Il fratello di Silone
Si sa che Silone, durante la sua vita, avrebbe voluto scrivere un libro sulla tragica vicenda del fratello Romolo e che non poté però realizzare il suo desiderio, forse perché non era riuscito a trovare i documenti necessari per la redazione del suo racconto. I documenti sulla tragica vicenda di Romolo sono ora custoditi presso l’Archivio centrale dello Stato di Roma ed è su di essi che si basa la ricostruzione dei fatti che portarono alla sua morte, dovuta alla dura repressione del regime fascista.
Si sa che Silone, durante la sua vita, avrebbe voluto scrivere un libro sulla tragica vicenda del fratello Romolo e che non poté però realizzare il suo desiderio, forse perché non era riuscito a trovare i documenti necessari per la redazione del suo racconto.
I documenti sulla tragica vicenda di Romolo sono ora custoditi presso l’Archivio centrale dello Stato di Roma ed è su di essi che si basa la ricostruzione dei fatti che portarono alla sua morte, dovuta alla dura repressione del regime fascista.
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S’accinge a ciò, con la persuasione di non mancare minimamente
di rispetto né all’Eccellenza Vostra, né al Signor Giudice Istruttore
che dirò.
Un Giudice Istruttore, il più autorevole a me è sembrato, in un interrogatorio
a Milano fece scrivere che il sottoscritto vagò tutta la
notte e il mattino per raggiungere Lecco.
Il sottoscritto fece osservare che ciò non aveva detto. Il Signor
Giudice Istruttore gridò che Egli dettava ciò che il sott. diceva. Poi
si disse favorevole, quasi volesse correggere il già detto e fatto
scrivere, fece aggiungere un «a Domanda Risponde» in cui il sottoscritto
afferma la verità che viene anche scritta.
In un interrogatorio subito mi sembra mercoledì passato, nel pomeriggio,
un altro Signor Giudice Istruttore (era presente anche il
più autorevole) legge al sottoscritto un brano dell’interrogatorio
subito a Milano in cui si dice che il sottoscritto affermò d’aver
dormito ad Alessandria con una donna due notti ed il sottoscritto
suo malgrado non poté trattenersi dal protestare con tutte le sue
forze contro quella menzogna da lui mai neppure pensata e non
voleva più rispondere alle domande che i Signori Giudici gli rivolgevano.
Il Signor Giudice Istruttore più autorevole (lo stesso che a Milano dirigeva
l’interrogatorio) gridò che avrebbe fatto mettere il sottoscritto
in cella per 15 giorni; e siccome io affermavo che non m’importava e
che non avrei firmato quell’interrogatorio, sonò il campanello per
chiamare due guardie, proprio nel momento che una guardia entrava
per avvertire che il Tribunale Speciale chiamava al telefono.
Poi l’altro Signor Giudice mi fece osservare che la Giustizia non
aveva nessuno interesse a far dire delle bugie non dette, che al sottoscritto
non nuoceva affatto la menzogna che riguardava quella
donna ecc.
Il sottoscritto fece osservare che gli poteva nuocere l’altra però:
che andava vagando per raggiungere Lecco e disse al Signor Giudice
più autorevole se ricordava le di lui proteste a Milano per
questo fatto.
Il Signor Giudice disse di ricordare quelle proteste.
Il sottoscritto ricorda anche che l’interrogatorio gli fu fatto firmare
senza averne ricevuto lettura; lo stesso: l’interrogatorio di mercoledì
mattina non gli fu letto.
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