Il fratello di Silone
Si sa che Silone, durante la sua vita, avrebbe voluto scrivere un libro sulla tragica vicenda del fratello Romolo e che non poté però realizzare il suo desiderio, forse perché non era riuscito a trovare i documenti necessari per la redazione del suo racconto. I documenti sulla tragica vicenda di Romolo sono ora custoditi presso l’Archivio centrale dello Stato di Roma ed è su di essi che si basa la ricostruzione dei fatti che portarono alla sua morte, dovuta alla dura repressione del regime fascista.
Si sa che Silone, durante la sua vita, avrebbe voluto scrivere un libro sulla tragica vicenda del fratello Romolo e che non poté però realizzare il suo desiderio, forse perché non era riuscito a trovare i documenti necessari per la redazione del suo racconto.
I documenti sulla tragica vicenda di Romolo sono ora custoditi presso l’Archivio centrale dello Stato di Roma ed è su di essi che si basa la ricostruzione dei fatti che portarono alla sua morte, dovuta alla dura repressione del regime fascista.
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NOTE
1 Cfr. Una virile reazione della cittadinanza milanese all’atto terroristico
presso la Fiera in «Corriere della Sera» del 13 aprile 1928. Una copia del
giornale si trova in ACS, MI, PS, H2, 1929, b. 27, fasc. Milano – Attentato
terroristico, sottofasc. 12, Pappalardo-Cantelli. Della strage parlarono a
lungo tutti i giornali dell’epoca.
2 ACS, MI, PS, H2, 1928, b. 20, fasc. Milano – Attentato terroristico mediante
scoppio d’ordigno esplosivo in occasione inaugurazione Fiera, sottofasc.
20, Notizie confidenziali varie.
3 Una rapida sintesi delle varie piste seguite dagli inquirenti è contenuta
nel seguente promemoria, senza data, ma risalente probabilmente alla
seconda metà del 1928, redatto dalla Polizia politica:
«La Direzione Generale della P.S., non appena ebbe notizia del criminoso
attentato di Milano si preoccupò di dare un orientamento alle indagini
che prevedeva laboriosissime poiché all'inizio di esse veniva a mancare
un qualsiasi punto di partenza: non arresti in flagranza o quasi, non testimonianze
di apprezzabile entità, non corpi del reato.
Sicché sembrò opportuno, pur lasciando la più ampia libertà di movimenti
alle autorità inquirenti locali, di allargare il campo delle indagini e
di investire con accertamenti diretti e con accorti contatti di fiduciari i
vari aggruppamenti politici sovversivi ed antifascisti, non potendosi, a
priori, escluderne alcuno data la tendenza a delinquere, generata dalla
rabbiosa impotenza, che ormai pervade tutte le varie sfumature dei nemici
del Regime.
Le indagini in corso vertono sui seguenti punti:
I°) ANARCHICI – Si sta facendo una larghissima cernita fra gli anarchici
individualisti o sindacalisti, residenti nel Regno o all’Estero, amici o simpatizzanti,
con speciale riferimento a quelli che – comunque – furono
compromessi in attentati terroristici verificatisi in passato.
Particolarmente si sta esaminando, con ogni minuzia, la posizione degli
implicati negli attentati del Diana e del Cova potendo, in tal campo, rinvenire
le tracce utili alle indagini che si svolgono per la scoperta degli autori
del crimine recente.
Parallelamente a questa azione di indagine diretta, se ne svolge altra di
natura fiduciaria nei centri anarchici dell'Estero allo scopo di appurare
ogni notizia utile per la ricerca della verità.
2°) COMUNISTI – Si sta indagando sugli atteggiamenti del Partito Comunista
e specialmente, su certe deviazioni di esso, in quanto pare – finora
– accertato che gli organi responsabili del P.C.I. siansi mantenuti
decisamente contrari ad atti terroristici che non servano da mezzo per
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