Il fratello di Silone
Si sa che Silone, durante la sua vita, avrebbe voluto scrivere un libro sulla tragica vicenda del fratello Romolo e che non poté però realizzare il suo desiderio, forse perché non era riuscito a trovare i documenti necessari per la redazione del suo racconto. I documenti sulla tragica vicenda di Romolo sono ora custoditi presso l’Archivio centrale dello Stato di Roma ed è su di essi che si basa la ricostruzione dei fatti che portarono alla sua morte, dovuta alla dura repressione del regime fascista.
Si sa che Silone, durante la sua vita, avrebbe voluto scrivere un libro sulla tragica vicenda del fratello Romolo e che non poté però realizzare il suo desiderio, forse perché non era riuscito a trovare i documenti necessari per la redazione del suo racconto.
I documenti sulla tragica vicenda di Romolo sono ora custoditi presso l’Archivio centrale dello Stato di Roma ed è su di essi che si basa la ricostruzione dei fatti che portarono alla sua morte, dovuta alla dura repressione del regime fascista.
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bunale da Lei presieduto. Perché? Per qual fatto quando dopo tre
anni non ancora si è formulato un atto solo di accusa?
Ed intanto egli desta in me che sono la sua seconda madre, tante
strazianti preoccupazioni perché so le condizioni gravi della sua
salute. Prima che debba perderlo vinto dal male, voglia Iddio che
io debba saperlo innocente, così com'è. Questi pensieri, e questi
tormenti hanno in questi ultimi tempi condotto al manicomio un
mio figliolo. Come vede Eccellenza, il mio dolore mi dà il diritto di
sperare dalla S. S. un intervento decisivo perché un innocente sia
al fine restituito alla pace dei suoi studi ed al mio affetto materno.
Agata Tarola 78
Il trattamento carcerario riservato a Romolo fu assai vessatorio
non solo perché non gli furono consentite tutte le cure
di cui avrebbe avuto bisogno, ma anche perché gli venne o-
stacolata la corrispondenza con i propri parenti e gli furono
ripetutamente sequestrate o consegnate con ritardo le somme
inviategli soprattutto dal fratello Secondino e dalla cognata
Gabriella Seidenfeld, col pretesto che si trattava di
somme messe a disposizione dal soccorso rosso. Ignaro di
ciò, Romolo dubitò spesso di non avere tutto il sostegno morale
e materiale di cui aveva bisogno da parte del fratello e se
ne lamentò perciò nelle lettere a lui indirizzate. Ne è un e-
sempio la lettera che scrisse al fratello l’1 aprile 1931:
Caro Secondino,
dopo che ho ricevuto, circa un mese fa, una lettera tua, io ti ho
scritto più di una lettera.
Tu mi promettevi che mi avresti scritto più spesso per l’avvenire,
ma chi sa che non intendevi prima che passassero altri 8 mesi,
perché è più di un mese che ho ricevuto quella tua lettera e neanche
Gabriella s’è fata viva. Una volta o tu o Ella, mi scrivevate almeno
una volta al mese.
Io sto benino. Ho preso la medicina contro la stitichezza e i compagni
di galera, mi dicono che sto ingrassando. Però la mattina
quando mi sveglio mi trovo la lingua cattiva, ma meno di qualche
tempo fa. Devo ricomprare ancora la medicina contro la stitichezza
ed ho pochi soldi… ahi! Come mi dispiace che tu non sia più
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