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Il fratello di Silone

Si sa che Silone, durante la sua vita, avrebbe voluto scrivere un libro sulla tragica vicenda del fratello Romolo e che non poté però realizzare il suo desiderio, forse perché non era riuscito a trovare i documenti necessari per la redazione del suo racconto. I documenti sulla tragica vicenda di Romolo sono ora custoditi presso l’Archivio centrale dello Stato di Roma ed è su di essi che si basa la ricostruzione dei fatti che portarono alla sua morte, dovuta alla dura repressione del regime fascista.

Si sa che Silone, durante la sua vita, avrebbe voluto scrivere un libro sulla tragica vicenda del fratello Romolo e che non poté però realizzare il suo desiderio, forse perché non era riuscito a trovare i documenti necessari per la redazione del suo racconto.
I documenti sulla tragica vicenda di Romolo sono ora custoditi presso l’Archivio centrale dello Stato di Roma ed è su di essi che si basa la ricostruzione dei fatti che portarono alla sua morte, dovuta alla dura repressione del regime fascista.

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Ho bisogno di incoraggiamento d’una persona che mi voglia bene,

ho bisogno di starle vicino.

No credevo di arrivare a tanto, mi perdoni.

Se dovrò ritrovarmi solo nel mondo, ricorderò chi ha sostituito mio

padre e la povera mamma mia, e piangerò come piansi il 13 gennaio

del 1915.

Mi perdoni e mi voglia sempre bene.

L’orfano

Tranquilli Romolo 29

La lettera del 2 luglio del 1927, scritta da Romolo in un momento

di forte scoramento per la mancanza di lavoro e per la

fame patita, è da lui inviata a don Orione per chiedergli di farlo

assumere come linotipista presso la tipografia del Vaticano:

Roma 2 luglio [1927]

Reverendo padre, sono Romolo Tranquilli, ricorro nuovamente a lei

affinché mi aiuti.

Lei una volta mi voleva bene, bisogna che me ne voglia anche ora,

perché forse ne ho più bisogno.

Anch’io le voglio sempre bene, e ne sono contento; lei può essere

contento di me lo stesso anche se non ho studiato quando ero in

collegio, lo può essere perché il mio animo, il mio cuore anche se erravo

qualche volta, pure hanno una volontà di far bene.

Amo come lei, i poveretti che soffrono.

Ho una concezione della vita, che credo d’aver acquisita

dall’esempio suo e dei suoi sacerdoti.

Insomma a me non basta pensare soltanto ad assicurarmi il piatto

di minestra e l’ora di svago la sera, voglio fare di più.

Voglio essere buono con chi ne ha bisogno, voglio giovare a qualcuno.

Niente sogni di gloria. Ho la nonna, una cuginetta piccola per e-

sempio che spero di aiutare.

Che chiacchierata!

Se mi dò un poco di libertà divento eloquente!

Invece sono molto mortificato, don Orione, e sì e no dico quattro

parole durante la giornata.

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