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Scarica l'Allegato - Associazione Italiana Sommelier

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Due o più cose che so su di luiSo che le donne in campagna non lasciavano maile briciole sulla tavola e che le più anziane di loro afine pasto, quando gli uomini si erano già alzati,andavano a raccogliere le briciole del pane e se leportavano alla bocca, con gesti veloci. A volte erafame, ma il più delle volte era rito.So che in quasi tutte le regioni d’Italia si dice che lebriciole non potessero cadere a terra, perché altrimentisarebbero tornati i morti a raccoglierle.So che il pane è probabilmente l’alimento piùimportante per l’intera umanità, ovunque in giro peril mondo si trovano pietre affumicate dal fuoco,forni più o meno rudimentali, sui quali è stato cottoquesto alimento.So che col vino, per decenni, il pane è stato un alimentoenergetico insostituibile.So che nessuno conosce il nome del primo inventore del pane, ma guardando oggi la ricchezza dellesue forme e dei suoi colori, sentendo soprattutto il suo aroma e quel rumore di croccante meraviglia chefa quando si spezza, so che più di ogni altro alimento il pane ha sviluppato la fantasia dell’uomo.■■■ Cinque sale di gustoE così, anche in questo museo, come negli altri del ciboe del vino, il gusto è il protagonista del percorso, che sisnoda in una manciata di sale. La storia del pane e lesue origini sono raccontate senza pedanteria, ricordandosempre che il pane è alimento quotidiano, popolare,di tutti. Sono molte le curiosità da non perdere. Fraqueste non si possono non citare i numerosi attrezziprovenienti dalla collezione “Mulino Bianco”, utili soprattuttoper una visita didattica del museo, ma anche il“trebbiatoio Bolognini”, realizzato nel 1854 dal conteGian Giacomo Attendolo Bolognini, esempio di primamodernizzazione per la trebbiatura del grano.Proseguendo il viaggio, si incontra una sala nella qualesono presenti le attrezzature per la produzione del pane:le impastatrici, gli attrezzi deiquali si avvale il fornaio,un banco dalavoro per impastarea mano,la ricostruzionediforni antichie delprimo ‘900.Nell’ultimasala si trovaanche tracciadelle “grida”,ovvero le tasse, iregolamenti e ledisposizioni governativeemesse negli ultimi tre secolisul pane, a testimonianza dell’importanzapolitica ed economicache da sempre hanno avuto il grano, la farinae il pane. In fin dei conti la rivoluzione Francese siè fatta, anche, per il pane.In tre secoli, naturalmente, tutto è cambiato, ma è rimastacostante la voglia di realizzare con materie primesemplici pani artistici che sanno pescare nella creatività,ed è per questo che qui si trovano vere opere d’arterealizzate con acqua e farina, come per fissare neltempo l’arte dei maestri panificatori. (Info: 0371.211140www.castellobolognini.it)■■■ Tutti i pani dello StivaleDal nord Italia ci spostiamo lungo la penisola e arriviamoa Maiolo, in provincia di Pesaro-Urbino. Siamo nelbel mezzo del Montefeltro, ma anche di quella “zonaBioItaly”, per usare la definizione in auge nell’UnioneEuropea, dove tutto è appunto “bio”. Sarà per le coltureche si vedono a perdita d’occhio, o per il saporedi genuino che ancora si respira nell’aria, sarà un po’anche per la storia di queste terre, fatto sta che qui cisi può anche perdere. Si tratta di un viaggio a ritrosonel tempo, che ha come filo conduttore l’aroma del pane.Nella campagna, infatti, si ritrovano più di cinquantaforni, utilizzati per la cottura del pane locale e delle altreleccornie da forno. Tutti assieme questi forni oggi rappresentanoil Museo diffuso del pane.Testimonianza di civiltà e autentico bene culturale, peril loro fondamentale ruolo di collante dell’intera borgata,i forni sono solo parzialmente attivi. E comunque,almeno una volta all’anno, da ognuno di loro si sentefuoriuscire l’aroma del pane appena sfornato in occasionedella “Festa del Pane”, che si svolge di solito ingiugno.■■■ Il pane nella tradizioneQui, come in altri territori della nostra bella Italia è beneprovare l’esperienza dello smarrimento. E, così, perassaporare meglio il gusto di quei pani, ma anche iltempo che scorre, sarà bene seguire solo i segni lascia-53

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