper rubricum indicum (questo èil nome scientifico del pepe rosso),ricordi e racconti privati con la storiapiù profonda dei calabresi. E ci ricordache l’uso del "diavolicchio" (altrosoprannome popolare del Meridione)fa parte di una tradizione alimentarerecente, in cui l’antica dieta mediterranea(basata sulla triade vino, olio egrano) si è saputa conservare e innovare,mescolandosi con creatività egioia con i prodotti venuti dall’Americacome mais, pomodoro e, appunto, ilpeperoncino. Non dimenticando chericerche recenti hanno dimostrato chela capsaicina contenuta nel peperoncinoabbassa decisamente la sensibilitàdolorifica nelle emicranie e nellecefalee (scoperta del Centro Cefalee diFirenze) ed è capace di eliminare ilgrasso e il colesterolo in eccesso. Piùdi così...■■■ Una collezione trasparenteAll’interno dell’elegante Villa Storicadi Santa Vittoria d’Alba (Cuneo) è possibileammirare in tutta la sua bellezzala Diageo Glass Collection, una collezionedi 144 pezzi tra bicchieri, coppee calici provenienti da Europa e MedioOriente, da 2.500 anni fa a oggi.Il museo si suddivide in quattrosezioni e racconta la storia del bicchieredurante il periodo antico eromano, con pezzi provenienti anchedalle provincie orientali dell’Imperocome la Siria e l’Egitto, fino all’epocadella Scuola Veneziana, che hainfluenzato il gusto europeo per tuttoil Rinascimento. Numerosi anche gliesemplari di famose scuole di artevetraria di vari paesi tra i qualiGermania, Olanda, Boemia e Russia,prodotti a partire dalla metà delSeicento.Indirizzo e informazioni:Strada Statale, 6312069 Santa Vittoria D´Alba (Cn)Tel. 0172-47.72.96.info@diageomeetingcenter-sv.it.www.diageomeetingcenter-sv.it■■■ Uno scenario a tavolaIl 2050 sarà l’anno in cui in Italia ivegetariani supereranno il numero deicarnivori. E’ lo scenario firmato da unoscienziato vegetariano per eccellenza,Umberto Veronesi. Oggi sono più ditre milioni gli italiani che hanno sceltola dieta verde. Il 18 per cento di essivivono in Lombardia, che si qualificaquindi come la regione più "verde" atavola. Segue il Lazio."Ci può indebolire una dieta priva dicarne?", si chiede l’oncologo milanesesu "Oggi". "Direi proprio di no, e loprova il fatto che un neonato nei primimesi quadruplica il peso che aveva allanascita, nutrendosi solo di latte. Sepensiamo poi che il gorilla, così possentedi statura e di muscolatura, èvegetariano come tutte le altre scimmie,possiamo senz’altro scartare l’ideache la carne sia indispensabile allanostra alimentazione di scimmie modificate(la genomica ci ha permesso diconstatare che ben il 99 per cento delnostro Dna è esattamente identico aquello dello scimpanzé). Un terzoesempio può convincerci del tutto:basta ricordare che Leonardo da Vincie Michelangelo erano vegetariani, e illoro cervello, stando a quello chehanno prodotto, si è sviluppato piuttostobene".■■■ Un aneddoto sonoroGeorg Friedrich Handel (1685-1759),autore di una vasta produzione comprendenteconcerti, opere teatrali e 23oratori (poemi drammatici di argomentoper lo più religioso, eseguito da vocisoliste, coro e orchestra, ai quali l’impiegodel coro e la monumentalità dellacostruzione conferiscono carattere diimponente grandiosità) era stato invitatoun giorno da un lord inglese ilquale, sapendo che il gran compositoretedesco amava il buon vino, glifece gustare una qualità eccellentedelle sue tenute."Le piace, maestro?", gli domandò."Non le sembra meraviglioso come unodei suoi oratori, delle sue composizioni?"."Sì, sì", rispose Handel. "E’ un vinodiscreto"."Se non le piacesse, potrebbe sceglierequalche altro vino: ho del Tocai, delPorto, del Borgogna, del vino delReno..."."Ebbene", concluse Handel, "li facciavenire tutti: non c’è oratorio senza uncoro!".35

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