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Dispense del corso di Elementi di Fisica Atomica e Molecolare

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E 0 =13.607 eVVedremo in seguito come tali valori si relazionano con quelli che si ottengono me<strong>di</strong>ante lameccanica ondulatoria.Natura ondulatoria <strong>del</strong>la materiaLa teoria <strong>di</strong> Bohr sulla struttura <strong>del</strong>l'atomo <strong>di</strong> idrogeno (e <strong>di</strong> tutte le altre specie monoelettroniche:He+, Li2+, Be3+, ecc) ebbe un enorme successo e inizialmente si ritenne che fosse in grado <strong>di</strong>prevedere i livelli energetici possibili per tutti gli atomi. Ben presto tuttavia ci si accorse chel'estensione <strong>del</strong>la teoria ad atomi con 2 o più coppie <strong>di</strong> elettroni contrastava con i risultatisperimentali e l'accordo, nel migliore dei casi, era solo qualitativo. Il mo<strong>del</strong>lo <strong>di</strong> Bohr, nonostante ilpostulato quantistico introdotto, restava un sistema sostanzialmente classico, rappresentato da dueparticelle soggette a forze <strong>di</strong> natura classica. In particolare si conservava l'idea <strong>di</strong> una ben definitaorbita <strong>del</strong>l'elettrone, la cui posizione e velocità potevano essere determinate in qualsiasi istante.Fu soprattutto il principio <strong>di</strong> indeterminazione <strong>di</strong> Heisenberg a decretare la definitiva inadeguatezza<strong>di</strong> un mo<strong>del</strong>lo <strong>di</strong> questo tipo.Il principio <strong>di</strong> indeterminazione ha il significato <strong>di</strong> una vera rivoluzione nel pensiero scientificomoderno. Heisenberg <strong>di</strong>mostrò che non è possibile effetture misure <strong>del</strong>le grandezze correlate <strong>di</strong> unsistema con una precisione grande a volontà, ma che sono complementari gli errori che sicommettono quando si misurano coppie <strong>di</strong> grandezze, quali posizione e velocità <strong>di</strong> una particella.Il principio <strong>di</strong> Heisenberg è espresso matematicamente dalla relazione:∆ x∆p≈ hdove ∆x è l’errore nella misura <strong>del</strong>la posizione, ∆p=∆mv = l’errore nella misura <strong>del</strong>la quantità <strong>di</strong>moto, h la costante <strong>di</strong> Planck.Ciò significa che se ad esempio si misura la velocità <strong>di</strong> un elettrone in orbita intorno al nucleo conun errore <strong>di</strong> circa il 2%, si compie nella misura <strong>del</strong>la sua posizione un errore <strong>di</strong> oltre 50 Angstrom,ovvero 100 volte maggiore rispetto al raggio <strong>di</strong> Bohr (0.53 Angstrom). In altre parole la posizione<strong>del</strong>l'elettrone è <strong>del</strong> tutto indeterminata.Nel 1924 il francese De Broglie formulò l'ipotesi che, analogamente alla luce e alla ra<strong>di</strong>azioneelettromagnetica, anche le particelle potessero presentare in certe circostanze proprietà ondulatorie eche ad esse, in movimento con velocità v, si dovesse attribuire una lunghezza d'onda, λ , definitadalla relazione:λ =h =phmvin cui h è ancora la costante <strong>di</strong> Planck e m rappresenta la massa <strong>del</strong>la particella.Le conseguenze <strong>di</strong> questa ipotesi (che peraltro trovò conferma sperimentale nei fenomeni <strong>di</strong>interferenza e <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffrazione provocati dagli elettroni) sono assai importanti.Se, nell'atomo <strong>di</strong> Bohr, supponiamo che l'elettrone nel suo moto orbitale si comporti come un'onda,affinché ciò possa avvenire in maniera stabile (si realizzi cioè un'onda stazionaria stabile) è6

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