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Scarica l'Allegato - Associazione Italiana Sommelier

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PilloleRari gioiellinello scrigno ligureArcola ancora grazie al vino si pone all’attenzione delmondo enologico italiano con un antico vitignoautoctono a bacca bianca tipico dell’area, ma ormaida tempo dimenticato e la cui riscoperta si deve allatenacia del conte Picedi Benettini, noto viticoltoredell’entroterra spezzino.Questo vitigno originariamente chiamato Razzese nellaforma dialettale, tradotto poi in lingua in Rossese,presenta un caratteristico colore rosso sfumato assuntodalla buccia degli acini durante la maturazione.Giorgio Gallesio, autore nei primi anni del 1800 di unafondamentale opera di botanica e agricoltura, la“Pomona <strong>Italiana</strong>”, dedicata alle specie da frutto e alleuve da vino coltivate in Italia, descrive questo vitignocome una varietà all’epoca molto diffusa in tutta laLiguria e in particolare nella zona del Levante, dove erautilizzata in combinazione con il Vermentino e l’Albarola,nel tipico uvaggio delle Cinque Terre, prima dell’impiegodell’uva Bosco. Probabilmente, tra le cause che hannoportato all’abbandono della coltivazione del Razzese, sipuò annoverare la scarsa resistenza del vitigno all’umiditàe al freddo, derivanti da una certa tendenza all’abortofloreale e al precoce germogliamento, con conseguentenecessità di impianti posizionati in modo da evitare sia ilvento umido di mare sia le gelate delle zone più interne.Ma oggi è possibile con conoscenze più mirate sul terroirrecuperare tale coltivazione.Attualmente l’unico viticoltore che possiede ancora filariin purezza del vitigno Razzese è il conte Nino PicediBenettini. Prove di vinificazione hanno evidenziato unintenso profumo fruttato e floreale, marcato da notedolci di vaniglia; in bocca appare pieno e corposo, conun’acidità viva ma ben assemblata alle altrecomponenti.Si tratta di un vitigno autoctono che può legittimamenteaspirare a un suo preciso ruolo di protagonista nellaviticoltura ligure e nazionale, con positivi risvolti anche sul futuro prossimo di Arcola.Infatti, l’accelerazione imposta alla vocazione enologica del territorio dall’attivitàdell’assessore all’agricoltura Enzo Giorgi sta dando molteplici frutti, tanto che laRegione Liguria ha avviato l’iter per ottenere l’iscrizione al catalogo nazionale delvitigno Razzese e per il successivo inserimento tra le varietà idonee alla produzionedi uva da vino in Liguria. L’interesse per i vini del territorio ha portatol’amministrazione comunale a organizzare, con la Regione Liguria, un convegnospecifico in modo di porre l’argomento in termini più ampi. L’evento si è svolto il 16maggio 2008.Giorgi conclude ringraziando il conte Nino Picedi Benettini: «A lui va ilriconoscimento per il lavoro di ricerca che ha svolto nella fattoria Il Chioso».Un’opera importante, volta al salvataggio e alla valorizzazione del vitigno Razzese oRuzzese. «Il mio ringraziamento è rivolto soprattutto per il grande amore per ilterritorio e le sue tradizioni rurali e culturali. Questo nella speranza di coinvolgere igiovani del territorio. Voglio altresì formulare il mio attestato di stima e il mioparticolare ringraziamento alle persone che hanno dedicato le loro forze e la lorointelligenza, rispettosa del passato e capace di rinnovarsi, a quel vino che è lanostra ricchezza maggiore. Ma che vogliamo sia motivo di piacere, di festosità e unmodo eccellente di stare in compagnia».92

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