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Scarica l'Allegato - Associazione Italiana Sommelier

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I vigneti degli ArianoPreparazione dei vininella Bodega Pisanote lo scenario dei vitigni a bacca bianca, seguito a distanzada 129 ettari di Chardonnay, da 103 ettari diSauvignon, da 41 ettari di Semillon e da 30 ettari diPinot bianco. Negli ultimi anni l’Uruguay si è fattoapprezzare anche per il livello qualitativo raggiunto daisuoi vini bianchi, in particolare Sauvignon eChardonnay, prodotti secondo lo stile internazionale.■■■ Cantine in diminuzioneL’evoluzione del settore ha comportato anche un’inevitabilediminuzione del numero delle cantine, passatedalle 787 del 1977 alle 272 del 2007; ovviamente le cantinerimaste sono quelle che hanno avuto la possibilitàdi espandere i propri vigneti e di modernizzarsi adeguatamente.La dimensione media delle cantine è peròtendenzialmente contenuta, soprattutto se paragonataa quella delle altre realtà produttive del Nuovo Mondo,e ciò rappresenta un fattore che pone dei limiti allacapacità di esportazione. Sul totale delle cantine ve nesono infatti 104 che producono meno di 1.000 ettolitridi vino, delle quali 72 al di sotto dei 500 ettolitri, 119che producono da 1.000 a 5.000 ettolitri, 26 che produconoda 5.000 e 10.000 ettolitri e solo 23 che superanotale quota.Complessivamente ci sono circa 3.000 viticoltori e dell’uvacomplessivamente prodotta nel 2007, il 76,17 percento è stato venduto a cantine private, il 19,76% vinificatoin cantina propria, il 2,48 per cento destinato alconsumo fresco, lo 0,91 per cento vinificato per consumofamigliare e il restante 0,68 per cento vinificato dacantine cooperative.■■■ Produzione e mercatoUn altro elemento che differenzia l’Uruguay dagli altripaesi produttori del Nuovo Mondo, è il forte mercatointerno, in grado di dare stabilità al settore. La produzionedi vino, che si attesta annualmente attorno almilione di ettolitri, viene consumata per circa il 90per cento all’interno del Paese. Il consumo procapiteannuo è infatti di circa 32 litri, che si colloca all’ottavoposto nella graduatoria mondiale, a testimonianzadell’importanza del vino nella tradizione alimentare delpaese. Una categoria di vino particolarmente apprezzatadai consumatori uruguaiani è rappresentata dairosati; nel 2006 ad esempio, dei 938.511 ettolitri complessivamenteprodotti, il 35,4 per cento era il vino rosato,il 7,5 per cento vino bianco e la restante quota vinorosso. Le esportazioni, che riguardano principalmenteil vino rosso, sono in significativa espansione, dato chesono passate dai 17.600 ettolitri del 2003 ai 62.648ettolitri del 2007; il vino viene esportato per la maggiorparte in Europa, oltre che in Sud America, Nord Americae Oriente. I principali mercati sono la Russia, acquisitarecentemente, e il Brasile, importatore storico, checongiuntamente assorbono circa l’87% delle esportazioniuruguaiane. Altri mercati minori, ma di non trascurabileimportanza, nei quali i produttori uruguaianicercano di farsi spazio, sono rappresentati da Canadae Stati Uniti, che nel corso del 2007 hanno importatorispettivamente 168.500 e 146.500 bottiglie; seguonopoi Germania, Cina, Messico, Regno Unito, Polonia,Belgio, Svezia, Francia e Svizzera. Le vendite in Italiasono attualmente molto limitate, per cui non è facileincontrare prodotti uruguaiani nelle carte dei vini, anchese negli ultimi anni è aumentato l’interesse e la curiositànei loro confronti che potrebbe determinarne unamaggiore diffusione.Le importazioni, che conformemente al gusto dei consumatoriuruguaiani riguardano in primo luogo i vinirosati, avvengono prevalentemente dalla vicina Argentinae, per piccole partite, anche da Germania, Francia, Cile,Spagna e Italia.71

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