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Daniele UrsoEconomiaVino italiano,exportcol vento in poppaQUELLO EMERSO DALLEANALISI PRESENTATEAL VINITALYÈ UN QUADRO SUL VINOITALIANO CHE PARLADI UN SETTOREIN FORTISSIMAEVOLUZIONE.NEL 2007 SONODIMINUITI I CONSUMINEL NOSTRO PAESE,MA L’EXPORT È ANDATOA GONFIE VELE. E NELRAMO DEL BIOLOGICO,L’ITALIA È LA PRIMAPOTENZA EUROPEA.“Nemo propheta in patria” scrivevano gli evangelisti e citavano i latini.“Nessuno è profeta in patria”, un detto che si applica bene all’ultimo mercatodel vino nostrano. L’amato figlio di Enotria in Italia fa fatica, o piùprecisamente registra una flessione nei consumi, ma all’estero piace, etanto. E’ questa la summa dei dati presentati questo aprile dalla Cia, laConfederazione italiana agricoltori, in riferimento a tutto il 2007. Di negativoper i produttori c’è che in Italia in termini assoluti si beve menovino. La flessione di oltre 5% delle vendite rispetto al 2006 non è un datoconfortante, ma dipende anche dalla congiuntura economica non propriamentefavorevole. E’ però un dato di fatto che dai 55 litri annui di consumoprocapite del 2000, si sia scesi fino ai 46 del 2006.La crisi (sempre che di crisi si possa parlare) però non tocca tutto il comparto.Se si analizzano infatti i dati con più attenzione si nota che a frontedel calo del 5.4% nelle vendite (alcune stime riportano però anche uncalo di 6 o 7 punti percentuale), la flessione in termini di valore è solodel 2%. Vediamo così che a essere colpiti sono soprattutto i vini sfusi, cheregistrano una flessione del -14% in quantità di acquisti e del -11% invalore. Reggono, invece, i vini Docg e Doc che limitano il decremento nellevendite a un tollerabile -0.4%, a fronte, però, di un aumento degli acquistiin valore pari al 3.2%, dipeso in parte anche dagli aumenti di prezzi.In parole povere, si beve di meno, ma con più attenzione per i prodottitutelati dai disciplinari e che vengono percepiti dal consumatore come vini“di qualità”. Secondo le rilevazioni di IRI Infoscan, in Italia nel 2007 sisono venduti 7 milioni di ettolitri di vino confezionato, per un controvaloredi 1.5 miliardi di euro. Il 60% di questo vino passa dalla grande distribuzione,che il consumatore, almeno in termini quantitativi, continua apreferire ai piccoli esercizi. La Gdo infatti non ha risentito della flessionenelle vendite del comparto vino e ha aumentato le proprie quote di mercatoregistrando nel 2007 un incremento delle vendite del 6.4% e unaaumento in termini di valore del 6.7%. Il formato preferito resta quelloclassico da 0.75 litri (il 66% del valore delle vendite globali del vino) e diqueste bottiglie il 90% è rappresentato da vini a denominazione d’origine,non solo Docg e Doc, ma anche Igt. I vini considerati di fascia alta (oltrei sette euro) hanno visto aumentare le proprie vendite del 15.1%, sebbeneil 60% dei vini acquistati nella Gdo continui ad avere un prezzo mediamenteinferiore ai 3 euro.La lieta novella viene però dal capitolo export. Se in Italia si beve menoma, come abbiamo visto, si beve un po’ meglio, o comunque con un po’più d’attenzione, all’estero la passione per il made in Italy continua adaumentare. E questo, nonostante il rafforzamento dell’euro sulle altrevalute. Nel 2007 sono stati esportati nel mondo oltre 19 milioni di ettolitridi vino italiano, per una cifra che ha superato i 3.5 miliardi di euro.Dati importanti in termini assoluti, ma ancora più impressionanti se sitiene conto del solo incremento delle esportazione nel 2007. Rispetto all’an-46

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